contro- intestazione

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La corsa dei Rospi

Alle 12:00 del sabato dell'ultimo fine settimana di inverno ho perso ogni tipo di avversione e/o ribrezzo per il meno "amabile" tra tutti gli anfibi delle nostre regioni: il rospo comune (Bufo bufo).

Rospo comune, lago S.Agostino (VC) - Marzo.
Nikon D800 ob. Nikon 18-35/3.5-4.5 AF-S @ + M77, MDX-D800 ER20 + ER40 + Dome 240,
Strobe 2x YS250, arms 2x TLC 4+8+8".

Venerdì sera mentre rientro da una trasferta di lavoro, all'altezza di Casale sud sulla A26 mi squilla il cellulare. E' Ivaldo: "Domani hai da fare? Beh, se hai impegni ti consiglio di trovare delle scuse: al laghetto di S.Agostino si stanno radunando migliaia di rospi, devi fargli due foto".  Non che avessi quali impegni, ma son mezzo morto di stanchezza, l'idea di metter insieme tutto il necessario per una immersione montana mi piglia male, però: quando mi ricapita?? Chiamo subito Laura: "Domani ti va di stare all'aria aperta e fare una cosa un po' strana?". Lei non ci pensa due volte:"Si, andiamo".
Ho letto delle adunate di ovodeposizione dei rospi, sono assembramenti spettacolari di anfibi maschi alla spasmodica ricerca di una femmina per l'accoppiamento. La corsa dura pochi giorni, poche ore, e si scatena quando le condizioni meteo-ambientali fanno suonare una campanella nel testolino dei rospi. Miracolo della natura è il sincronismo  con cui si manifesta, tutti i rospi della zona partono alla ricerca del luogo adatto. Maschi e femmine e coppie già formate raggiungono all'unisono il luogo dove, molto probabilmente, sono nati. Alle porte della Val Sesia, pochi chilometri prima di Varallo esiste il laghetto di S.Agostino, uno specchio d'acqua poco profondo incastrato in un avvallamento tra le montagne di bassa quota e circondato da boschi di faggio e castagno. Perfetto per i rospi. Da sempre, da che uomo ne ha memoria, a Marzo i rospi di queste prealpi si danno appuntamento qui e in questo 2017 il raduno cade sul fine settimana: dobbiamo approfittarne. Rientrato a casa ho abbandonato la borsa in fondo al corridoio e con premura ho preparato tutto il necessario. Mi ci son volute 4 ore, del resto l'equipaggiamento sub in inverno era tutto ben riposto in 25 diversi punti della casa (ç@@##?!).
Sabato mattina, ore 9.00 sveglia colazione veloce, carichiamo tutte le borse in auto e via direzione Varallo. Il paesello di riferimento (note da Ivaldo) è Roccapietra. Qui si parcheggia e si sale una bella mezz'oretta a piedi su un largo sentiero. Già nel bosco ci accorgiamo che c'è movimento, anzi occorre fare attenzione perché i rospi usano il nostro stesso percorso e c'è il rischio concreto di pestarli. Il lago è una cocente delusione. Ho sperato fino all'ultimo di trovare acque magari non cristalline, ma nemmeno quel brodo fangoso che mi si para davanti. Ho trascinato fin qui tutto il mio equipaggiamento fotosub e adesso qualcosa devo fare, per forza. E qualcosa ho fatto.

Grazie Ivaldo, e a buon rendere.

