contro- intestazione

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Sea&Sea MDX-D300

SCAFANDRO SEA&SEA MDX-D300 per Nikon D300 
(updated Ottobre 2017)
Quando Nikon ha introdotto la serie D3-D300, Sea&Sea non è stata a guardare, ha colto la palla al balzo lanciandosi con decisione nell'aggiornamento dei suoi scafandri subacquei per DSLR. Ed ecco quindi la proposta di Sea&Sea per la D300, la mezzo formato più longeva di casa Nikon.

Sea&Sea MDX-D300 con fotocamera alloggiata
MDX-D300 fronte e retro
Se le costruzioni di Sea&Sea per fotocamere a pellicola avevano già lasciato un segno importante, il gioco era evidentemente diventato serissimo con l'introduzione del primo scafandro professionale MDX per Canon Eos 1D. Erano i primi anni del duemila e questo oggetto aveva fatto sobbalzare sulla sedia un po' tutti quanti, perchè in un contesto di tecnologia digitale in rapida evoluzione, appariva folle proporre uno strumento così curato e ben progettato (al minimo dettaglio). Un oggetto, insomma, fatto per durare ben di più dell'arco di vita della tecnologia della fotocamera alloggiata. Ma quel modello di Canon DSLR, per il quale lo scafandro Sea&sea era dedicato, era già allora un passo avanti e Sea&Sea lo aveva capito. Come ha capito che le DSLR Nikon introdotte nel 2007 (D3 e D300) erano strumenti in grado di fornire un file di grande qualità, che avrebbe retto bene il confronto anche con le generazioni di fotocamere successive.

Scafandro in alluminio anodizzato

Il corpo scafandro MDX-D300 è realizzato in due gusci lega di alluminio anticorrosione. Si tratta di strutture scolpite dal pieno, quindi anodizzate (non verniciate) sia dentro che fuori. Anche i corpi degli oblò sono realizzati con lo stesso alluminio mentre le flange paraluce del Dome Port Fisheye sono in nylon. Anche le impugnature sono di alluminio anodizzato, ma con finitura ruvida antiscivolo. La chiusura dei due gusci è garantita dai classici ganci in acciaio, riparati da una apposito carter plastico che ne impedisce l'apertura accidentale. Gli oblò sono venduti in scatola di cartone e sacchetto pluriball. In sostanza non ci sono tappi di protezione per il trasporto degli oblò separati dallo scafandro, tappi che, ovviamente, sono disponibili come accessori (anche la copertura in neoprene del Dome è venduta a parte).

Interno parte anteriore dello scafandro

Interno parte posteriore

Pulsanti e comandi, i controlli a portata di dita.
La fotocamera va alloggiata come di consueto nel guscio anteriore, per mezzo di una slitta di plastica da avvitare alla filettatura cavalletto del corpo macchina. Per alloggiare correttamente la fotocamera occorre togliere il cinghiolo, ma anche l'oculare in gomma e la protezione in plastica del display; altrimenti potrà succedere che alcuni pulsanti non lavorino correttamente. Lo scafandro è costruito al millimetro attorno alla D300. Non si provi a fare qualche congettura iperbolica. Questo scafandro vivrà con la D300 per la quale è stato progettato. L'oblò, con o senza distanziatore, va montato prima di chiudere il guscio perché il blocco di sgancio è posto sotto l'alloggiamento della fotocamera.

Alloggiamento della fotocamera nello scafandro.


Lo scafandro si impugna e brandeggia bene, vien subito voglia di usarlo. Sea&Sea è nota per riportare fuori tutti i comandi. Manca solo la profondità di campo. Il mirino standard può essere sostituito con differenti tipi, diversi per ingrandimento e visione dell'inquadratura. Devo dire che lo standard va piuttosto bene, anche se rimpiango un po' i voluminosi mirini delle mie A80...Comunque esiste la possibilità di montare anche un mirino angolare che non farà rimpiangere nessun pentaprisma sportivo di F3,4 e 5. Tutti i comandi sono a portata di dita, e ben governabili anche con guanti spessi.

