contro- intestazione

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TuttoTripod

Last update: Ottobre 2022 recuperato dopo disastro Google IMAGES (stra-FANCULO!)

A fotografare ci vado con le gambe.

NOTA BENE: Quanto segue non vuole essere la recensione di uno specifico prodotto, ma solamente la sintesi di oltre un quarto di secolo di pellegrinaggio fotografico. Tutte le attrezzature illustrate sono quelle che uso normalmente ed alcuni di questi oggetti (Manfrotto 055, Arca B1 ...) sono oggi in produzione con nuova veste e nuovo nome, ma la sostanza non cambia. Per quanto riesco, e per le mie esperienze, cerco di mantenere aggiornata questa pagina. Per il resto: buone foto a tutti.

Perché uno Stativo? Pesa un accidente ed è grosso!
Oggi sono in molti a considerare il treppiede come un "accessorio". Peccato che l'essere umano non è una statua del Canova e la prima causa di perdita di definizione di un'immagine fotografica è dovuta al mosso/micro-mosso. E poi, perché non sfruttare tutti tempi di otturazione disponibili, lasciando che la nostra fotocamera ci conduca nell'imprevedibile realtà delle lunghe esposizioni e nella vertigine della profondità di campo estesa all'infinito?

Un paio di situazioni inaffrontabili senza un buon treppiede.

Quale treppiede? Ce ne sono mille mila in commercio!
Sì, ce ne sono proprio tanti, oggi più di ieri, e di ottima qualità. Ma attenzione, ci sono anche delle costruzioni che millantano un credito eccessivo. La mia testimonianza è frutto di una ultra ventennale attività di "Outdoor Photographer" (fotografo di campagna). Certamente io non sono stato baciato in fronte dalla dea della Verità, quindi questa mia va presa come una informazione utile a fare riflettere e magari ad aiutare nella scelta. Le mie, di scelte, sono tutte qui e non me ne rimangio neanche una. Voglio però precisare un concetto fondamentale: spesso per comodità, per stanchezza o per noia, si tende a non trascinarsi appresso il treppiede: quanto più un treppiede è leggero e pratico nell'uso, tanto minore sarà la disaffezione e la pigrizia d'usarlo, con tutto vantaggio per le nostre fotografie che saranno più varie e (sopratutto) più NITIDE.

Quali caratteristiche per un buon treppiede?
Quanto pesa la mia macchina fotografica? E' questa la vera domanda. Lo stativo giusto non può prescindere dalla fotocamera che deve sorreggere. Assunto questo, però, ci sono dei particolari che possono fare la differenza.
  • Colonna centrale: di solito è presente e può essere utile. E' importante però che il sistema di serraggio sia bello robusto e non introduca "giochi", altrimenti, da comodo aiuto, diviene fattore dannoso che riduce la stabilità dell'insieme. Nel dubbio, meglio rinunciarvi.
  • Chiusura delle gambe: qualsiasi sia la soluzione adottata dal costruttore è bene che il serraggio sia solido e pratico. Se si riesce ad aprire e estrarre una sezione di gamba con una mano sola allora è un buon sistema.
  • Altezza massima del treppiede: non serve che porti la fotocamera fino al nostro occhio, possiamo fare lo sforzo e abbassare noi la capoccia quel tanto che basta.
  • Numero di sezioni per gamba: 4 è il limite, ma 3 è meglio. Oltre a 4 sezioni siamo davanti ad un generatore armonico di oscillazioni spontanee.
  • Altezza minima del treppiede cioè massima apertura delle gambe: più si possono divaricare le gambe, meglio è; conviene anche avere molte tacche di posizionamento nell'angolo d'apertura, più ce ne sono, meglio è.
  • Dimensione da chiuso: dobbiamo portarlo a spasso e se è un mastodonte ce l'avremo dura. La misura ideale è quella del nostro zaino da montagna preferito, chissà come mai.

Manfrotto l'alluminio e la fotografia.
La bella sviolinata che segue la faccio volentieri per i Manfrotto in Alluminio, perché, secondo me, Manfrotto sa fare questo ed è con questo materiale che ha sbaragliato la concorrenza. Per intenderci: non credo proprio che Manfrotto sarebbe arrivata dove è oggi con i 190 e 055 Carbon. Sono sì più leggeri dei corrispettivi in alluminio, ma altrettanto meno stabili e allora tanto vale cercare altrove. Invece i treppiedi Manfrotto realizzati in alluminio anodizzato e/o verniciato, sono delle costruzioni estremamente valide. Dalla serie economica a quella più "impegnativa", questi stativi sono solidissimi e molto stabili, temono poco gli agenti atmosferici, risultando degli strumenti efficienti anche dopo tanti anni di utilizzo intenso. Io ho fotografato con le serie 055 e 190 (e solo in un paio di occasioni il 475 con colonna a cremagliera) e di questi racconto esperienze d'uso e abuso.

Manfrotto 190 "accorciato" e Manfrotto 055 classic versioni anni '90.
Levette serraggio gambe 055 classicChiavette serraggio gambe 190

Manfrotto 055 il principe degli stativi per il 35mm. Lo 055 è grado di gestire pesi ragguardevoli, fino a 4-5 Kg se abbinato ad una buona testa e senza imporre la massima estensione, ha dalla sua una colonna rapida modulare, un peso non eccessivo e una versatilità nel posizionamento seconda a nessuno. La nuova versione dello 055 classic è stata migliorata proprio nel blocco della colonna. Esistono altre versioni dello 055, anche un po' più complicate, ma la sostanza non cambia di molto.

Ribaltamento colonna dello 055
In azione con il Manfrotto 055 e Arca Swiss B1, si può notare l'assenza della seconda parte della colonna centrale.

Manfrotto 190 minuto ma sincero. E' un modello più piccino e quindi più debole rispetto allo 055, ma, pesando decisamente meno, diventa un compagno d'escursione non troppo invadente. Ho verificato che è possibile impiegarlo con focali lunghe fino a 300 mm e pesi prossimi ai 4kg. Cercate nel blog e troverete un sacco di scatti realizzati con questo assetto.

Il Manfrotto 190 con Sunwayfoto XB-44, la testa più adatta a questo pratico treppiede, stativo che mi son scarrozzato un po' dovunque.

News Gennaio 2016: Manfrotto ha introdotto un modello interessante: il 190go! in carbonio. Ho chiesto all'ufficio stampa di Manfrotto un paio di foto da inserire in questa pagina (abbastanza frequentata, lo confesso) ed eccole qui. Balza all'occhio la decisione di Manfrotto di utilizzare i serraggi gambe a manicotto stile Gitzo (vedi inseguito). Concorrenza in casa? Non credo, mi pare invece una scelta furba utile ad attrarre qualche indeciso con un articolo di livello medio ma che promette grande praticità di utilizzo. Significativa la riduzione dell'altezza del piattello dalla crociera (era ora) avendo posto il dispositivo di ribaltamento colonna sotto il cavalletto (gambe completamente ribaltabili). Insomma mi pare uno strumento veramente interessante, giusto segnalarlo.

Il nuovo Manfrotto 190go! in versione Carbon Fiber (foto cortesia Manfrotto)

Manfrotto e il piacere del FAIDATE. I miei 055 e 190 negli anni hanno subito interventi di "customizzazione" utili alle mie esigenze. Sul 190 la sega da ferro ha trovato buon uso, riducendolo ad una versione Short ... sì, perché nel 1994 Manfrotto non aveva ancora introdotto la serie corta e io li ho anticipati. Così il 190 è più pratico per trasporto a zaino e con questo assetto mi ha accompagnato su e giù per le montagne di casa e per altre montagne un po' più lontane. Non solo: per una particolare esigenza di "immersione" al 190 ho sostituito tutta la viteria di serie con viti inox. Questo mi consente di immergerlo completamente senza alcun pensiero.  Allo 055 invece ho accorciato parte della colonna centrale, in modo da non creare impiccio sotto la crociera durante gli appostamenti con il treppiede a gambe divaricate Questi interventi li ho potuti realizzare solo grazie alla caratteristica di completa "smontabilità" che solo Manfrotto ha, da sempre, offerto,  possibilità che consente di eseguire da sé piccoli o grandi interventi di manutenzione utili a garantire una durata lavorativa praticamente illimitata. I Manfrotto alla fin fine sono degli strumenti "rustici" e non richiedono molta attenzione nell'uso quotidiano. Il mio 055 è stato investito da un'automobile (gli è passata sopra) riportando solo qualche graffio; il 190 è caduto in una pozza di marea, l'ho sciacquato in acqua dolce ed è tornato come prima. Entrambi i treppiedi hanno affrontato un po' di tutto, dalla neve alle sabbie costiere, dal fango all'immersione totale in acque non proprio cristalline, e dopo tanti anni sono ancora qui pronti all'uso e al 100% delle loro possibilità.