Il lago di S.Agostino (VC) - Marzo.
Nikon D800e ob. Sigma 24/1,4 Art.
I rospi sulla rive del lago di S.Agostino (VC) - Marzo.
Nikon D800e ob. Sigma 24/1,4 Art e Nikon AFs 60/2.8 micro.
Rospi a mollo, lago S.Agostino (VC) - Marzo.
Nikon D800 ob. Nikon 18-35/3.5-4.5 AF-S @ + M77, MDX-D800 ER20 + ER40 + Dome 240,
Strobe 2x YS250, arms 2x TLC 4+8+8".
Rospo comune nelle profondità del lago S.Agostino (VC) - Marzo.
Nikon D800 ob. Nikon 18-35/3.5-4.5 AF-S @ + M77, MDX-D800 ER20 + ER40 + Dome 240,
Strobe 2x YS250, arms 2x TLC 4+8+8".
Rospo comune e spioni, lago S.Agostino (VC) - Marzo.
Nikon D800 ob. Nikon 18-35/3.5-4.5 AF-S @ + M77, MDX-D800 ER20 + ER40 + Dome 240,
Strobe 2x YS250, arms 2x TLC 4+8+8".
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Made in Japan e rospo nostrano. Lago S.Agostino, Varallo Sesia (VC) - Marzo.
Nikon D700 ob. Nikon AFs 70-200/2.8 VR II.

Mi sembra interessante raccontare come ho scattato le tre immagini fangose dei rospi in amore. La muta stagna mi ha consentito di stare a mollo per oltre un'ora senza alcun problema, in effetti, a causa dello sforzo di contrazione dei muscoli della schiena, ho sudato come un orso; forse avrei dovuto utilizzare il sotto-muta estivo in pile invece della spessa trapunta di Superpippo. Ho portato con me due scafandri, uno armato con ottica grandangolare (18mm su formato pieno) e un'altro con il 105 macro su formato ridotto (Nikon DX fattore 1.5x); purtroppo i soli 30cm di visibilità non mi hanno permesso di utilizzare una focale lunga come un 105. L'acqua era dannatamente torbida, tanto da non consentire di vedere il display posteriore e, pure peggio, di vedere con una certa precisione dal mirino. Impossibile gestire un campo ristretto come quello inquadrato da un 105 macro su formato ridotto. Con il 18mm le cose sono andate molto meglio, grazie alla corta distanza di messa a fuoco del Nikon 18-35 Afs che mi ha permesso di mantenere a fuoco gli anfibi posizionati quasi contro la cupola dell'oblò da 240mm.
La regolazione dei flash (rigorosamente manuale) l'ho fatta ad esperienza (1/4 -1/2 di potenza ad f/13 per iso 200) un delirio cercare di orientare le torce nel modo corretto. Il solo movimento per allungare il braccio ad allentare il serraggio dei support flash, sollevava l'impalpabile particolato del fondo facendo calare visibilità zero. Fortunatamente i rospi innamorati sono molto curiosi, appena entrato mi hanno letteralmente circondato e "aggredito". Ne avevo ovunque: sulle spalle, sul sedere, sulla maschera, abbracciati al boccaglio; uno si è insinuato tra la maschera e il mirino dello scafandro, il mio bacio (involontario) non lo ha trasformato in alcunché. Un'altro ha deciso di agguantare il mio dito anulare sinistro: come lo abbia scambiato per una femmina non è dato a sapersi, ma per liberarmene ho dovuto scrollare con decisione. Sono stato molto cauto nei movimenti per evitare di schiacciare i rospi fermi sul fondale tra le rocce della riva; che bello quando i soggetti ti vengono incontro senza alcuna timidezza! Volutamente non ho fotografato i filari di uova; per inquadrarli avrei dovuto oltrepassare dei massi ed alzare particolato sulle uova appena deposte. Il rischio di danneggiarle mi è sembrato eccessivo quindi la foto delle uova non ce l'ho, in compenso ho un sacco di foto di "me" con una massa di rospetti. Come dicevo, e qui ribadisco, da sabato 18 marzo 2017 il rospo non mi fa più ribrezzo.

Tribolazioni pre immersione.
Rapido rapido!
Pronto per il tuffo.
Splash...con i rospi.
Un rospo grande e tanti piccoli.
All'assalto.
Questo era il più impavido.
Altri mi hanno scambiato per un autobus.
Nel complesso gli piacevo molto
Una poiana vola alta.
Lasciate che i rospetti vengano a me


Un concorrente sull'altra sponda.









Tutti convocati, a Vicolungo.

