contro- intestazione

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Costa Paradiso. Ma lo è ancora?

Costa Paradiso (OTP) - Agosto.
Nikon D700, ob. Nikon 24-70/2.8 G Circular Pola.

L'ampio arco del golfo dell 'Asinara si chiude a est con le rocce di Isola Rossa. Da qui fino su su a nord est, le scogliere sarde disegnano creste puntute e frastagliate fatte di rocce dal granito rosa-rosso-arancio. Questo tratto di litorale è stato battezzato "Costa Paradiso" e francamente è comprensibile. L'azzurro turchese del mare limpido avvolge i castelli di granito rosso che si alzano verticali sull'acqua. Nell'entroterra il verde della macchia si sostituisce al blu del mare, le rocce crescono e diventano montagne. Un colpo d'occhio che non lascia indifferenti.

La Costa Paradiso inizia orograficamente a nord di Isola Rossa. Isola Rossa (OTP) - Agosto.
Nikon D700, ob. Nikon 24-70/2.8 G Circular Pola, Gitzo GT3541LS Arca B1.
Scogliera presso cala della Sorgente. Costa Paradiso (OTP) - Agosto.
Nikon D700, ob. Nikon 24-70/2.8 G Circular Pola, Gitzo GT3541LS Arca B1.

Che cosa potrebbe desiderare in più un uomo se non possedere una casetta in un così meraviglioso scenario? Così, nel tempo, prima una, poi due, poi cento, duecento, le casette sono spuntate come funghi nella macchia verde scuro. Non conosco i dettagli della storia e non ho intenzione di andare a rispolverare vecchie e nuove polemiche, ma la mia visita veloce di questo pezzo di Sardegna mi lascia intuire che il Paradiso si è un po' guastato. Le bellissime casette (casone in alcuni casi) costruite con pietre dello stesso colore delle rocce circostanti, sono  evidentemente troppe. Troppe per quel tipo di litorale, con poche cale al mare, e quelle poche anguste e strette, come devono esserlo, e sono, le calette di una costa rocciosa. E se ho torto, se mi sbaglio, allora qualcuno dovrebbe spiegarmi la necessità di realizzare una spiaggetta artificiale  (più d'una in realtà) tra i picchi di roccia e cespugli di mirto, a 15 metri sul livello del mare.  Va beh, ormai è cosa fatta e non sono certo qui ad auspicare improbabili demolizioni o assurdi smantellamenti, una follia solo pensarlo. Però varrebbe la pena fare una considerazione. Il mare di questa sponda è ancora un mare bellissimo, un piacere per gli occhi: e proteggerlo con una bella riserva marina? Faccio un pronostico, tanto da capirci: in 5 anni la fauna acquatica decuplicherebbe naturalmente. Non sarebbe mica male tuffarsi in una nuvola di saraghi, o avere un incontro ravvicinato con una spigola di 5 chili in 50 cm d'acqua. Insomma una specie di compensazione all'affollamento urbanistico. Why Not?

Un Paradiso affollato. Costa Paradiso (OTP) - Agosto.
Nikon D700, ob. Nikon 24-70/2.8 G Circular Pola, Gitzo GT3541LS Arca B1.
Appena sotto la superficie, tra pinnacoli di granito. Costa Paradiso (OTP) - Agosto.
Nikon D300, ob. Nikon AF 10.5/2.8 G ED Fisheye, Housing Sea&Sea MDX-D300, Dome Sea§Sea 240.

Già solo fare snorkeling tra i pinnacoli di granito è decisamente divertente. Un'onda"allegra" ci ha shackerato per bene (mi è venuto il mal di mare). Spingersi più in profondità vale la pena, quindi bombola in spalla e via. Le batimetriche scendono decise e a pochi metri dalla riva siamo già a -25, -30 m. La nostra immersione è avvenuta dopo una settima di Maestrale, quindi non nelle migliori condizioni di visibilità (quanta sospensione). Non abbiamo incontrato correnti particolari, ma ci ha colpito la scarsità di pesce, segno indiscutibile di prelievo eccessivo, comune al 90% del nostro bel Mediterraneo. Ma qui c'è qualcosa che dice che "la base" è ancora buona. Sono le pareti ricoperte di falso corallo e, poche, delicate Gorgonie che, negli anfratti più riparati, crescono sane. Questo è indice di un mare ricco di plancton, ingrediente fondamentale della catena alimentare marina, e qui di plancton mi sa che ce n'è parecchio! Insomma, il mio auspicio di protezione per questo mare azzurro avrebbe dei fondamenti. Ma so di parlare al vento, anzi al mare, perché tanto 'ste cose sembra non interessino più a nessuno. 