Gitzo: la differenza c'è e si vede.
Da felice utilizzatore di treppiedi Manfrotto per anni ho guardato ai Gitzo come si guarda a un oggetto di lusso, tanto bello quanto inutile. Un dì però ebbi l'occasione di provare un Gitzo della serie Systematic e mi colpì la solenne solidità dell'insieme, la sobrietà della costruzione e soprattutto la possibilità di asportare la colonna centrale sostituendola con un semplice piattello con vite 3/4 " per teste fotografiche. Ma a spingermi verso il sistema Gitzo in verità è stato il Nikon Ais 600/4 con la sue masse aggettanti. Per ottenere la ricercata stabilità inizialmente ho fatto ricorso ad un vecchio e possente Studex G5 armato di testa Arca Swiss B1g. I quasi 8kg di stativo sono una bella sfida per il trasporto. Diversi strappi ai tricipiti e dolorosi crampi ai muscoli addominali mi hanno fatto decidere per il Carbonio. Rimpiango di non averlo fatto prima!! Quante foto non ho scattato perché il treppiede era rimasto in macchina, a casa o nel garage! Adesso è sempre con me, adesso bastano i soli 2,5 Kg scarsi del Gitzo GT3541LS + Arca B1 per fotografare di tutto, montandoci sopra quasi tutto! Infine una considerazione: i Gitzo in carbonio costano cari, ma anche le nostre macchine e i nostri obiettivi sono dolorosamente costosi. Proprio sul supporto alla nostra attrezzatura ci vengono le "braccine corte"? Come dire: fatto trenta, tanto vale fare trentuno.

I miei "indispensabili" Gitzo Systematic  GT 3541LS e GT5541LS
Sul monte Fenera in compagnia del Gitzo GT5541LS
Apro il leggero Gitzo GT3541LS tra le rocce di Montresta (Bosa).
Da lì a poco inciamperò danneggiando il Nikon AFs 17-35/2.8 
I Systematic G5 Studex e Gt5541LS dettaglio piastra rimovibile per inserimento eventuale
colonna centrale; da sinistra:  Gitzo GT3541LS + Arca Swiss B1,  Manfrotto 190 + benro KS0
ed infine Manfrotto 055 + Arca Swiss B1+ Q.R. Arca Photoseiki.
La foto mostra bene il vantaggio della soluzione Gitzo Systematic.

Il carattere di modularità della serie Gitzo Systematic (sia in alluminio che in carbonio) è allo stato attuale ancora insuperato. Poter asportare la colonna centrale è molto utile in quanto consente di posizionare il punto di attacco testa esattamente al centro della crociera gambe e non, come sui Manfrotto, sollevato due - tre centimetri più in alto. In questo modo Gitzo permette di eliminare una "cerniera", punto di blocco della colonna centrale, che è generatore di micro movimenti dannosissimi, e inoltre di annullare ulteriori amplificazioni delle vibrazioni dovute ad un inutile "braccio aggiuntivo" di sollevamento. In luogo della colonna centrale o del piattello è possibile inserire un adattatore per teste a culla sferiche tipiche del settore cine. Gitzo propone infine anche un tipo di testa semisferica che si incastra nel vano piattello e consente il massimo della stabilità.

Nota: questo tipo di soluzione è adottata anche da Berlebach sui suoi più grossi treppiedi in legno; però dati i costi, non minimali, i pesi e gli ingombri ad essi ho preferito di gran lunga la serie Gitzo Systematic in carbonio.

Serraggio gambe Gitzo: i manicotti più comodi del mondo. Mentre Manfrotto si è affidata da sempre in soluzioni a chiavetta, Gitzo ha utilizzato ghiere di chiusura coassiali alla gamba. I detrattori di questa soluzione osservano che questo tipo di chiusura può essere danneggiata da infiltrazioni di granelli di sabbia che si possono incastrare nelle filettature. Non nego che sia opportuno un minimo di attenzione, ma quanto vale in termini di ingombro la scelta Gitzo!! Le chiavette Manfrotto si impigliano in ogni dove e sporgono fastidiosamente quando si appende, come a me capita spesso, il treppiede fuori dallo zaino. Inoltre le chiavette del mio 055 devono essere periodicamente "registrate", dando una bella stretta al contro-dado del manicotto di blocco, altrimenti la leva di chiusura arriva a fondo corsa senza stringere ... un tubo, con il bel risultato (snervante) di gambe "lentamente" retrattili. Questo problema è assente sul 190 che ha delle chiavette a vite, quindi senza problema di fondo corsa. Entrambe i sistemi di serraggio gambe Gitzo e Manfrotto consentono la chiusura - apertura con una mano sola! Una comodità infinita specialmente durante appostamenti scomodi, dove raggiungere la vite di serraggio è già un'impresa: figurarsi riuscirci con due mani. In questo particolare frangente però Gitzo vince in praticità.

Serraggio gambe Gitzo penultima serie.Vecchio e nuovo serraggio Gitzo.
Il Gitzo GT3541LS consente di portare a spasso teleobiettivi pesanti (a destra il 600/4 VR) in grande sicurezza.


Appunto sulle nuove tendenze Gitzo.
Quando si dice "squadra che vince non si cambia" si dice una grande verità. Gitzo ha voluto cambiare ugualmente e nel 2012 ha rimodernato la sua serie Systematic. Le innovazioni introdotte sono di poco conto, ma non sono nella direzione di un effettivo miglioramento, anzi. Gitzo ha ridisegnato la crociera facendola bella "spigolosa". Si vede che i bordi arrotondati della serie precedente avevano una linea un po' antiquata. Questa nuova modernissima forma farà parlare i molti fotografi che si procureranno qualche livido in più urtando queste stilose puntute curve. E' stata poi aggiunta una chiavetta per lo sgancio del piattello: una cosa che mi lascia veramente perplesso. Ma in Gitzo credono che siamo lì ogni 5 minuti a togliere e rimettere la colonna centrale? O credono che chi si porta sulle spalle un treppiede in carbonio si porti appresso anche colonna centrale e piattello sostitutivo?  E se anche lo facesse, quale guasto gli arrecherebbe infilarsi in tasca la chiave torques Gitzo da 7 grammi (è nella scatola del treppiede)? In compenso adesso con un colpetto ben assestato, e ovviamente involontario, è possibile allentare la ganascia della crociera e tanti auguri!! Bah, beata fantasia! Io ho fatto appena a tempo a procurarmi l'ultimo GT5541LS in magazzino, in sostituzione di quello che mi è stato rubato dal baule dell'automobile.


Comparazione sintetica dei ferri descritti. Qui riporto una tabellina nella quale per ogni stativo è indicato il peso del cavalletto + testa e il carico massimo (come peso e Lunghezza Focale) con cui ho realizzato con successo riprese in posa B. Chiaramente tali riprese sono state effettuate con scatto a filo e mirror up, con cavalletto aperto all'altezza ottimale e su terreno solido non sdrucciolevole.

Tabella comparativa pesi - prestazioni.
Modello treppiede e testa. Peso. Massimo Carico gestibile.
Gitzo Studex G5 + colonna G526
testa Photo Clam PC74N oppure
Arca Swiss B1g.
8,0 KgFotocamera e 600mm
per un carico fino a 10kg
Gitzo Studex G5 senza colonna
testa Photo Clam PC74N oppure
Arca Swiss B1g.
6,5 KgFotocamera e 600mm
per un carico fino a 10kg
Gitzo GT5541LS senza colonna
testa Photo Clam PC74N oppure
Arca Swiss B1g.
4,5 KgFotocamera e 600mm
per un carico fino a 10kg
Gitzo GT3541LS senza colonna
testa Arca Swiss B1.
2,5 KgFotocamera e 400mm 
per un carico fino a 6-7kg
Manfrotto 055 Classic
testa Arca Swiss B1.
3,3 KgFotocamera e 400mm
per un carico fino a 5kg
Manfrotto 190 short
testa Benro KS0.
1,9 KgFotocamera e 300mm
per un carico fino a 4kg

Una novità inattesa, si chiama LEOFOTO.
Ho cercato per anni un trppiede minimale, piccolo e compattissimo, senza la colonna centrale e che avesse le stesse caratteristiche dei Gitzzo Systematic in carbonio. Niente da fare da Gitzo che non ha mai voluto estendere la Systematic fino alla serie 2, ma lo scorso anno l'amico Paolo mi ha indicato Leofoto. Si tratta di un costruttore cinese che ha preso come riferimento la serie Systematic e produce un set di treppiedi molto molto simili ai Gitzo. E tra questi ecco quello che cercavo.

Leofoto LS-254C.
Il microbico Leofoto LS-254C a confronto con i "GITZI KING"
Leofoto LS-254C in tenuta da lavoro come gli altri.