Il 25 febbraio 2017 BW Novara ha organizzato una vera e propria Convention dedicata alla natura del territorio novarese. E io ci sono andato.

Il meraviglioso Nibbio bianco fotografato la scorsa primavera da Franco Lorenzini,
invitava ad aderire all'iniziativa. Non si può dire no all'occhio tanto rosso
quanto alieno di questo splendido rapace.

Un ragno che esiste (non che vive: ESISTE) solo a Pavia, il guaio della pochezza della conoscenza diffusa, la sorpresa dei risultati di uno studio di cui pochi ne san qualcosa oltre che, naturalmente, l'incontro con tanta bella gente di tutte le età. Questo è stato, per punti e per "topic" il mio 25 febbraio 2017. Il convegno, organizzato da Novara Birdwatching per festeggiare i 20 anni della lista nazionale di EBN, è stato questo e molto di più.
Pubblico le immagini di un incontro, una festa, un momento di aggregazione, di socialità, il cui collante è stato, e sarà per il futuro, la passione per Natura di casa nostra, del fuori porta. Tutti i partecipanti, tutti, sono persone i cui occhi indagatori sono rivolti prima al giardino di casa, al campo di là della statale e poi sul mondo intero. Da ragazzo pensavo che non valesse la pena cercare la natura selvaggia dove, in prima evidenza, non c'è: quanto mi sbagliavo. L'ho capito con la fotocamera che il Serengeti può essere dietro i capannoni della Valgro, dopo l'autostrada per Milano, e ciò che è esotico e selvaggio (cioè affascinante) è da ricercare più nello spirito che in una regione del Reef africano. Da qui, da questo presupposto, gli occhi curiosi scrutano, analizzano, categorizzano, catalogano e imparano. Si inizia forse per gioco, per passatempo, per curiosità giovanile, un manuale poi due, tre, quattro e si compone una libreria; l'approfondimento cresce, si intensifica e in certi casi assume valenza scientifica, ma comunque sia si accumulano esperienze, conoscenze che (attenzione bene) non sono quelle pur vaste del contadino anziano o del cacciatore d'esperienza, eh no, perchè si tratta di sapere trasversale, multidisciplinale magari un po' superficiale, ma mai confinato ad una finalità specifica.

Punto di ritrovo mattutino presso l'Oasi di Casalbeltrame (NO).
Visto poco chiacchierato tantissimo
Al castello di Vicolungo: l'ATL ci ha invitato tutti ad assaggiare la Paniscia ed un Fara
SQUISITO. 
Franco e Ivaldo e  la giacca sul posto vuoto è la mia. Vicolungo (NO) - Febbraio.
Nikon D800e ob Nikon AFs 18-35/3.5-4.5 G.
Marco (sfuocato) sta parlando con un signore che, fortuna sua, ha visto le gru della Manciuria
 e le aquile di Steller sulle lande gelate dell'Hokkaido. Che invidia.
Vicolungo (NO) - Febbraio.
Nikon D800 ob. Nikon AFs 70-200/2.8 VR II G.
Momenti conviviali, i saluti del sindaco (sindacA, così da far contenta la Boldrini) e l'applauso
 allo chef, meritato giuro. Vicolungo (NO) - Febbraio.
Nikon D800 ob. Nikon AFs 70-200/2.8 VR II G.