Pulsanti fondamentali: accensione e play preview, non se ne può fare a meno!

Il comando della ghiera diaframmi è posto sullo spigolo anteriore destro dello scafandro, mentre la ghiera dei tempi è comandabile da un grosso pomolo sul retro. Occorre fare un po' di pratica per ritrovarsi con queste ghiere, ma tutto sommato ci si abitua velocemente. I 4 pulsanti per il posizionamento della mira AF sono a portata di pollice destro. Senza lasciare l'impugnatura, e senza scostare la maschera dal mirino, si riesce benissimo a posizionare la mira AF nella zona desiderata. Attenzione: prima di immergersi è bene provare tutti i pulsanti. Poche frazioni di millimetro di disallineamento nel montaggio della fotocamera impediscono il corretto funzionamento dei pulsanti. Sarebbe bastata una corsa leggermente più lunga degli alberini di comando per evitare questo problema.

I pulsanti cursore, e il display superiore della fotocamera: utilissimo.

Lo scafandro presenta due contatti flash tipo Nikonos TTL. Ma attenzione, uno solo dei due è utilizzabile come contatto flash standard. L'altro è la connessione del Converter Sea&Sea cioè di un dispositivo accessorio che consente il dialogo TTL tra la fotocamera e i Flash Sea&Sea (pure vecchi come i miei YS120). Volendo è possibile trasformare il Converter in una seconda presa flash standard. Io ho risolto ricorrendo al mio vecchio cavo doppio Sea&Sea (Y cable), quindi per ora uso l'unica presa Nikonos standard.

Boccole di collegamento flash

D300 e Sigma 8-16/4.5-5.6: la ripresa super grandangolare.
Ho scelto il Sigma 8-16/4.5-5.6, uno zoom non Fisheye, ma superwide rettilineo, preferendolo al Nikon 10-24 perché quei due millimetri in meno a quelle focali pesano parecchio in termini di angolo e PDC. L'escursione 2x sembra poca, ma per le applicazioni subacquee è più che sufficiente. Alla lunghezza massima di 16mm si ha un campo inquadrato pari a quello di un 24mm sul Full Frame. Questa è la LF ideale per riprendere i pesci inseriti nel loro habitat. Ma è alla LF più corta che lo zoom di Sigma fa la differenza perché offre circa 120° di ampiezza di inquadratura ed una PDC veramente impressionante.

Nikon D300 ob. Sigma HSM 8-16/4.5-5.6 in MDX-D300
L'anello d'estensione ER40 necessario per l'obiettivo Sigma HSM 8-16/4.5-5.6
Il Dome Port 240mm con copertura in protettiva neoprene alloggiato sul distanziatore.

Scafandro pronto all'uso con l'ob.Sigma HSM 8-16/4.5-5.6

Il Sigma 8-16 presenta una  minima distanza di messa a fuoco di 24 cm, che è un valore piuttosto alto per queste applicazioni. In acqua è molto importante avere una minima messa a fuoco il più corta possibile in quanto l'oblò si comporta da lente negativa, allungando di conseguenza il fuoco minimo. Il dato di 24cm è un valore limite che comunque rende l'obiettivo ancora impiegabile in scafandratura purchè, per dirla tutta, si utilizzi un Dome Port di curvatura veramente ampia come il Sea&Sea 240.
Sea&Sea non ha in catalogo una ghiera per comandare lo zoom di questo Sigma. Ma FracoSub, o meglio il sig. Fulvio Reina, ha accettato la sfida e, partendo da una ghiera per il 17-35 Nikon, con un bel po' di lavoro di tornitura, è riuscito ad adattarla al Sigma. Per un pelo, proprio lo spessore di un pelo è infatti la distanza che rimane tra l'ingranaggio e il maledetto selettore di AF-MF presente sul barilotto dell'obiettivo! Ma ecco che arriva l'azzardo: che distanziatore utilizzare? Sea&Sea non dice nulla, ma guardando il lens chart e navigando su internet mi son convinto che l'Extension Ring 40 (il più lungo) potesse essere quello giusto. E direi che ci ho preso!