Si tratta di un treppiede molto piccolo e leggero (1.1Kg  con la testa LH-30 di corredo), ma robusto in modo insperato. Le gambe, a 4 sezioni, non le estenderò mai alla massima lunghezza, almeno finchè fotograferò con fotocamere reflex perchè con le Mirrorless le cose potrebbero cambiare. L'ho utilizzato in escursione in alta montagna ed ha dimostrato di sorreggere con sicurezza il Nikon 200-400/4 con Nikon D500, certo non per pose lunghe, ma come utile appoggio che scarica il peso dell'artiglieria.

Agganciato e subito pronto. Il mio zaino è il Big Game Solognac 45 di Decathlon in
grado di ospitare anche il Nikon 600/4 VR con fotocamera innestata.

Eccoci in cammino questa volta con il Nikon 200-400/4 VRII

La qualità costruttiva è indistinguibile da quelle dei Gitzo mentre la piccola testa a sfera LH-30 è dannatamente simile alle note RRS. Certamente con una reflex armata di ottica media (peso complessivo 2kg) siamo al limite della praticabilità, però ho verificato che con alzo specchio e tele scatto il supporto risulta ancora usabile. Non mi spingerei oltre, il Leofoto LS-254C per me è lo stativo d'emergenza che cercavo da anni, troppi anni: questo è il treppiede che non potrò mai lasciare a casa.

Selfie by Leofoto LS-245C. Parco Lame Sesia - Agosto


E la testa? No, non perdiamola.
A chi è arrivato a leggere fin qui non sarà sfuggita la mia predilezione per le teste a sfera, per la precisione Arca Swiss. Uno stativo può essere valutato solo in abbinamento ad una testa, che è una parte delicata e nevralgica delle capacità di ancoraggio di uno stativo. Le teste a 3 movimenti sono molto diffuse, ma non sono in grado di offrire la medesima praticità nelle regolazioni di posizionamento. Inoltre la forma compatta delle teste a sfera, senza pomoli e leve che sporgono, le rende comode per il trasporto. Detto questo, quali teste a sfera? Ce ne sono un milione e mezzo. La svizzera Arca Swiss è stata capace di progettare delle teste in grado di reggere i pesanti banchi ottici. Nell'uso delle macchine a corpi mobili è necessaria una assoluta immobilità dei serraggi di regolazione. Con questo vincolo stringente Arca Swiss sviluppò la Monoball creando uno standard copiato a più non posso da tantissimi costruttori. Oggi ci sono diversi produttori in grado di offrire oggetti equivalenti alla Arca Monoball. Nessuno di questi però è a buon mercato. Quindi da italiano e vicino di casa della comunità elvetica, tendo a preferire sempre e comunque l'originale, salvo casi di estrema necessità.

Teste a sfera da sinistra : Photo Clam PC74N, Arca Swiss Monoball B1 con morsetto Sunwayfoto Classic e
la piccola Sunwayfoto XB-44.

Qualcuno mi ha dato del matto per il mio modo di utilizzare la testa a sfera  nell'impiego con i grossi teleobiettivi. L'osservazione che viene spesso mossa nei confronti delle teste a sfera è il rischio di caduta laterale. La sfera libera di muoversi non ha una direzione privilegiata di movimento, quindi può succedere che spostamenti laterali del baricentro dell'apparecchiatura fotografica conducano alla "caduta" su un fianco. Io rispondo solo che è una questione di abitudine e di testa utilizzata. Le teste a sfera ben costruite hanno una regolazione fine della frizione di serraggio e questo aiuta a limitare il rischio di crollo. Con le Arca il movimento laterale è inoltre frizionato maggiormente rispetto al movimento frontale (la sfera Arca non è proprio sferica). Ciò nonostante un rischio latente permane, specialmente se si lascia la sfera non serrata o pochissimo frizionata, ma io preferisco fare un po' di attenzione pur di conservare tutti gli altri vantaggi offerti da questi dispositivi.

Cosa chiedo ad una testa a sfera?
Delle molte teste a sfera oggi in commercio sono poche quelle che effettivamente garantiscono ottimi risultati in termini di manovrabilità e stabilizzazione. Punti salienti per una disamina generica possono essere i seguenti:
  • Dimensione della sfera: più è grossa, meglio è. Sfera piccola significa poca superficie di contatto con le ganasce di frenatura, quindi riduzione del carico massimo bloccabile.
  • Modularità della frizione: poter allungare a proprio piacimento l'escursione del serraggio della manopola principale è molto utile specialmente nel caso di carichi pesanti. Con i lunghi tele, ad esempio, è comodissimo poter manovrare la forza di serraggio con movimenti sostanziosi e non micrometrici (non riesco a spiegarlo meglio).
  • Altezza della testa: una testa molto alta riduce le capacità di stabilizzazione, quindi più il profilo è basso maggiore sarà il potere di smorzamento vibrazioni.
  • Sgancio rapido: è una faccenda molto soggettiva. Io mi trovo molto bene con le piastre in alluminio a coda di rondine Arca Swiss style di fabbricazione Wimberley e Acratech. In passato ho usato le Manfrotto sia le esagonali che le più piccole rettangolari, entrambe a sgancio rapido. A malincuore le ho abbandonate per le Arca. Dopo tanti anni di uso devo dire che le piastre stile Arca sono un po' più stabili e più pratiche, infatti hanno un profilo molto sottile e non impacciano l'attrezzatura. Le lascio montate sulle macchine e me ne dimentico.
  • Leve e pomelli di serraggio: escludendo il pomolo di rotazione orizzontale, ho notato che molti produttori muniscono le loro sfere di 2 distinti pomelli di serraggio: uno per la regolazione della frizione ed un secondo per  lo sblocco della sfera. In pratica su queste teste risultano due pomoli di sblocco: uno fine e uno grossolano, e si finirà per utilizzare solo il secondo. Le Arca hanno un solo pomolo e su di esso vi è una regolazione della corsa della frizione. Con una sola manopola è difficile sbagliarsi e, senza guardare si impara rapidamente a governare la testa a sfera, capacità utilissima con i lunghi teleobiettivi.
  • Carico massimo: un buon costruttore deve fornire questo dato. Con esso si deve intendere il peso limite che una testa a sfera riesce a mantenere bloccato in posizione. Le Arca  Swiss Monoball hanno dei dati di targa impressionanti ... e li confermo tutti.
  • Materiale di costruzione: il cuore di questo tipo di teste è la sfera. Tutte le migliori teste montano sfere di alluminio o di lega di alluminio, anodizzate quindi maggiormente irrobustite e pronte a resistere agli agenti atmosferici e alle infiltrazioni di sporco(!!).

Qualche nome, un po' di pubblicità a gratis.
Certo di fare torto a qualcuno e piacere a qualcun altro, metto qui qualche nome per fare un po' di web-letteratura. Tutti i modelli seguenti sono disponibili con morsetto compatibile Arca Swiss style; del resto soluzione che funziona non si cambia, ci si adegua e si copia. Nel seguente elenco faccio esplicitamente riferimento di paragone con i prodotti Arca Swiss che sono al momento ancora un riferimento assoluto. E da qui partiamo.

Arca Swiss: gli inventori della testa a sfera per fotografia hanno rinnovato il panorama della loro produzione. I modelli Z1 sono i veri eredi delle B1 Monoball. In Italia sono distribuite da Puntofoto di Milano. Arca ha prodotto anche due modelli giganti: le B1g e B2; traghettate al nuovo millennio nella famiglia " Z" come Z1g e Z2, la prima è rimasta in produzione pochissimo tempo mentre la Z2 mi risulta sia ancora disponibile a catalogo. Mentre la B/Z1g ha un unica sfera di diametro di 75mm, con conseguente capacità di serraggio maggiorata (100kg), il secondo modello in quel "2" nel nome dichiara una specificità assai particolare. La testa B2 utilizza 2 sfere, una incastrata nell'altra demandando alla sfera più esterna il movimento alto-basso (imbardata) mentre alla più piccola l'inclinazione orizzontale (di beccheggio). La cosa rende la B2 non dissimile ad una classica testa a tre movimenti, salvo disporre di un serraggio morbido frizionabile e una dimensione ridotta.

La piccola e potente Arca Swiss B1 (un classico intramontabile) con Morsetto Sunwayfoto DDC-60.
Arca Swiss B2 una testa a sfera solo nella forma ma non nella sostanza
Nikon AFs 600/4 VR G sorretto da Gitzo GT5541LS e Arca Swiss B2

Linhof: come Arca Swiss la Linhof è famosa per la realizzazione di macchine a corpi mobili e come Arca ha sviluppato una serie di teste a sfera per supportare le sue magnifiche folding e i banchi. Le teste Linhof anno un profilo forse un pelo più alto di altre realizzazioni, ma sono oggetti di grande qualità costruttiva e funzionale.

Graf StudioBall: è una testa poderosa adatta a mille utilizzi. Una via di mezzo tra le Arca B1  e B1g. Ha una grossa leva di serraggio che non mi entusiasma, ma rimane un oggetto di grande interesse.