Parliamoci chiaro non si è trattato di un workshop accademico in cui docenti universitari presentano le loro pubblicazioni inondando la platea di grafici e numeri, si è trattato invece di un atto di divulgazione bella e buona adatta a qualunque profilo di uditore, unico requisito necessario: una sana e abbondante predisposizione alla curiosità. Sono convinto che, per quanto le tecnologia moderne giochino (idealmente) un ruolo di grande importanza nella diffusione della conoscenza, non c'è paragone con il trasferimento diretto del sapere, dal racconto parola per parola fatto da persona fisica presente e viva. Riflettevo su questo mentre le parole di Richard Billington, ricercatore di Plymouth di stanza in Italia, descrivevano con dettaglio lo stato della conoscenza diffusa e l'importanza di divenire, ciascuno nei suoi limiti, un osservatore, un registratore metodico e scientifico di quanto ci circonda. Il richiamo ad estendere i propri interessi oltre l'osservazione ornitologica non mi ha sorpreso. Pensare di uscire con il binocolo ed osservare SOLO la fauna con penne e piume non è mai stato nelle mie intenzioni, gli uccelli sono semplicemente i vertebrati più grossi e diffusi e quindi diventano naturalmente soggetti fotografici d'elezione, ma non ho mai pensato che una trota lo sia di meno, è solo più difficile (operativamente parlando) metterla nel mirino. Il richiamo del professor Bogliani a non limitare l'osservazione ai soli volatili non andrà disatteso, affatto. Che i volatili siano parte del tutto è noto, meno noto, e Bogliani lo ha chiarito, è che non possiamo usare i soli uccelli come target di biodiversità. Le conclusioni delle ricerche di Bogliani, da lui illustrate in modo molto coinvolgente, sono sorprendenti. Insomma occhio a chiocciole, muschi, erbe, ranocchi e ragnazzi perchè la loro distribuzione di specie offre un'immagine veritiera dello stato del biotopo. L'averla mascherata non basta.

Ma io sono rimasto affascinato dal lavoro descritto da Massimo Soldarini "Vive solo chi si muove". Da molti anni osservo come gli "altri" abitanti di questo mondo cercano di adattarsi alle modifiche del territorio apportate dalla mia specie. Le azioni dell'uomo sono tipicamente di urbanizzazione cioè di occupazione del suolo. Poi, quando si esagera, finisce che un po' di persone si incazzano ed allora, con i suoi tempi, l'autorità capisce e istituisce il Parco, l'area a protezione speciale, il rifugio faunistico, come a lavarsi la coscienza credendo d'aver realizzato una sorta di arca di Noè dove "gli altri" possono trovar rifugio (meglio dire habitat). Eh no, non basta mica, ma secondo voi un pettirosso che attraversa mezza europa può accontentarsi di mezzo ettaro di salici su miglia quadrate di cemento e asfalto? Forse sì, se riesce a trovarlo. La regione Lombardia con LIPU, appoggiandosi al fondo europeo LIFE e con la sponsorizzazione della fondazione Cariplo (fan qualcosa ste banche, evidentemente ogni tanto si sbagliano) hanno realizzato lo studio LIFE TIB Trans Insubria Bionet il cui scopo è stato quello di tracciare le connessioni tra aree verdi della regione Lombardia (provincia di Varese) per individuare i punti di criticità nella connessione tra Appennino e Alpi, cercare di risolverli e tenere conto di questa realtà nella pianificazione urbanistica. Quest'ultimo punto è quello dirimente perché nessuno mai prima di ora ha introdotto questi concetti nella pianificazione urbanistica, roba a totale appannaggio degli architetti del paesaggio con specializzazione "urbanistica" su cui etologi, ecologi, erpetologi ecc non hanno mai potuto neppure segnalare il loro punto di vista. Ma la notizia vera è che uno studio analogo, i cui risultati saranno pubblicati a breve, è stato svolto sulla provincia di Novara. A tal proposito Soldarini ha voluto osservare come in quest'ultimo lavoro hanno potuto accedere, oltre alla conoscenza dei molti osservatori "esperti" (quelli che ho descritto sopra) anche agli archivi dell'ARPA Piemonte i cui dati sono stati importantissimi per individuare zone insospettabilmente molto interessanti. Sì perché tanti animaletti resistono, talvolta prosperano, in luoghi in cui non si getterebbe uno sguardo nemmeno se obbligati.

Invito i lettori ad approfondire l'argomento, non è cosa da tecnici o scienziati, è cosa importante che interessa tutti noi perché se è vero che se fuori della porta non vola più un pipistrello il nostro avatar su facebook non ne risente, è altrettanto vero che l'altro avatar, quello che la mattina deve andare in bagno e a mezzogiorno desidera sedersi ad un tavolo, in modo indiretto (ma nemmeno troppo indiretto) ha giovamento dei pesci nei fiumi come delle rondini nel cielo e delle api sui fiori.

