contro- intestazione

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Valsavarenche, trekking polare

La Valsavarenche è una valle lunga e stretta che muore alle pendici del massiccio del Gran Paradiso. Quest'anno è stata sepolta (letteralmente) dalla neve, e noi abbiamo colto l'occasione!

L'alta valle glassata nella neve. Valsavarenche (Ao) - Febbraio.
Nikon D800, ob Nikon AF-S 24-70/2.8 ED - G, hands hold, photomerge di 6 scatti.

A convincerci ad uscir di casa c'è riuscito Francesco proponendoci un Week End a cercare di fotografare i camosci nella neve. Se ne parlava da metà Gennaio, ma solo la determinazione di Francesco mi ha convinto a prendere in mano il telefono e a prenotare due camere all' Hostellerie du Paradis in Valsavarenche. Questa valle è il Cuore del Parco Nazinale del Gran Paradiso. Impervia, poco abitata, battuta dalle valanghe, la Valsavarenche è un Must per tutti gli appassionati di fotografia e di natura selvaggia. Non a caso da qui vengono le più belle immagini della fauna alpina e sempre qui, sui versanti che conducono al Leviona, Stefano Unterthiner ha realizzato le bellissime immagini del libro "Fred la volpe" e tante altre del suo ricco portfolio. Pur senza avere aspettative così elevate, abbiamo affrontato la salita al capanno di Orvieille. Questo è un trek percorribile anche in inverno perché la pista, che si inerpica sul versante occidentale della valle attraverso un bosco di abeti, pini silvestri e larici, è al riparo dalle valanghe che invece flagellano quasi tutta la vallata (quasi). A tracciare la linea certa, nell'abbondanza di neve di quest'anno, ci hanno pensato i camosci che, affatto sciocchi, sanno sfruttare i sentieri degli escursionisti per muoversi con minor fatica. Le impronte del camoscio però sono piuttosto strette, quindi è toccato a me l'onere (e il piacere) di allargare e battere la pista per i compagni di escursione.

Ascensione lungo il "sentiero" per Orvieille. Valsavarenche (Ao) - Febbraio.
Nikon D800, ob Nikon AF-S 24-70/2.8 ED - G, hands hold.
Close to the Edge (just around the corner?). Valsavarenche (Ao) - Febbraio.
Nikon D800, ob Nikon AF-S 24-70/2.8 ED - G, hands hold,
Colpo d'occhio sul gruppo del Gran Paradiso . Valsavarenche (Ao) - Febbraio.
Nikon D800, ob Nikon AF-S 24-70/2.8 ED - G, hands hold, photomerge di 6 scatti.
Fotocampo: lo zaino di Francesco era veramente impegnativo. Valsavarenche (Ao) - Febbraio.
Nikon D800, ob Nikon AF-S 24-70/2.8 ED - G, hands hold,

Quest'anno il capanno di Orvieille non l'abbiamo raggiunto (a differenza di due anni fa). La neve era veramente tanta, e i miei compagni mi hanno fatto capire con un bel - Valerio: non esiste!! - la loro intenzione di non andare oltre. Effettivamente, appena fuori dal bosco, la coperturta nevosa era estremamente soffice e profonda. Una meraviglia per le nostre racchettone Faber, un supplizio per i compagni armati di più tradizionali racchette da escursione. Va aggiunto che il buon Francesco Saverio nel suo zaino LowePro AW aveva messo il mondo. Un peso assolutamente non più sostenibile oltre. Me ne fossi accorto alla partenza avrei provato a dissuaderlo. Il nostro intento di vedere i camosci correre nella neve è stato assolutamente soddisfatto. Sì, per vederli li abbiamo visti, di fotografarli però non se ne è parlato proprio. Troppo lontani, troppo veloci, troppi rami e noi troppo lenti. Va beh poco male, i cornutazzi ci aspettavano al parcheggio dell'albergo!

Camoscio indispettito. Valsavarenche (Ao) - Febbraio.
Nikon D3, ob Nikon AF-S 200-400/4 VR II G, Gitzo GT3541LS Arca B1.