FLM: questi qui non scherzano. Le teste FLM sono molto robuste e apprezzate. Sono una vera alternativa alle Arca B1 (Z1).

Acratech: costruttore americano innovativo, si fregia di produrre le teste a sfera più leggere sul mercato. In grado di competere con Arca swiss e la sua serie B1 (Z1), non ha purtroppo in produzione nulla che si avvicini alla mastodontica e robustissima B1g.

Really Right Stuff: questi americani hanno fatto una religione delle teste a sfera. Profilo bassissimo e qualità costruttiva eccezionale. Purtroppo come per Acratech non hanno in produzione un modello comparabile alla B1g di Arca.

Ecco la RRS di Maurizio Biancarelli accanto alla mia Arca B1 - Alpe Devero.

Kirk Enterprises: non è l'astronave di Star trek, ma un altro produttore americano che fabbrica due ottime teste a sfera. La più grossa è equivalente alla Arca B1. Kirk è famosa anche per i suoi piattelli dedicati, sculture anatomiche disegnate per ogni specifica marca - modello di corpo macchina. Il morsetto è simile al classic di Arca, ma in più include due livelle a bolla. Sono molto comode.

Photo Clam: i miei salvatori. Questo produttore coreano ha un catalogo di teste sfera invidiabile. Dal modello piccolo piccolo al mastodonte, sono assolutamente simili alle Arca B1 Monoball. Allo stato attuale questo è l'unico costruttore che propone una testa a sfera equivalente alla B1g di Arca Swiss, la PC74N. Il morsetto rapido di Photo Clam è identico a quello di Kirk: si vede che in Corea hanno studiato bene la concorrenza prendendo il meglio da tutti. Questa scelta fa sì che Photo Clam non sia un produttore a buon mercato.

Photo Clam PC.74BNS


Burzynski: costruttore artigianale tedesco, realizza una semisfera imbrigliata tra due ganasce, la cui scocca si avvita al cavalletto come una normalissima testa a sfera. Indicata per i lunghi teleobiettivi, ha un profilo bassissimo, ma non consente riprese verticali con la fotocamera montata direttamente alla testa. Per questa applicazione occorre ricorrere ad un L-brachet!! Onestamente, se avessi da gestire un 300-800/5.6 Sigma o il vecchio 800/5.6 Ais Nikon, un pensierino ce lo farei.

Novoflex: ha un modello a sfera grande di notevole qualità e notevolissimo costo. Da non confondersi con la testa a sfera a joystic: quella neanche se me la tirassero dietro (che può pure fare male).

Markins: produce teste liberamente "ispirate" alle soluzioni Arca Swiss. Markins propone una testa a sfera assolutamente equivalete alla B1 Arca. Costa qualcosa meno, ma garantisce la stessa prestazione e durata (così dicono).

Feisol: realizzano una serie di teste a sfera in in linea con le costruzioni Arca Swiss, proponendo però delle varianti abbastanza interessanti. In alcune realizzazioni Feisol utilizza materiali speciali quali resine e fibra di carbonio. Sono degli ottimi prodotti.

Sunwayfoto: dalla Cina con serietà più che furore; teste che richiamano la filosofia Arca Swiss a singolo pomolo; la proposta Sunwayfoto si presenta con due tipologie di teste a sfera di cui una a profilo ribassato. Sono da tener d'occhio questi cinesi.

Sunwayfoto XB-44

Vanguard: recentemente mi hanno segnalato la serie BBH, paiono strumenti ben fatti. Da provare. Le altre serie di Vanguard invece tenderei a lasciarle dove stanno. In effetti a vederle sembrano molto simili alle cinesissime Sirui che accomuno a quanto segue.

Benro, Induro e gli altri Cinesi in genere: questo è un capitolo a parte. L'entrata in scena delle produzioni cinesi ha creato qualche scompiglio. Le loro produzioni sono di buona qualità e di vario dimensionamento. Hanno il serraggio sfera a due pomoli assolutamente confondibili (!). Il costo vantaggioso non tragga d'inganno, la qualità costruttiva non è paragonabile a qualunque dei precedenti fabbricanti, quindi per quello che si compra ... si spende troppo. Temo però che il prezzo che arriva a noi occidentali sia aggravato notevolmente da ricarichi di "distribuzione".

E Gitzo e Manfrotto?: producono anch'essi una certa sequela di buone teste a sfera. Sono costruzioni anche di pregio, e dal costo non irrilevante. Ciò nonostante secondo il mio parere non sono comparabili alle costruzioni sopra elencate (cinesi a parte). Già a partire dalla scelta dei piattelli a sgancio rapido a Bassano del Grappa farebbero bene a farsene una ragione: l'attacco Arca Swiss style è più pratico! Per il resto negli ultimi venti anni hanno rivoluzionato di continuo la loro proposta di teste a sfera. Prima erano cromate, poi in materiale plastico quindi in alluminio con frizione fluidodinamica. Tutta questa "evoluzione" a me ha fatto capire una cosa sola:  che  in Manfrotto, sul fronte teste a sfera, le idee sono ancora confuse.

Nel acca de che 2013: forse la nebbia si è diradata nel caldo dell'estate del 2013, perchè il 25 di Luglio Manfrotto ha finalmente presentato un attacco Arca. Bravi, finalmente vi siete decisi! Non so se tutti questi anni di latenza siano da imputare a scelte manageriali o a problemi di natura "legale". Certo è che il proliferare di costruzioni offshore che implementano quella tecnologia, a lungo andare, doveva concludersi con questa soluzione. A cui plaudo con forza. Bravi! Sarà mica che hanno letto questo blog??

Eccolo qua il primo morsetto Manfrotto Arca style! Quanto tempo abbiamo atteso.

Le teste a culla.
Da diversi anni vanno molto forte le teste a culla. Introdotte sul mercato dall'americana Wimberley, si sono diffuse rapidamente con il diffondersi di super-tele dall'autofocus rapidissimo. E' doveroso citare l'italiana Photoseiki, produttore di una molto apprezzata testa a culla super leggera. In effetti la testa a culla offre una mobilità insuperabile, utilissima nell'inseguimento di soggetti in rapido movimento. Per contro le teste a culla sono molto ingombranti e hanno poca utilità per riprese con focali corte, cioè quando siamo costretti a montare la fotocamera al treppiedi! Io di "legna verde" a spasso me ne porto sempre troppa, ma sta volta ho detto NO. Già ho con me treppiede e testa a sfera. Si vede che non sono stato il solo a ragionare così, perché Wimberley ha prodotto un adattatore Side kick che trasforma una buona testa a sfera in una valida testa a culla! Due al prezzo di una e mezzo (sigh).

PhotoClam PC74-BNS e Side Kick Wimberley



Tips on tripod: qualche trucco, da conoscere.

Su come usare un treppiede.
Non estenderlo fino alla lunghezza massima e se possibile agganciare qualche peso aggiuntivo (la borsa foto) alla crociera, sono le due accortezze principali per ottimizzare la stabilità del treppiedi. Non si dice mai nulla però su dove lo si piazza. Il pavimento liscio a cera è uno dei peggiori luoghi dove montare uno stativo da ripresa. Altre situazioni problematiche ce le offrono la prateria, il sottobosco con strati e strati di foglie e muschi, la torbiera, luoghi dove il suolo è bello soffice, come un materasso. Anche la neve gelata e cristallizzata, crostosa, dà qualche grattacapo. Solidi terreni in terra battuta ghiaiosa, come i gerbidi fluviali o i greti, o superfici rocciose rugose sono i suoli più stabili dove aprire il nostro treppiede. Queste osservazioni sembrano banalità, ma è frustrante trovarsi nel punto apparentemente migliore, piazzare tutto il necessario, sedersi dietro al nostro teleobiettivo e solo allora scoprire che tutto il sistema ottico oscilla e vibra come un budino per via della gamba di sinistra del treppiede che è infilata in un bel cuscino di muschio.

Manfrotto 055 On The Rocks


Torcicollo. 
Un modo per sapere se un treppiede è bello solido è la prova torsione. Apritelo all'altezza che vi è più congeniale e mettetelo in posizione su un terreno solido e non scivoloso; quindi impugnate la crociera, dove si avvita la testa, ed imprimete una torsione progressiva orizzontale. Tanto meno fletterà sotto la vostra azione manuale, tanto più quel treppiede vi darà garanzia di stabilità.

Prova a torcere lo Studex G5 afferrando la base della testa:
non si muove niente!