MDX-D300 Fisheye Dome Port da 240mm e distanziatore ER40

Riporto una serie di scatti realizzati con lo zoom super grandangolare Sigma 8-16/4.5-5.6. L'obiettivo, grazie al distanziatore, riesce a focheggiare quasi alla superficie interna dell'oblò. Inoltre la PDC esagerata consente  di mantenere nitido il campo inquadrato sia sopra che sott'acqua. Faccio notare che quest''obiettivo, nonostante la costruzione ottica esasperata, mantiene buone proprietà di controllo dei riflessi da luci laterali.
Controluce estremi nel mare di Sardegna, Alghero (SS) e Orosei (NU).
Nikon D300 ob Sigma HSM 8-16/4.5-5.6  in Sea&Sea MDX-D300 + ER40 + dome port 240.

Nelle riprese grandangolari subacquee l'ampio angolo di campo permette di catturare “paesaggi” anche in condizioni di acque non limpidissime come nello scatto seguente.

Persici sole in cava allagata, Ticino di Cerano (NO) - Settembre.
Nikon D300 ob. Sigma HSM 8-16/4.5-5.6 @ 8 mm in MDX-D300, Dome Sea&Sea 240+ER40;
Double Flash Sea&Sea YS-120 TLC 4+8+8" arms.
Spiaggia di Piscinas, Arbus (OR) - Maggio.
Nikon D300, ob Sigma HSM 8-16/4.5-5.6 @ 8 mm in MDX-D300 + ER40 + Dome Sea&Sea 240.
Mar dei Caraibi, Cauhita (CR) - Agosto.
Nikon D300, ob Sigma HSM 8-16/4.5-5.6 @ 8 mm in MDX-D300 + ER40 + Dome Sea&Sea 240.

Dal paesaggio subacqueo, al ritaglio di dettagli, alle riprese di "gruppo", questo zoom consente un'ampia gamma di possibilità di ripresa. Grazie all'esagerato angolo di campo è possibile registrare immagini di ampio respiro in ambienti particolarmente "angusti" senza dover ricorrere alla distorsione fisheye. E per quanto i Gbyte della scheda si riempano velocemente, non riescono ad eguagliare la velocità di deperimento dell'energia del  subacqueo. Quindi si abbandona l'attività ricreativa ben prima d'aver esaurito la memoria disponibile o le batterie della fotocamera. No no, chi si esaurisce per primo è il fotografo!

Nikon AF 10.5/2.8 Fisheye

Ovviamente, prima o poi doveva accadere, non si può fare a meno di portare sott'acqua il micidiale Nikon 10.5/2.8 Fisheye. Confermo quello che dicono tutti: è un fisheye che sembra fatto apposta per le riprese sub. Con la sua cortissima minima distanza di messa a fuoco, permette di avvicinare molto i soggetti. Certo che il Dome 240 non è proprio l'oblò più indicato per queste riprese (è grosso e sbatte dappertutto), ma il piccolo fisheye dietro alla bolla di 240mm rende molto molto bene. Attenzione alla messa a fuoco, però, perché c'è il rischio di focheggiare solo le goccioline sull'oblò.

Costa Paradiso (OTP) - Agosto.
Nikon D300, ob Nikon AF 10.5/2.8 ED fisheye in MDX-D300 + Dome Sea&Sea 240.


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Assetto Macro: un classico rivisitato.
Sott'acqua la macro riserva sempre sorprese. Ma io qua non ne ho volute e sono andato sul super – classico: 60 micro. Quello nuovo Afs. L'autofocus è un missile. Purtroppo lo sono anche le larve di certi odonati che mi hanno fregato ugualmente.
Nikon AFs 60/2.8 Micro
MDX-D300 e Macro Port Base + Compact Macro Port S (35),
ob. Nikon AFs 60/2.8 G Micro ED.