Scendendo in profondità. Costa Paradiso (OTP) - Agosto.
Nikon D300, ob. Nikon AF 10.5/2.8 G ED Fisheye, Housing Sea&Sea MDX-D300, Dome Sea§Sea 240.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, Housing Sea&Sea MDX-D800, Dome Sea§Sea 240+ER20+ER40.
Una antica ancora completamente incrostata. Costa Paradiso (OTP) - Agosto.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, Housing Sea&Sea MDX-D800, Dome Sea§Sea 240+ER20+ER40.
Double strobe Sea&Sea YS250 on TLC arms 11"+11"+4".
Parete corallina a -25m. Costa Paradiso (OTP) - Agosto.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, Housing Sea&Sea MDX-D800, Dome Sea§Sea 240+ER20+ER40.
Double strobe Sea&Sea YS250 on TLC arms 11"+11"+4".
Giovane gorgonia gialla. Costa Paradiso (OTP) - Agosto.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, Housing Sea&Sea MDX-D800, Dome Sea§Sea 240+ER20+ER40.
Double strobe Sea&Sea YS250 on TLC arms 11"+11"+4".
Nudibranchi [Discodoris atromaculata] su una spugna. Costa Paradiso (OTP) - Agosto.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, Housing Sea&Sea MDX-D800, Dome Sea§Sea 240+ER20+ER40.
Double strobe Sea&Sea YS250 on TLC arms 11"+11"+4".
Uno scorfanetto disturbato dal via vai di impacciati subacquei. Costa Paradiso (OTP) - Agosto.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, Housing Sea&Sea MDX-D800, Dome Sea§Sea 240+ER20+ER40.
Double strobe Sea&Sea YS250 on TLC arms 11"+11"+4".
Abitanti della scogliera (salpe e polpo in fuga). Costa Paradiso (OTP) - Agosto.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, Housing Sea&Sea MDX-D800, Dome Sea§Sea 240+ER20+ER40.
Double strobe Sea&Sea YS250 on TLC arms 11"+11"+4".
Deco-attesa. Costa Paradiso (OTP) - Agosto.
Nikon D800, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, Housing Sea§Sea MDX-D800, Dome Sea§Sea 240+ER20+ER40.
Double strobe Sea§Sea YS250 on TLC arms 11"+11"+4".

Lo scoglio di Capraia - Parte 2

Il versante occidentale di Capraia, vista Corsica, non è per sdraio e ombrellone. Capraia (LI) - Giugno.
Nikon D3, ob Nikon AFs 17-35/2.8 ED.

Cammina cammina, sotto il sole di Giugno, nell'aria fresca di tarda primavera e nel verde di prati e cespugli ancora rigogliosi, abbiamo raggiunto il "lago", una pozza di raccolta tra le rocce dei monti di capraia, e qui di acqua, in questa stagione, se ne trova parecchia: tutto un gracidar di rane. Certamente non è acqua da bere e il litro e mezzo che mi porto nello zaino basta a malapena a compensare la perdita di liquidi. Sudo come un orso e solo il vento del Tirreno, che spinge deciso, mi aiuta a stare fresco. Qui, sul crinale della dorsale dell'isola di Capraia, la vista vola lontana; si vede l'Italia continentale, l'Isola d'Elba e il "dito", estrema propaggine settentrionale, della vicina Corsica. Sul cucuzzolo più alto, spianato il necessario, durante la seconda guerra mondiale è stato collocato un osservatorio militare dalla forma "futuristica". E' una scatola in lamiera, di profilo aerodinamico e dalle curiose finestre ad arco acuto, che sta cedendo (ha ceduto) all'attacco degli agenti atmosferici, soprattutto all'aerosol marino, che trasforma il metallo in polvere rossa. Chissà chi saranno stati gli sfortunati soldati che qui hanno speso ore e ore a scrutare l'orizzonte lontano, ad identificare le sagome degli apparecchi dell'aviazione britannica e poi di quella tedesca (tutti contro tutti). Chissà se da qui hanno visto passare per l'ultima volta il P38 Lighting di Saint Exupery, chissà. Di certo lui la Capraia l'ha guardata decine di volte sorvolando il mare tra la Corsica e l'Europa occupata. Qui, su questi sassi, ora c'è solo lamiera arrugginita e tante farfalle, mentre l'aereo di Saint Exupery si è fermato a riposare sul fondo di questo mare blu che abbaglia nel riflettere il sole del tardo pomeriggio.

Sulla costa occidentale della dorsale dell'isola. Capraia (LI) - Giugno.
Nikon D3, ob Nikon AFs 17-35/2.8 ED.
Osservatorio dell'aeronautica militare della Regia Aviazione Italiana, il festival della ruggine. Capraia (LI) - Giugno.
Nikon D3, ob Nikon AFs 17-35/2.8 ED.
Farfalla color ruggine tra le lamiere arrugginite: un caso? Capraia (LI) - Giugno.
Nikon D300, ob Nikon AF-I 300/2.8 ED.
Il lago e qualche abitante del circondario. Capraia (LI) - Giugno.
Nikon D3, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8 ED e Nikon D300, ob Nikon AF-I 300/2.8 ED.