Questo inverno 2014 si ricorderà per la costanza con cui le nuvole hanno bombardato le Alpi. Di fatto mi hanno detto che in Valsavarenche i giorni di sole, dall'inizio dell'anno fino a metà Febbraio, si sono contati sulle dita di una mano. Ed ecco che infatti il timido sole del Sabato il giorno dopo era già ricordo. I compagni fotografi erano rientrati a Milano la sera e la Domenica ci ha visti soli con la voglia di affondare ancora nella neve. Sotto una leggera nevicata abbiamo imboccato il sentiero per il rifugio Chabod, una pista che traccia un feroce zig zag in un bosco molto ripido di larici e pini. Bello il bosco e bello il sentiero anche se troppo battuto per le nostre racchette Faber.

Scaliamo il bosco direzione rifugio Chabod. Valsavarenche (Ao) - Febbraio.
Nikon D800, ob Nikon AF-S 24-70/2.8 ED - G, hands hold,
Bosco di Larici lungo il sentiero il eil rifugio Chabod. Valsavarenche (Ao) - Febbraio.
Nikon D800, ob Nikon AF-S 24-70/2.8 ED - G, hands hold.
Il Bosco salendo al Chabod . Valsavarenche (Ao) - Febbraio.
Nikon D800, ob Nikon AF-S 24-70/2.8 ED - G, hands hold, photomerge di 6 scatti.
Concentrazione (?). Valsavarenche (Ao) - Febbraio.
Nikon D800, ob Nikon AF-S 24-70/2.8 ED - G, hands hold.
Il Bosco salendo al Chabod. Valsavarenche (Ao) - Febbraio.
Nikon D800, ob Nikon AF-S 24-70/2.8 ED - G, hands hold, photomerge di 6 scatti.

Arrivati ad una certa quota però le cose sono cambiate. Neve profonda e soffice e, soprattutto, termine del tracciato battuto, segno che chi ci ha preceduto ne ha avuto abbastanza. Bene, da qui abbiamo cominciato a tracciare noi. Peccato che la luce fioca e diffusa del cielo grigio e il bianco della neve cancellano ogni riferimento di profondità: è quasi impossibile intuire, a vista, i cambi di pendenza, quindi è piuttosto facile inciampare. Con la lentezza dello sherpa, ma con lo stesso passo sicuro, abbiamo disegnato un bel percorso nel pendio dolce che si apre a quota 2300 m. Purtroppo le nuvole sempre più basse, la visibilità ridotta a pochi metri, la nevicata fitta fitta e l'assenza di qualunque indicazione su dove fosse 'sto benedetto rifugio, sono stati fattori che ci hanno indotto allo stop. Sosta con riparo di fortuna (panino e cioccolata) ai piedi di un masso alla quota stimata di 2550 metri circa. Sosta intercettata da un gruppo di tre alpinisti polacchi i quali, nel ringraziarci del tracciato battuto, si rammaricavano del fatto che non volessimo proseguire oltre: eh, che belli! Fuori dalla nostra traccia hanno avuto un bel faticare i giovanotti di Cracovia per raggiungere il bivacco invernale del Chabod. Beh, per loro questo è stato l'antipasto poiché nei loro programmi c'era (e non ho dubbio che siano riusciti nell'intento) la direttissima del Gran Paradiso, una via ripida di ghiaccio blu che porta dritta dritta sulla vetta dell'unico 4000 tutto italiano. Li abbiamo salutati e guardati scomparire nell'aria bianca di fiocchi di neve. In effetti (google maps docet) il rifugio Chabod era poco più avanti. Va beh, pace, sarà per la prossima volta. A noi è rimasto il piacere di una discesa nel bianco della neve fresca, un morbido fuoripista tra pini e larici dove l'unico pericolo è quello di ... sudare troppo.