Il Nikon AFs 60/2.8 G Micro si rivela uno strumento molto versatile. In immersione le sue qualità di nitidezza e velocità di messa a fuoco consentono di rendere semplici riprese un tempo assolutamente impraticabili. E' semplice, quasi banale, inquadrare e scattare il ritratto ad un pesce in movimento. I 51 punti di messa a fuoco della D300 liberano dai vincoli di inquadratura, e il tutto diventa solo un problema di individuazione di soggetti interessanti.

Peperoncino rosso, S.Antioco - Giugno.
Nikon D300 ob Nikon AF-s 60/2.8 Micro ED in Sea&Sea MDX-D300 + Macro Port Base NX
+ Compact Macro Port S (35),
Double Flash Sea&Sea YS-120 TLC 4+8+8" arms.
Idromedusa, Cerano (NO) - Settembre.
Nikon D300 ob Nikon AF-s 60/2.8 Micro ED in Sea&Sea MDX-D300 + Macro Port Base NX
+ Compact Macro Port S (35),
Double Flash Sea&Sea YS-120 TLC 4+8+8" arms.

Anche il Nikon AFs 105/2.8 Micro VR può essere alloggiato nello stesso oblò, salvo l'aggiunta del distanziatore ER20. Devo dire però che è un obiettivo meno facile del 60. Sott'acqua allontanarsi troppo dal soggetto significa aumentare lo spessore di acqua tra noi e il bersaglio e se questo giova in termini di "disturbo" di certo non aiuta la definizione dei dettagli. Ho provato anche il moltiplicatore di focale TC14. Occorre montare il distanziatore più lungo ER40 per contenere nello scafandro un 150/4 macro molto potente, di grande qualità ottica e notevole difficoltà di utilizzo: mantenere il fuoco micrometrico è un'impresa che mette in difficoltà l'ottimo AF della D300 oltre che richiedere la pazienza di Giobbe.

Nikon AFs 105/2.8 VR Micro e TC14EII e TC17EII 
Nudibranco, Marina di Gairo (Ogl) - Giugno.
Nikon D300 ob Nikon AF-s 105/2.8 Micro ED in Sea&Sea MDX-D300 +
ER20 + Macro Port Base NX + Compact Macro Port S (35),
Double Flash Sea&Sea YS-D1 TLC 4+8+8" arms.
Tritone, Lago Nero Buscagna (VB) - Giugno.
Nikon D300 ob Nikon AF-s 105/2.8 Micro ED in Sea&Sea MDX-D300 +
ER20 + Macro Port Base NX + Compact Macro Port S (35),
Double Flash Sea&Sea YS-D1 TLC 4+8+8" arms.
Tritone sardo, Marina di Gairo (Ogl) - Giugno.
Nikon D300 ob Nikon AF-s 105/2.8 Micro ED +TC14 II in
Sea&Sea MDX-D300 + ER40 + Macro Port Base NX + Compact Macro Port S (35),
Double Flash Sea&Sea YS-D1 TLC 4+8+8" arms.


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Dati Tecnici Operativi.
In acqua dolce lo scafandro in configurazione Wide è leggermente positivo mentre in Macro è negativo. Fortunatamente Flash e relativi braccetti rimettono le cose a posto e anche in Wide l'insieme diventa leggermente negativo. Ma quanta fatca richiede portatrsi in giro questo scafandro e tutto l'armamentario di corredo?