Il Cappello, il teleobiettivo e la posa B.
Si sa che con i lunghi tele è tanto più difficile ottenere immagini incise quanto più il tempo di posa è lungo, il tutto a causa della vibrazione indotta dal ribaltamento specchio e scatto otturatore. La prima vibrazione può essere eliminata utilizzando una fotocamera con funzione di blocco specchio (M-up). La seconda no. Fortunatamente, se si utilizza un buon stativo, questa seconda vibrazione ha una durata veramente breve, è quindi necessario attendere che si concluda. Ma come? Con il cappello! Un bel cappello posto davanti, ma non in contatto, con il paraluce del tele può fungere da prima tendina otturatore. Si opera così: supponiamo che il tempo di esposizione sia di 6 secondi, si imposta un tempo leggermente maggiore tipo 8s. Quindi si pone il cappello davanti al tele, si aziona l'otturatore, si attende un secondo circa utile a fare smorzare la vibrazione della prima tendina di otturazione, e si leva il cappello. Maggiorare l'esposizione serve per dare tempo all'insieme di smorzare la vibrazione indotta dalla tendina e per darci il tempo di levare il cappello. L'esposizione terminerà da sé e non ci frega un tubo della vibrazione generata dalla seconda tendina tanto la foto è già stata esposta.

Gabbiani, teleobiettivo, treppiede e cappello, Gaspesie Quebec Canada - Agosto.
Nikon D700, ob Nikon 200-400/4 VR II Gitzo GT3541LS Arca Swiss B1 telecomendo e cappello


Due euro e cinquanta e un po' di pazienza: bendaggi alle gambe
Da una decina d'anni (ma facciamo anche 16) va forte la copertura di neoprene per la sezione esterna delle gambe del cavalletto. In effetti specialmente nei mesi freddi, è fastidioso impugnare il treppiede, specie se di alluminio. Anche con i guanti finisce che gelano le dita. Poi se la nostra passione è fotografare nella natura prima o poi, contro rocce e tronchi, si finisce per graffiarlo, e spiace. Se inoltre il treppiedi è di un bel color alluminio brillante, è impossibile mimetizzarlo tra le frasche del bosco. Beh, il neoprene è una bella trovata, ma per me non è piacevolissimo al tatto. Ho preferito a questo materiale la bella soluzione dei soldati della Grande Guerra. Su per le cime del confine austriaco nel gelido inverno delle Alpi, i soldati avevano di che lamentarsi nell'afferrare la canna del fucile. Quindi ricorrevano a bende e stracci per fasciare l'affusto dell'arma, ottenendo anche un discreto effetto mimetismo, che schifo non faceva, dato che in ogni anfratto poteva nascondersi un "maledetto" cecchino. Pur se con minor ragione di necessità, ho seguito il loro esempio e con pochi euro mi sono procurato della fettuccia verde di 2,5 cm di altezza, con cui ho avvolto le gambe dei miei treppiedi, anche di quelli in carbonio. Così la presa è più salda, il mimetismo è garantito e non mi preoccupo più di graffi e abrasioni. Ah sì, con l'acqua si bagna, ma in pochi minuti, proprio pochi, si asciuga.

La fettuccia sembrava tutta uguale... in negozio


Tappiamoci le gambe. Quando si immerge un treppiede nell'acqua, la sezione terminale delle gambe si allaga. E fin qui niente di che. Peccato che all'ora di tornare a casa l'acqua rimasta imprigionata nelle gambe scivolerà lentamente fuori dal treppiede, inzuppandoci i vestiti durante il trasporto, o più probabilmente colerà nel baule dell'automobile, bagnando qui e là. Per ovviare al problema è sufficiente tappare l'ultima sezione delle gambe ad entrambe le estremità, con dei tappi di plastica e un po' di silicone. Sui Manfrotto è una operazione molto semplice, si svitano tre bulloni e il gioco è fatto. Sui Gitzo invece  la cosa è più delicata, ma i Gitzo hanno i piedini svitabili quindi basta rimuoverli per fare colare fuori l'acqua.

Svita il tappo, esce l'acqua.


Basta un disco di carta spessa
E' quello che serve per impedire alla nostra testa di svitarsi dal treppiede. Certo si può ricorrere alla vite di fermo presente sotto il piattello di attacco testa (sia Manfrotto che Gitzo ne dispongono), ma se vogliamo smontarla quando siamo in giro nei boschi (e può essere utile), dovremo avere con noi la chiave per allentare i dadi di fermo. Io preferisco usare un trucchetto che sfrutta l'attrito e la minima compressione del cartoncino leggero. Basta infatti un dischetto di carta forato nel centro, da interporre tra la testa e l'attacco treppiede, per impedire svitamenti indesiderati e consentire lo smontaggio della testa con la sola forza delle mani.

Il dischetto di carta sul Manfrotto 055.


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Genesi (ed esodo) dei miei treppiedi e teste: da leggere solo se smodatamente curiosi.
Negli anni ho utilizzato differenti supporti, per diversi tipi di fotocamere. In questo tempo ho accumulato una mini collezione di treppiedi (sigh!). Oggi è possibile scegliere tra una vasta gamma di produzioni, ma le migliori realizzazioni  rimangono le italiane. E che diamine, per una volta vince l'Italia!
Il mio primo treppiedi serio è stato un Manfrotto 055 "base" (allora c'era solo la colorazione argento) armato di testa a sfera 168 a piastra rapida esagonale. Il ragazzo è ancora nel mio arsenale, dove ha servito e serve tutt'ora da oltre vent'anni, indefesso. Il Manfrotto 055 è uno stativo piuttosto pesante, inadatto all'escursionismo, quindi ad esso affiancai il piccolo Manfrotto 190 black (nel 1994 era disponibile la versione colorata di nero: grande lusso) accoppiato con la testa a sfera 352RC a piastra rapida rettangolare. Mi fa piacere che entrambe i treppiedi in oggetto, con i dovuti restyling, siano ancora oggi in produzione, segno di una progettazione ben riuscita. Con questi arnesi ho fotografato con soddisfazione per tutti gli anni novanta, spremendoli fino all'osso, modificandoli, segandoli e riassemblandoli in funzione delle mie necessità. Ma un bel giorno, coronando un mio antico desiderio, ho acquistato un supertele di 5.5Kg per 600mm di lunghezza focale. Con quel bolide, di massa, lo 055 non ce la faceva più.
Il primo cambiamento che introdussi, però, non riguardava lo stativo, ma la testa. La 168 non poteva sostenere stabilmente gli oltre 7Kg di Nikon F4s e obiettivo Nikon AIs 600/4. In effetti ne reggeva solo il "peso", come può farlo un monopiede, ma non consentiva di utilizzare tempi più lenti di 1/500 di secondo. Fu qui che fece la sua comparsa la testa a sfera per eccellenza, la Arca Swiss B1 con attacco rapido classic a coda di rondine (o di tortora come dicono gli americani). Con questo capolavoro di ingegneria meccanica elvetica eliminavo tutti i giochi dovuti alla testa, ma non quelli legati al treppiede. Ancora insoddisfatto, pur avendo portato il tempo limite al di sotto del 1/250, cercai qualcosa di più solido: lo trovai in uno Gitzo G5 Studex usato, che privai della colonna centrale a cremagliera. Con questo terribile pezzo d'artiglieria potevo scattare al di sotto del 1/30 di secondo, fino alla posa B con 600mm di focale(!). Ma la prestazione si paga: il G5 pesa uno sproposito. Solo con l'avvento del carbonio (e l'uscita di un po' di quattrini dal mio conto) ho potuto avere la stessa prestazione di stabilità con il minimo del peso e dell'ingombro. Oggi utilizzo sostanzialmente due treppiedi il Gitzo GT3541LS con testa a sfera Arca Swiss B1 e il più grosso Gitzo GT5541LS con testa Photo Clam PC74N (clone della non più prodotta Arca Swiss B1g= B1 gigante).


La famiglia FERRI "quasi" al completo.

65 commenti:

  1. Ciao Valerio,
    è sempre un piacere leggere le tue recensioni. Abbiamo avuto modo di confrontarci sulle qualità del Nikon 200-400 f. 4 VR ed oggi la tua analisi, completa ed esaustiva, rivaluta un "accessorio" colpevolmente trascurato.

    Sono sintonizzato sulla tua stessa lunghezza d'onda nel valutare tale importantissimo accessorio. Lo 055 mi accompagna ormai da diversi anni a cui ho affiancato un valido modello della Gitzo per le escursioni dove anche 500 grammi in meno sono una benedizione.

    Ottima poi l'idea di "bendare" le gambe, credo proprio che sfrutterò la tua preziosa indicazione.

    Vorrei tuttavia farti una domanda tecnica sulle piastre delle ottiche. Utilizzando un 300 2.8 AF-I D analogo a quello in tuo possesso, non ti sarà sfuggito che ha un attacco di un solo foro che può provocare una fastidiosissima rotazione della stessa ottica quando la vite di aggancio non è ben serrata.

    Io utilizzo le teste Manfrotto (una idrostatica ed una video) con le relative piastre che hanno due viti di attacco ma ovviamente non mi sono utili dal momento che di foro, nella piastra d'attacco del 300, ne è presente solo uno.