Di montagna e di verde ci si potrebbe saziare qui sulla Capraia, ma sarebbe ingiusto trascurare lo spettacolare mare che circonda l'isola. Va detto, in tutta onestà, che l'accesso al mare di Capraia non è dei più semplici. Scogliere ripide e falesie a picco lasciano poco spazio alla fantasia. Per godersi il mare è decisamente più pratico affittare un gommone al porto. In Giugno difficilmente si troverà ressa al booking e tanto meno, una volta in mare, si incontreranno altri natanti razzolare intorno alle scogliere. Per contro il mare di primavera è pazzerello e potrà essere difficoltoso, se non improbo, navigare lungo il versante occidentale, spettacolare e selvaggio. Bah, in effetti in Giugno anche la più dolce e riparata costa orientale risulta altrettanto selvaggia. Dalla Torre dello Zenobito fino alla caraibica cala della Mortola, si rischia di non incontrare nessuno, giusto qualche muflone sulle rocce che scapperà per lo scoppiettare del motore fuoribordo. Consigliata una muta per il freddo oltre che fortemente indicata per evitare le carezze delle numerose meduse pelagie che in primavera affollano il sottocosta toscano. 

Il porto dove affittare il gommone, la torre dello Zenobito e cala della Mortola. Capraia (LI) - Giugno.
Nikon D3, ob Nikon AFs 17-35/2.8 ED.
Lo Scoglione tra le onde. Capraia (LI) - Giugno.
Nikon F801, ob Nikon Ais 16/2.8 Fisheye, housing Aquatica 80n Dome 8", Film Sensia 100.
La Mortola. Capraia (LI) - Giugno.
Nikon F801, ob Nikon Ais 16/2.8 Fisheye, housing Aquatica 80n Dome 8", Film Sensia 100.
Fondali sabbiosi. Capraia (LI) - Giugno.
Nikon F801, ob Nikon Ais 16/2.8 Fisheye & Nikon AF 20/2.8, housing Aquatica 80n Dome 8", Film Sensia 100.
A 8-10 metri di profondità fa freddino. Capraia (LI) - Giugno.
Nikon F801, ob Nikon Ais 16/2.8 Fisheye, housing Aquatica 80n Dome 8", Film Sensia 100.
Castagnole e meduse pelagie. Capraia (LI) - Giugno.
Nikon F801, ob Nikon Ais 16/2.8 Fisheye & Nikon AF 20/2.8, housing Aquatica 80n Dome 8", Film Sensia 100.

Il celeste del mare, sui fondali di sabbia del mediterraneo, è un colore che non finirà mai di catturare la mia attenzione, di stordirmi, di incantarmi fino all'inebetimento da curare con sostanze psicoattive. Sa iddio il perchè. Di fatto di questo colore La Capraia ne offre a secchiate e, se si può, è mandatorio approfittarne.

Viva l'autofocus, che qui non avevo ( e si vede). Capraia (LI) - Giugno.
Nikon F801, ob Nikon Ais 16/2.8 Fisheye, housing Aquatica 80n Dome 8", Film Sensia 100.


Lo scoglio di Capraia - Parte1

La valle rinselvatichita che conduce alla vecchia colonia penale Capraia (LI) - Giugno.
Nikon D3 ob. Nikon AF-S 17-35/2.8 ED. Hands hold

Qualche anno addietro Laura ed io decidemmo di prendere una settimana di ferie ad inizio Giugno con l'intenzione di vedere il mediterraneo e le sue rive prima che vengano soffocate dalla cappa della canicola estiva. Era un desiderio, quello di vedere le coste mediterranee fuori stagione, che sonnecchiava nelle nostre capocce da tanti anni, da quando eravamo poco più che ragazzi. La nostra scelta è caduta su un'isola non troppo lontana, ma nemmeno troppo nota o frequentata: lo scoglio di Capraia.

Cala del Porto e cala dello Zurletto. Rocce tufacee ovunque. Capraia (LI) - Giugno.
Nikon D3 ob. Nikon AF-S 17-35/2.8 ED. Hands hold.

Zaino scarponi, ma anche telo mare  mute pinne maschere e boccagli. Infilai di tutto nel bagagliaio dell'auto. Partenza a notte fonda direzione Livorno. Lasciammo l'auto al parcheggio del porto e partimmo con il traghetto Toremar direzione a mezza via tra l'Italia e la Corsica. Traghetto piccolo e mare di primavera non conciliano la digestione. L'onda lunga e poderosa me la ricordo bene, peraltro risulta difficile tenere nella mira del binocolo le veloci berte che sfiorano il pelo dell'acqua a pochi metri dalla murata della nave. Fortunatamente la traversata dura poco, ma fu comunque troppo (il rientro andò meglio).