Scafandro MDX-D300 + Extension Ring 40 + NX Fisheye Dome Port + D300 + obiettivo 8-16 Sigma: PESO 5.70 Kg

Scafandro MDX-D300 + NX Macro Port Base + Compact Macro Port S (35) + D300 + obiettivo 60 AFs Nikon: PESO 4.60 Kg

Kit completo raffigurato nella fotografia: scafandro MDX-D300 + Extension Ring 40 + NX Fisheye Dome Port + D300 + obiettivo 8-16 Sigma + NX Macro Port Base + Compact Macro Port S (35) + D300 + obiettivo 60 AFs Nikon + Flash YS120 (x2) + Braccio TLC da 8”+8”+4” (x2): PESO 10.50 Kg

Tutto sulle spalle!

Per le mie avventure subacquee uso uno zaino da montagna a gerla da 50 l. Contiene la muta e il resto dell'attrezzatura da immersione. Lo scafandro senza le manopole lo ripongo per ultimo in cima a tutto con il Dome Port montato rivolto verso l'alto. Le pinne e la cintura pesi le attacco fuori: effettivamente bisogna crederci.

Manutenzione.
Valgono le solite regole utili per qualsiasi scafandro. Lavaggio dopo l'uso in acqua dolce, asciugare a tampone e riporre in ambiente fresco. Negli anni però ho imparato qualche trucchetto che è il caso di raccontare.Dopo un'immersione in acque non particolarmente cristalline, particelle di fango e finissima sabbia si sono infilate in ogni fessura dello scafandro. Per prima cosa appena uscito dall'acqua, occorre darsi una rapida asciugata a mani e testa (che sgocciola) quindi occuparsi dello scafandro. Si parte dall'oblò in metacrilato. La cupola ha sicuramente catturato, al momento dell'uscita, le peggio schifezze presenti sulla superficie dell'acqua. Utilizzo perciò uno spruzzatore d'acqua, pulita, il cui flusso porta via le pericolose particelle che possono rigare la superficie della cupola. Dopo questa sciacquata tampono il Dome con un morbido straccio in microfibra infine lo copro con il suo cappuccio in neoprene. (così facendo, nonostante un decennio di utilizzo, ho mantenuto come nuovi gli oblò 8” delle Aquatica). Il resto dello scafandro lo irroro allo stesso modo per portare via il più grosso, poi asciugo senza perderci molto tempo, quel tanto che basta per scollegare i flash e smontare i braccetti. Le cure decisive verranno messe in atto nel bagno di casa. Qui tolgo la copertura in neoprene del Dome e con un getto di acqua tiepida risciacquo tutto vigorosamente, su tutti i lati. Quindi faccio percolare acqua saponata, allo shampoo neutro, sulla cupola del Dome. Il tensioattivo dello shampoo detergerà completamente la superficie in metacrilato ed in questo modo, dopo il risciacquo, saranno pochissime le gocce d'acqua che resteranno sulla cupola. Prima di risciacquare però, utilizzando un pennello morbido insaponato (sempre con la stessa acqua e shampoo), lavo le parti ricche di cavità ed interstizi dello scafandro in alluminio.
Questa azione porterà via fango e sabbia incastrati in zone irraggiungibili dal flusso d'acqua della doccia. Infine risciacquo tutto. L'asciugatura delle gocce sul Dome la eseguo a tampone con un panno morbido o preferibilmente facendo un tampone con la carta igienica. NON SFREGARE MAI LA SUPERFICIE DELLA CUPOLA! Anche se ora il dome è asciutto, non lo ricopro subito con il suo cappuccio in neoprene. Prima con un panno asciugo tutto il resto e ripongo lo scafandro così com'è su un mobile all'aria. Il trattamento qui descritto porta via non più di 10 minuti. Dopo un paio d'ore, o magari la mattina dopo, ricopro il Dome con il suo cappuccio e mi preparo ad aprire lo scafandro perché c'è ancora da pulire l'OR principale. Nella fessura tre i due gusci può essersi inserita della sabbia fine che il lavaggio non ha portato via. Questa sabbia si appiccica al lubrificante dell'OR e per eliminarla è bene seguire le istruzioni del costruttore. Sea&Sea fornisce un apposito attrezzo di plastica per estrarre l'OR dalla sua sede senza danneggiarlo. Aquatica non era così fine e io mi ero attrezzato con una vecchia scheda telefonica di plastica che si infila nella cava dell'OR e lo spinge fuori senza rovinarlo. Ma va detto che gli OR di Sea&Sea sono differenti. Sono molto morbidi, quindi seguo le indicazioni del libretto. Una volta ripulito l'OR è necessario pulire anche la sua sede nel guscio anteriore e la battuta sul guscio posteriore. Quindi si deve lubrificare l'OR prima di rimetterlo al suo posto. Sea&Sea fornisce un lubrificante siliconico apposito: occorre usare questo, altri tipi possono deteriorare l'OR. Occorre dare un'occhiata anche agli OR del distanziatore e degli Oblò, ma è più difficile che lo sporco raggiunga quelle parti. Infine ripongo lo scafandro, senza oblò, aperto con i due gusci separati e solo appoggiati l'uno all'altro, in una busta di plastica. In questo modo l'OR dello scafandro non sarà sottoposto alla pressione dei ganci e si manterrà elastico per un periodo più lungo.