    Mi chiedevo se tu avevi risolto questo problema alquanto irritante in alcune circostanze e se magari potevi indicarmi una soluzione.

    Sempre cordialmente.

    Fabio

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  2. ciao Fabio,
    ti sei abbandonato alla lettura di questo sproloquio? Eri a casa con l'influenza dì la verità.

    Si quel problema sul 300 l'ho risolto abbandonando i piattelli Manfrotto (sia l'esagonale che il rettangolare piccolo) in favore della molto più versatile e stabile piastra Wimberley P2, che ha un piccolo gradino utile ad evitare lo slittamento. La testa idrostatica Manfrotto è un bel prodotto: sostituire l'attuale morsetto con un morsetto Arca style equivale a farla rendere al 100% !!

    Con sostituzione intendo proprio togliere il morsetto Manfrotto (c'è una bella vite in mezzo) e montarci un morsetto Kirk (ad esempio) che mi pare produca un kit di conversione proprio per quella testa lì!! Fai attenzione però che sempre Kirk produce dei piattelli con morsetto, sono un ibrido. Io toglierei dalle scatole il Manfrotto. Vai a vedere anche Acratech, Really Right Stuff e Wimberley. I link ci sono nell'articolo.

    Se dai retta, vedrai come ti cambia la vita!
    (va beh, per quel che riguarda i treppiedi)

    Un saluto

    Valerio

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  3. Ciao Valerio,

    no ti assicuro che non avevo l'influenza ma solo una bella tazza di tè fumante mentre leggevo le tue indicazioni.

    Interessanti perché mentre molti se non tutti parlano sempre di linee per millimetro delle loro ottiche, pochi pensano però a come mettere le proprie ottiche nelle migliori condizioni per "spremere" tutte quelle linee per millimetro. E in questo senso, quale miglior amico delle ottiche, se non il treppiede?

    Valuterò le possibilità da te consigliate e cercherò la soluzione che più mi garantisca la mancata rotazione dell'ottica.

    Un saluto e "buona luce" come sempre....

    Fabio

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  4. Ciao, Valerio, avevo letto il tuo interessantissimo articolo su Nikoland qualche tempo fa e già allora mi aveva colpito l'idea di come hai " fasciato " le gambe dei tuoi cavalletti.
    Ho un Gitzo 3530 LS in carbonio, un vecchio 055 in alluminio ed un 190 in carbonio che uso soprattutto per il cannocchiale Swarovski alcune teste vecchie manfrotto e la Photoseiki per il 500 Nikon, ti volevo chiedere due cose: come hai fissato la fettuccia? con del nastro telato mi sembra, ma quanto regge e se possibile mi puoi dire che tipo è?

    Approfitto anche per chiederti un consiglio su come utilizzare il Gitzo oltre che con la Photosiki che è fissata al piattello, senza colonna intendo.
    Avevo pensato di procurarmi un'altro piattello su cui fissare una testa a sfera e quindi intercambiare solo i piattelli, non ho interesse ad una colonna della Gitzo.
    Pensi che si trovino questi piattelli e magari sai dirmi dove?
    Come testa ho provato una Arca e mi è sembrata eccezionale, ma mi sembra difficile reperirle se non dallo Store della marca stessa.

    Sono stato lunghissimo e me ne scuso ma il tuo articolo mi ha aperto un mondo :-)

    Grazie in anticipo se potrai essermi di aiuto

    Gianni

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  5. Ciao Gianni,
    allora con ordine.
    La Fettuccia: è solo avvolta e accavallata. E' l'attrito a tenerla ferma, specialmente sul carbonio che è ruvido. Sull'alluminio un po' di biadesivo non fa male. Al termine della fasciatura, ho bloccato con un giro di nastro adesivo telato per mazze da Hokey. Mi è capitato di trovarne un rotolino e l'ho comprato. Confesso però che fino a Luglio dello scorso anno usavo del normalissimo nastro da elettricista.
    Il Piattello: NO. Non ti consiglio di usare lo sblocco piattello della crociera per cambiare la testa. Oltre ad essere poco pratico è PERICOLOSISSIMO. Quel serraggio deve essere il più stabile possibile, meno lo si tocca meglio è. I nuovi Gitzo hanno una pratica chiavetta in luogo del dado che richiedeva di intervenire con una chiave a brugola. Questo invoglia ad utilizzare quel piattello come un attacco rapido. Bella cazzata!! La ganascia circolare che serra il piattello nel tempo tende a "smollarsi" e tu non te ne accorgi, perchè quel millimetro di sollevamento del piattello dalla sua sede ideale, non si vede. Occorre che "ci cada l'occhio". Ma il bello è che questo allentamento riduce di molto la tenuta. Insomma si rischia che venga via TUTTO quando meno ce lo si aspetti. Per questo ci sono in giro molti kit (ne fa uno la Photoseiki) di sicurezza. Il kit è costituito fondamentalemente da un contropiattello da avvitare sotto la crociera, e ciò impedisce il distacco accidentale. Gianni, il mio consiglio è di svitare la Photoseiki e montare la testa a sfera senza intervenire sul piattello. Per evitare il blocco da serraggio troppo duro, ricorri al disco di cartone e sei a cavallo. Le Arca sono ottime. Il distributore è Puntofoto (http://www.puntofoto.it/) di Milano ed il signor Bielser è gentilissimo (lascia perdere lo store). Se sei interessato ad una Arca B1 d'occasione contattami a vbpress@libero.it.
    ciao

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  6. Grazie per la veloce ed esauriente risposta.
    Ho già il kit di sicurezza della Photoseiki perchè avevo letto di questo problema.

    Proverò ad usare la fettuccia e se mi decido per una testa usata mi faccio sicuramente vivo.

    Ciao Gianni

    RispondiElimina
  7. Ciao ritorno a scriverti, perchè avrei bisogno di un'altro consiglio che quando ti ho scritto l'altra volta non ho pensato a chiederti.
    Come ti ho detto ho anche io uno 055 classic, la differenza con quello dell'articolo è solo nel blocco colonna centrale, le levette serra-gambe sono identiche e due mi si sono rotte,cioè si è spezzata la levetta a metà quindi è difficile aprirle e chiuderle.
    All'assistenza manfrotto non ho trovato gli schemi per comunicare la parte di ricambio che mi serve,
    magari non ce l'hanno nemmeno più questo tipo di levetta.
    Ho cercato nei negozi 055 usati meglio se rotti o di scarto ma niente,
    quindi vista la tua passione ed esperienza sui cavalletti puoi consigliarmi qualche soluzione?
    Ti ringrazio se potrai aiutarmi, se no mi ritrovo con un cavalletto quasi inutilizzabile.

    Ciao Gianni

    RispondiElimina
  8. Buongiorno Gianni,
    la vedo dura. O meglio, le chiavette di serraggio dei tutbi gamba dello 055 sono il suo punto debole. La sede della chiavetta all'interno del manicotto ha un accoppiamento inclinato. Questo impedisce di sostituirla con le più robuste, e credo disponibili come ricambi, chiavette di serraggio del 190. Occorrerebbe infatti dare una bella fresata al fondo della sede della chiavetta. Così appiattite accetterebbero una qualsiasi chiave - manopola di serraggio, magari con vite in Inox, che puoi trovare in una ferramenta seriamente rifornita (oppure fai un giro sul web).
    Pensa che il modello di 055 precedente al mio, parliamo prima metà anni '80, aveva proprio questo tipo di chiusura. Vai a sapere perchè l'han cambiata.
    Se non sono stato chiaro a sufficienza dimmelo che ti smonto il mio e ggiungo due foto chiarificatrici

    ciao

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  9. Ciao, prima di tutto grazie per l'immediata risposta, non mi è tanto chiara,ma mi sembra di capire che non sarà una cosa facile, quindi spero di trovare uno 055 vecchio.
    Comunque se e quando ti va puoi mettere le foto e magari ci capisco qualcosa.
    Avevo usato i serraggi del monopiede manfrotto che ho, sono identiche ma non posso ogni volta fare questi cambi,poi comunque qualcosina di diverso ci deve essere, fprse millimetrica.
    Mi converrà comprare un monopiede nuovo che un cavalletto tipo 055, che cosa prenderesti?
    Per usarlo con 500 nikon e ora con la D4, ho fatto questa "mattata", ma non avevo mai avuto una macchina come si dice "con l'oculare tondo" :-)

    Ciao e Grazie ancora
    Gianni

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  10. Capperi Gianni!!
    con sto popo di attrezzi è ora di mettere da parte lo 055
    prendi un Gitzo e togliti il pensiero, fino alla pensione: tua e non del cavalletto.
    Metti le mani su un bel GT3541LS o similari (cioè Systematic serie 3). Non credere: sono soldi spesi non bene, benissimo!
    Se vuoi due dritte su dove comperare a buon prezzo mandami una mail all'indirizzo in calce

    ciao

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  11. Ma io ho un sistematic 3, ho il 3530 LS con la testa photoseiki,ed infatti è un bellissimo cavalletto di cui sono decisamente soddisfatto, era perchè un monopiede me lo ero messo nel conto per la praticità.
    Lo 055 perchè è appunto un buon cavalletto e mi dispiaceva averlo e non poterlo eventualmente utilizzare.
    Dove ho comprato io il Gitzo ed il manfrotto 190 che come ti dicevo in una precedente mail uso per il cannocchiale (faccio foto ma soprattutto BW) è un negozio in Inghilterra dove mi avevano detto, ed è vero, che Manfrotto e Gitzo si trova a prezzi migliori che in Italia, comprese le spese di spedizione e sono veloci e serissimi.
    Magari parliamo del solito posto, il mio ha come iniziali S.... Gr.... posso essere se vuoi anche più chiaro, ma mi è sembrato tu non voglia fare pubblicità e quindi se non parliamo dello stesso posto ci possiamo scambiare questi negozi di foto.
    Ciao Gianni

    RispondiElimina
  12. Gianni, scusa ma mi ero perso nel discorso.