Capraia Campese e i ruderi della vecchia colonia penale. Capraia (LI) - Giugno.
Nikon D3 ob. Nikon AF-S17-35/2.8 ED, Nikon D300 ob. Nikon AF-I 300/2.8 ED. Hands hold.

L'isola di Capraia, per chi non sapesse, è uno scoglio di vulcano coperto da bassa vegetazione di macchia mediterranea. In passato doveva essere un intrico di Lecci secolari, poi sono arrivati i Romani, forse preceduti dagli Etruschi, e tutte quelle belle foreste sono divenute legname per carpenteria navale. Di fatto la foresta non è ricresciuta e la macchia ne ha preso il posto, crescendo oltre misura, oltre l'altezza di un uomo a cavallo.
Il profilo dell'isola è aspro e quanto aspro lo abbiamo apprezzato ruzzando su e giù lungo i sentieri di pietra bianca che attraversano da nord a sud, da est a ovest, la piccola isola. Sì Capraia, anzi La Capraia, si visita a piedi ed è bello. E' bello essere soli nella luce della sera, sulla cima del monte più alto e veder il sole riflettersi nel braccio di mare tra l'isola e la Corsica. E' bellissimo respirare il profumo delle distese di cespugli di mirto in fiore. Meno bello è togliere le zecche dai pantaloni e dalle scarpe prima di entrare in casa. Sull'isola non è praticata la pastorizia, ma una ricca popolazione di vigorosi Mufloni (una sottospecie, quasi un endemismo) spiega l'altrettanto pingue densità di zecche. Poco male, basta un poco di attenzione. Ha un non so che di atavico scoprire di essere osservati da un paio d'occhi incorniciati tra due corna a ricciolo spesse e possenti. Solo questa opportunità vale la visita della Capraia.

Mufloni di Capraia, adulti e Giovani. Capraia (LI) - Giugno.
Nikon D3 e Nikon D300 ob. Nikon AF-I 300/2.8 ED + TC17. Manfrotto 190 head Arca B1.
La sera i mufloni si danno appuntamento qui, nella conca del Reganico. Capraia (LI) - Giugno.
Nikon D3 ob. Nikon AF-S 17-35/2.8 ED. Hands hold.

Sui sentieri.
Le piste che si raccordano e ramificano nell'ombra dei lentischi giganti sono agilmente praticabili. Si sale ben spediti al vecchio carcere e di qui si raggiunge la vicina vetta su un bel sentiero di tipo alpino. Anche l'ultimo tratto verso il vecchio osservatorio militare in lamiera è un bel salire veloce tra ginepri e balzi di pietra. Ma c'è un passaggio obbligato nella parte centrale dell'isola, un passaggio che si deve affrontare necessariamente, un passaggio veramente odioso.  Si tratta del tracciato in pietre rozzamente squadrate costruito molti anni addietro dai galeotti residenti nell'allora colonia penale, tracciato che collega il Paese all'altro versante, scosceso e selvaggio, dell'isola. Sia chiaro, opera meritevole e utile per escursionisti come noi, ma probabilmente i troppi anni di abbandono, di mancata manutenzione, lo hanno trasformato in un serio supplizio per i piedi dell'escursionista. Le rocce nude, spigolose, messe a spina di pesce, non sono grandi abbastanza per coprire la pianta dello scarpone, e sono sufficientemente irregolari per garantire un appoggio "storto". Insomma sotto un sole a picco, un inciampo dopo l'altro per un'ora abbondante, e il risultato è garantito: benedizione intergalattica a chi ha costruito questa stecca di pietre allineate che, risalendo la collina, sembra non finire mai.

Di questi sassi parlo! Già solo rivederli mi vien male. Capraia (LI) - Giugno.
Nikon D3 ob. Nikon AF-S 17-35/2.8 ED e Nikon Ai-s 55/2.8 Micro. Hands hold.
Il sentiero dei galeotti, dolcemente massacrante. Capraia (LI) - Giugno.
Nikon D3 ob. Nikon AF-S 17-35/2.8 ED. Hands hold.

"Come portano" questi sentieri lo abbiamo detto, "dove portano" no, ma è facile immaginare come ogni pista abbia un capolinea specialmente se in uno spazio chiuso  come quello di un'isola in mezzo al mare. Di questo, e di ciò che si vede tutto intorno ad un'isola, il mare, ne parliamo la prossima puntata.

Capraia (LI) - Giugno.
Nikon D3 ob. Nikon AF-S 17-35/2.8 ED. Hands hold.