Note Dolenti.
Sono entusiasta di questo strumento. Il passaggio al sistema Sea&Sea non mi ha fatto rimpiangere le mie vecchie scafandrature Aquatica e ciò vuol dire molto perché per queste provo una forma di ”affetto” che mi è difficile spiegare. Non posso però esimermi dal fare alcune osservazioni su questo sistema fotosub nipponico.
Sea&Sea si è “bevuta” il blocco di sicurezza degli oblò con distanziatore. Come accennato in precedenza, esiste un blocco dell'oblò posto sotto la slitta di alloggiamento della fotocamera. Peccato però che se si monta un distanziatore tra lo scafandro e l'oblò vero e proprio, questo blocco fermerà solo il distanziatore e l'oblò risulta libero di girare nella baionetta del distanziatore. Fortunatamente l'attrito dell'OR nella sua sede di lavoro e la pressione dell'acqua impediscono rotazioni e sganci tragici dell'oblò in immersione. Fatto sta che manca un blocco di sicurezza tra il distanziatore e l'oblò terminale. Non c'è la filettatura per il montaggio sul treppiede. Non capisco la ragione della sua assenza, in passato era presente sulle MDX per fotocamere a pellicola. So che dovrò inventare qualcosa per sopperire a questa mancanza. E' grave che un costruttore così attento sottovaluti le potenzialità del materiale da lui stesso prodotto. Lo scafandro si vede che è fatto per essere usato con frequenza, da persone che sanno quel che fanno. Allora perché privare la possibilità di utilizzarlo in modo assolutamente completo?
Allo stesso modo reclamo la clamorosa assenza di un connettore per il controllo a distanza. Aquatica e Seacam hanno in catalogo un remote shutter (Seacam è un po' più avanzata da questo punto di vista). Sea&Sea ha dimostrato di voler competere con questi concorrenti e di essere in grado di fare bene e anche meglio. Ebbene? Per quale motivo recondito sarò ancora costretto a ricorrere allo spago di nylon per fare scattare la fotocamera a distanza?? nel Terzo Millennio!?!?!
Infine: i lotti di produzione di questa serie MDX NIKON sono stati scarsi!! Capisco la paura di lasciare materiale in magazzino, ma diamine! Per Nikon è stata disponibile a lungo solo la MDX-D300s. La MDX-D700 è stata una meteora prodotta in numeri da collezione, la MDX-D3 ha avuto vita brevissima infine la MDX-D300, beh l'ultima a magazzino Fraco SUB la comperai io.


Per chi volesse maggiori dettagli relativamente ad accessori e costi, consiglio di rivolgersi direttamente a Fraco Sub distributore italiano di Sea&Sea. Sapranno consigliarvi nel miglior modo possibile e guidarvi nell'acquisto.


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