Campo base, sosta, non si vede un tubo.  Valsavarenche (Ao) - Febbraio.
Nikon D800, ob Nikon AF-S 24-70/2.8 ED - G, hands hold.
Gruppo di alpinisti dalla Polonia (Cracovia) diretti al Chabod che è lì avanti da qualche parte. Valsavarenche (Ao) - Febbraio.
Nikon D800, ob Nikon AF-S 24-70/2.8 ED - G, hands hold.
Discesa nel bianco.  Valsavarenche (Ao) - Febbraio.
Nikon D800, ob Nikon AF-S 24-70/2.8 ED - G, hands hold.
E' bello scendere nella neve fresca!  Valsavarenche (Ao) - Febbraio.
Nikon D800, ob Nikon AF-S 24-70/2.8 ED - G, hands hold.
E via giù per la discesa!!! Valsavarenche (Ao) - Febbraio.
Nikon D800, ob Nikon AF-S 24-70/2.8 ED - G, hands hold.

Saluto tutti gli sciatori delle piste battute. Li saluto perché ho smesso. Ho appeso gli sci al chiodo ormai da 10 anni e non mi pento. Non mi mancano le seggiovie, le code per il giornaliero, le funivie stracolme e i parcheggi affollati. La montagna in inverno è di più che una scarica di adrenalina da accelerazione gravitazionale. La montagna in inverno è puro wilderness. Il freddo che morde le mani non appena ti distrai un'attimo, è il bisbiglio della potenza di questo mondo selvaggio capace di uccidere in poche ore come di concedere, in un istante, visioni spettacolari di immacolato e algido bianco. Cribbio, questo prossimo week end non possiamo, ma quello dopo .... 

Fine giornata. Che peccato.

3 commenti:

  1. Bene Valerio, ci vediamo presto, spero. E' stata una grande giornata.

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  2. Ciao, innanzitutto complimenti per le splendide foto!
    Visto che il prossimo weekend sarò in Valsavarenche e deduco tu sia esperto del luogo, volevo chiederti un'informazione: il sentiero che avete fatto verso Orvieille è quello che parte da Eau Rousse (ovvero http://www.pngp.it/visita-il-parco/itinerari/escursioni-con-le-ciaspole/valsavarenche) o quello che parte da Vers le Bois (ovvero http://www.lovevda.it/it/banca-dati/7/racchette-da-neve/valsavarenche/orvielle/2703)? Perchè nel secondo si parla di un "pericoloso traverso" dove c'è un colatoio valanghivo.
    Grazie, ciao

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  3. Il prossimo WE ti cosiglierei puntare ad un'altra valle. La Valsavarenche e' molto bella ma anche molto ripida, con le temperature elevate, e una copertura nuova nuova appena arrivata, il pericolo dei distacchi aumenta ferocemente. Bastano 40 cm di strato per poche decine di metri quadri di superficie di distacco per seppellire un escursionista trattenendolo in una morsa forte come il cemento. Detto cio' il sentiero invernale per Orvieille parte proprio dal parcheggio dell'albergo Ostellerie du Paradis a Eau Rousse. Per oltre tre quarti e' nel bosco ben riparato. Al termine si esce su un bel prato che occorre tagliare. In effetti e' proprio sotto un bel cambio pendenza. Noi lo scorso anno (2014) abbiam preferito risalire il bosco e non uscire allo scoperto. C'era un metro abbondante di neve soffice soffice, con le nostre racchette ampie io e mia moglie si procedeva spediti. Usciti dal bosco ci siam trovati sul vertce di una spalla completamente scoperta. Il tratto ripido che ti accennavo rimaneva sulla destra in basso. Avremmo ancora dovuto scalare 50 metri di dislivello per trovarci all'altezza delle baite dell'alpeggio, quelle che si trovano poco piu' in alto del rifugio di caccia di Orvieille, ma ci siam dovuti fermare perche' il tratto mancante era oggettivamente impraticabile per le racchette dei nostri compagni di camminata.
    Per chiudere, l'altro sentiero parte da molto piu' in basso e segue la mulattiera di servizio. E' infinitooooooo e,vado a memoria (l'ho fatto in estate), verso l'arrivo forse ci sono dei punti un po' piu' pericolosi dell'altra via. Comunque, come ti dicevo all'inizio, forse per questo WE conviene puntare a qulcosa di piu' tranquillo, verifica bene le condizioni neve. Nel caso che tu decida comunque per questa destinazione, mi raccomando: un occhio al cielo! A Orvieille intorno alle 11.00 passa in volo planato il GIPETO.

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