    Sì adesso mi è tutto più chiaro. Mi sembra strano che non ci si riesca a capire con Manfrotto. Alla fin fine tu hai bisogno delle chiavette di serraggio delle tre sezioni per gamba. Hai provato a telefonare? I siti sono una gran bella roba, ma talvolta parlare con un essere vivente è molto più efficace.

    Veramente hai risparmiato comperando in Inghilterra? Questa via non l'ho ancora battuta.
    dimmi il nome di sto posto, va che son curioso come una scimmia

    ciao

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  13. Gianni,
    ho visto il negozio da te indicatomi. Permettimi di dirti che io ho speso meno (100 Euro meno) comperando in Italia. Ci sono dei buoni venditori anche qui da noi e mi pareva strano che si trovasse a meno su un mercato per noi abbastanza proibitivo come quello inglese!

    Chiama la Manfrotto

    ciao

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  14. Ciao scusa se non ho risposto prima, meglio se ci sono posti meno cari in Italia, anzi se puoi indicarmeli sono sempre utili ;-).
    Io quando ho comprato prima il Gitzo poi il Manfrotto 190 non ho trovato posti a meno in Italia, magari non ho saputo cercare oppure allora il cambio era più conveniente di adesso, mah!
    Come ti ho detto, allora questo negozio mi fu consigliato da fotografi incontrati a Maccarese.

    Comunque se puoi darmi delle dritte per posti in Italia grazie fin da ora.

    Ancora non ho provato direttamente alla Manfrotto, ma penso proprio che a meno di un grosso colpo di fortuna, sarà l'unica soluzione, per il mio 055.

    Ciao di nuovo

    Gianni

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  15. grazie per il tuo interessante articolo. Posso chiederti se sai chi distribuisce / vende Photo Clam in Italia ?

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  16. Ciao Gianni,
    probabilmente hai beccato il momento giusto, perchè al momento con il cambio con la Sterlina siam messi un po' male.
    Non mi pare opportuno mettere qui dei nomi. Ti posso mandare una mail se prima mi contatti tu direttamente a vbpress@libero.it. In effetti al momento tutte le mie conoscenze vanno un po' a pallino perchè Gitzo ha rifatto la linea Systematic e di conseguenza ne ha aggiornato il listino (in SU, ovviamente!). Aspetto un tuo contatto Gianni.

    Invece per Photo Clam: no in Italia non esiste un distributore. Pure peggio, in Europa non sono riuscito a trovare nessuno che mi vendesse la PC74N (altrettanto negli USA). Stufo di girare a vuoto e nel dubbio di finire nelle mani di un qualche millantatore statunitense (di quelli che tidicono: "sì è disponibile in 8gg" che poi diventano 80gg), mi sono direttamente rivolto a Photo Clam Korea di Seul. Ho pagato con bonifico internazionale e ho sdoganato la merce, con il conseguente ricarico di tasse di importazione e IVA. Ne è valsa la pena. Ah dimenticavo, dall'esecuzione del bonifico telematico al momento in cui ho ricevuto la disponibilità della merce alla dogana di Linate (MI) son passati 2 giorni. Non male vero?

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  17. Curioso il trucco del dischetto di carta :) usi un foglio di carta normale o il cartoncino con le onde?

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  18. Cartoncino ruvido, non molto spesso. Funziona abbastanza bene, anche se ieri il mio amico Davide mi ha riempito di titoli perché gli si è smollata la testa.
    Eh va beh, controllare che il serraggio sia abbastanza forte è una misura da prendere periodicamente!

    Un saluto

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  19. Ciao
    ho letto il tuo articolo e devo dire che mi ha aiutato molto.
    Posseggo un Treppiede Manfrotto 190 XPROB, e ho deciso di cambiare testa, in quanto quella attuale, una 3 movimenti Manfrotto parecchio vecchia, sta perdendo colpi.

    Stavo guardando a una testa a sfera, principalmente farei Macro e paesaggi. Ho escluso la testa a cremagliera poichè sarebbe troppo specifica per un utilizzo solo, e preferisco, come te, avere più libertà.

    In particolare, sto guardando alle Vanguard, più precisamente la SBH-200. Hai avuto modo di provarla? Conta che, attualmente, il mio maggior peso da supportare è una D300 con un Sigma 150 Macro, anche se in futuro conto di prendere un tele 70-200 o 300 fisso, ma non sicuramente nel breve periodo.

    Ciao

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  20. Ciao Bedo,
    Mah, le Vanguard le ho viste sul web e credo che per il tuo 150 + D300 vadano + che bene (prendila un po' grossina va che è meglio).
    Ma la vera differenza la fa il piattello. Ti consiglio, come faccio con tutti quanti, di ricorrere al piattello Arca Style a coda di rondine. Qui su questa pagina lo vedi sulle teste a sfera illustrate. DI piattelli ce ne sono una marea. L'italiana Photoseiki ne fa di ottimi. Se ne monti uno un po' lunghetto sul tuo 150 potrai sfruttarlo come slitta di messa a fuoco (grossolana).

    Come va sto 150? E' vero che l'AF è lento??

    ciao

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  21. Grazue mille per la tua risposta.

    Peraltro, mi sono sbagliato a scrivere: non intendevo la SBH 200, bensì la più recente BBH 200. Cosa ne pensi?

    Il 150 lo adoro. Per fare macro è fantastico, e mettendo sempre a fuoco in manuale non vedo nessun problema. Lo uso anche come medio tele, a volte, e li si sente che è un pochino più limitato, ma semplicemente per il fatto che non è stato progettato per quello :)

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  22. Bedo,
    sono andato a vedere e devo aggiornare questa pagina aggiungendo ste vanguard
    cucca la 300!!
    Dai retta, non lesinare sul diametro della boccia. Quanto costa di più? Non tantissimo credo.

    Devo sostituire la Benro KS0 sul mio 190. Mi sa che sta Vanguard ... vediamo.

    Come con il 150 in MF??? Lo credo hai 24 anni e la vista buona. A parte le battute, sono interessato all'AF in macro: proprio lento e impreciso?

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  23. Ammazza la 300? Sono 200 eurozzi invece di 160 circa :)

    Si io in macro scatto sempre in MF, con il live view riesco ad avere più controllo. Però a volte vado anche in AF, e in quel caso l'AF è veloce e precisissimo.

    Non ho 24 anni, ma 28 :)

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  24. Urka, scusa ho guardato il link del tuo blog, chissà cosa ho letto . Boh?
    Comunque tra qualche anno sarai contento se te ne tirano giù qualcuno di anno d'età :))

    Scusa ma tra 160 e 200 ... cavolo picchiali dentro sti 40 euro e prendi la + robusta! Quella testa è fatta per durare + della tua fotocamera.

    Grazie delle dritte sul 150, la tua è una voce del coro di lodi che si sono alzate in favore di questo vetro e del suo successore l'OS.
    Su Nikonland ne hanno discusso a lungo. Io non ho avuto ancora modo di provarlo. Il fatto è che vorrei portarlo sott'acqua sulla MDX-D300. Ma ne parliamo l'anno che viene.

    ciao e scusa ancora per l'errore sulla tua età

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  25. Ciao
    visto che pochi giorni fa era il mio compleanno e la mia ragazza sapeva che volevo questa testa,me l'ha regalata. Ho la 200, appena la provo ti dico.

    Di dove sei? Se sei vicino il 150 te lo faccio anche provare :)

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  26. Allora fammi sapere come ti trovi con la testa in questione!

    Io sono dell'ovest padano dal post
    http://www.fotobestiali.blogspot.it/2012/05/la-bassa-risicola-casa-mia.html
    si capisce bene. Ti ringrazio dell'offerta, ma credo che la geografia ci remi contro.