Questo ed altro è stata la convention novarese dei 20 anni di EBN. Ettore Rigamonti è l'uomo che sta dietro a questa come alle precedenti iniziative avvenute in passato, è lui che dedica tempo, forza ed energie per parlare, attraverso il birdwatching e ad una semplice mailing list, dell'ecologia territorio. E' fare ecologia applicata in modo nuovo, con la conoscenza e la divulgazione. Insomma, la coscienza ecologica può vivere e dare frutto senza mettersi a strillare all'assassinio del panda.

Grazie Ettore.

Prendere posto con sereno disordine nell'auditorium del
centro commerciale di Vicolungo Outlet. Sala di buona
capienza molto molto pratica e comoda.
Il signore in camicia verde ha fotografato TUTTO (!)
Il dott. Fontaneto presidente dell'ente Parchi Integrato e il
sindaco di Vicolungo Marzia Vicenzi. Per farli ridere ho
sparato una delle mie minkiate. Questo convegno ha potuto
avere luogo grazie a loro ed alla disponibilità dell'ATL.
Questa signora si chiama Mary Ann Scott. Si intuisce dal nome che non è originaria di Vespolate,
quello che non sanno tutti è che è una pittrice straordinaria e le sue creazioni appartengono di diritto
alla storica tradizione dell'arte di illustrazione naturale anglosassone. Il merlo del quadro è saltato
fuori ed è volato via.
La spalla del Signor Pela, colonna portante delle guardie
del Parco delle Lame del Sesia.
Ettore controlla che la tecnologia non ci si rivolti contro.
Ivaldo traffica con il microfono, preparativi per gli interventi.
Inizia la conferenza. L'uomo in verde non demorde. Parla l'Ettore, dai fagli la foto con il logo di BW Novara
sullo sfondo; zac Franco estrae il cellulare, del resto il
500mm è rimasto a casa...
Dobbiamo alla tenacia di quest'uomo l'esistenza e la prosperità del nodo di EBN di BW Novara.
Una standing ovation per Ettore Rigamonti.
EBN ha fatto già 20 anni, grande conquista, ma il buon Luciano Ruggieri sorvola sul fatto che
abbiamo tutti abbiamo 20 anni di più.
Massimo Soldarini di LIPU illustra in anteprima il risultato dello studio sulla rete "verde" della
 provincia di Novara. Complimenti, di questa cosa dobbiamo parlarne di più.
Questo è un punto di scavallo della SP11 padana superiore.
Solo di qui può passare il Tasso, sopra muore.
Nel volume LIFE TIB è riportato il risultato di uno studio
analogo svolto in provincia di Varese. E' una faccenda
seria, serissima.

Professor G. Bogliani guest Star.
Qui è quando ha cazziato tutti quanti. Ovviamente, con ragione.
Magnus Robb, scozzese, musicista: è troppo giovane per aver fondato i Jethro Tull o suonato il
 basso con Eric Clapton (gli unici musicisti scozzesi che conosco hanno fatto questo), quindi si
tratta del determinato cacciatore di canti degli uccelli. Ho imparato da Magnus che esistono uccelli
che imitano il canto di altri uccelli, tanto per complicare una cosa già difficile: il signor Amadori mi
 è diventato simpatico.
Non è stata colpa di Magnus, si tratta di vittime della Paniscia
di Vicolungo. Ho avuto anche io un mancamento (più legato
al mezzo dito di Fara che alla Paniscia)

Lo scienziato sei tu? No Richard da' retta, lo scienziato sei "tu". Io al massimo sono un testimone
 (confusionario, maldestro e pasticcione).
Ecco l'edificio dell'auditorium di Vicolungo outlet, il più importante centro commerciale della zona.
Ma lo sapranno che si son presi in casa dei sovversivi del consumismo?