    A tal proposito, ti segnalo che il 21 e 22 Settembre 2013 in quel di Bassano del Grappa si terrà il Meeting Nikonland 2013.
    Se ti è comodo, non so, segnati l'appuntamento. Sarà una bella occasione per parlare di tutto e di + e di confronto di materiali e esperienze varie. Special guest Cesare Gerolimetto (che è vero che usa Canon da quasi 30 anni, ma chissenefrega). Io ho già prenotato l'albergo!

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  27. Ciao
    la testa la vado a provare stasera,dopo ti aggiorno.

    Grazie per l'invito,ma a inizio settembre vado a vivere in Germania, quindi non riuscirò ad esserci ;)

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  28. Grazie Bedo,
    non posso allora che augurarti buona fortuna oltralpe!

    Certo che, ragazzi, è un'emorragia di gente che se ne va :(
    Se va avanti così resteranno solo i dipendenti dei ministeri. Chissà come faranno a sbarcare il lunario

    ciao

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  29. A settembre vado via ma a Natale torno, almeno per il momento :)

    Ho provato la testa.
    Premetto che venivo da una testa a 3 movimenti che mi ha sempre fatto penare, vecchia e imprecisa.

    La Vanguard BBH-200 è una manna dal cielo. Precisa, si riesce a manovrare in modo estremamente semplice ed è solida come una roccia. Tanto per fare un esempio, ho messo la colonna centrale in orizzontale, testa dritta, e non ha fatto la minima piega.

    Che dire, sono veramente contento :)

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  30. Ciao, che interessante tuo articolo! l'ho salvato e lo studierò con calma. Posso farti una domanda? sono alle prese con la mia prima reflex. Questa almeno l'ho già presa e qualche scatto l'ho fatto. La parte peggiore adesso è scegliere il treppiede e la testa.... sto cercando di capire una cosa ma non ho trovato la risposta chiara in google. Per cortesia sai dire se le teste sono compatibili con qualsiasi treppiede? prenderà un 190xprob, ma non so se devo usare solo le teste manfrotto o se potrebbe andar bene qualsiasi. Grazie mille. Angela

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  31. Angela, santa pace! Se c'è un a cosa in fotografia su cui sono andati d'accordo tutti i produttori è proprio la filettatura di attacco testa treppiede. Vai tranquilla sul 190, scegliti una buona testa a sfera ( qui ne nomino molte e di tutti prezzi) e non ti preoccupare: il 190 le accetta tutte, proprio tutte. Un consiglio: per montare la fotocamera sulla tasta, opta per un attacco rapido Arca style (adesso disponibile anche da Manfrotto), non te ne pentirai. Ciao e grazie del passaggio.

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  32. Ciao ho letto con molto interesse la tua recensione e stavo pensando di acquistare una photo clam-50ns ( budget limitato) su cui montare la mia d800 il 14-24 cosa ne pensi di questa testa? Ho il manfrotto 055 di circa 10 di età Grazie Maurizio

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  33. Ciao Maurizio,
    io punterei alla 54NS che è il clone della Arca B1. Sullo 055 è ... la morte sua (un modo di dire un po' brutale, ma rende). La differenza di prezzo tra i due modelli non mi pare eccessiva. Tutto sta a trovare un distributore che dia un prezzo ragionevole. Tieni conto che la Arca Swiss Z1 ha un prezzo veramente interessante (nell'articolo trovi il link al distributore italiano), quindi occorre fare delle valutazioni razionali. PhotoClam a mio parere rimane imbattibile nell'offerta di teste di dimensione differente. Dove Arca Swiss non propone zac PhotoClam offre teste di dimensione varia più grandi e più piccole. Non è una sciocchezza. ora sta proponendo anche un ottimo treppiedi in carbonio ... son forti sti coreani.

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  34. Grazie adesso valuto e vedo anche l'arca swiss

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  35. Ciao, ho letto il tuo articolo sia qua che su nikoland... ottima recensione, purtroppo dopo la lettura mi si sono confuse/chiarite molte cose...
    ho capito che non si puo risparmia si treppiede e testa... ma logicamente non si può neanche spendere un capitale (almeno per il mio uso amatoriale).
    Posseggo una canon 5d con 17-40 f4 + 50 f1.4 + 100 f2 e vorrei prendere un treppiede, mi oriento principamente su foto si paesaggi... vorrei un consiglio sia per il cavalletto che per la testa a sfera, il tutto deve essere leggero altrimenti finisce che lo lascio a casa.
    Per la testa mi piace molto la photoclam pc-40ns o la feisol cb-40d
    Mi dai qualche consiglio sia per cavalleto che per la testa?
    grazie
    Vittorio

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  36. Ciao Valerio grazie per il bellissimo e utilissimo articolo!!
    Avrei bisogno di un consiglio, vorrei prendere una piastra per nikon 70-200 vr2 da montare su un Feisol cb40d. Ne ho visti tantissimi ma non saprei su cosa orientarmi. Il tutto verrebbe montato su manfrotto 190...anche se stavo valutando il passaggio al benro c1580t.
    Grazie per l'aiuto che vorrai darmi
    Massimo

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  37. Buongiorno Vittorio,
    il mio consiglio è sempre lo stesso: testa a sfera robusta e treppiede altrettanto robusto ma leggero.Per il secondo, allo statodelle cose, ho veramente difficoltà ad indicare qualcosa di meglio del Gitzo Systematic serie 3 in carbonio. Per il tuo assetto anche un buon serie 2 a tre sezioni fa la sua parte. Per la testa le Photo Clam confermo che sono ben fatte (se ti va vedi la pagina dedicata "PhotoClam, strong Ball Head" qui su questo blog, unica cosa sceglierei un modello con sfera più grande di 40 mm: la 54 è l'ideale. La dimensione sfera ti aiuta nel posizionamento preciso, più è grande minore è il gioco di posizionamento.
    Hai ragione quando ti poni il problema del peso (e aggiungerei della dimensione) del treppiede + testa: troppo pesante e troppo grande= resta a casa, e allora tanto vale. Ti confermo che da quando utilizzo il Gitzo GT3541LS (che va a nozze con la Arca Swiss B1, 54mm di sfera) uso molto ma molto di più il treppiede. Spendere dei bei soldi in uno stativo non sono quattrini sprecati, te lo assicuro, specialmente nel genere di foto che ti piace fare!
    Spero di esserti stato d'aiuto e ti ringrazio per il passaggio.

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  38. Buongiorno anche a te Massimo,
    Mi scuso per il ritardo alla pubblicazione, ma sono rientrato ieri sera da una bella tre giorni di trasferta di lavoro, e sono un po' disfato.
    Veniamo a noi. Il 70-200 vrii e' un ottimo obiettivo, ma ha una gamba lunga per il montaggio su stativo. Io sto usando una Wimberley P20, ma una Sunway equivalente va bene uguale e risparmi. In realta', da un po' di tempo, mi frulla in testa di spendere qualche soldino per sostituire l'intero piede con il "fatto apposta" della Sunway (il Kirk e' troppo caro). Questi Sunway Photo fanno dei prodotti molto validi. Ti dico questo perche' con il 70-200, pur usando il treppiede più pesante il Gitzo GT5541LS +PC74BNS, sono riuscito a catturare delle ottime foto MOSSE! Mi tocca sempre e comunque ricorrere allo specchio alzato e allo scatto a filo che e' una rottura da avvitare sulle Nikon. Il piede ribassato per il 70-200 credo che possa migliorare le cose e consentire di lavorare almeno con l'autoscatto. Dico anche a te quanto detto a Vittorio: la 40 di Feisol è un po' al limite per il tuo 70-200 con fotocamera (magari fondellata).
    Ciao e grazie per il tuo intervento.

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  39. Grazie Valerio, e scusa se ti ho inondato di post!!
    Ho provato a vedere la Sunway LF-N2 "fatta apposta" ma sembrerebbe compatibile solo per AFS200/2VR II. Dici che può andare bene uguale?
    Per la testa a sfera proverò a dirigermi sulla Feisol cb50dc, e con il tempo cambierò anche treppiede...
    P.S.
    Oggi sono passato dal mio "spacciatore" di fiducia tentando di convincerlo a diventare fornitore di photo clam...purtroppo ho fallito!!sigh!

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  40. Ok, mi sono confuso (capita).
    Il piede sostitutivo basso con scanalatura Arca Swiss per il Nikon 70-200/2.8 VRII lo fa la Kirk (in vendita a 80 dolori su B&H) e non la Sunwayfoto, che fa solo piastre!
    Prossimamente lo acquisterò, perché l'originale Nikon è veramente grosso, ingombrante e poco stabile. Del resto la Nikon è sempre stata poco sensibile alle problematiche di aggancio al treppiede: ti ricordi l'80-200/2.8 pompa ?? Un delirio montarlo sul treppiede. Poi, diversi anni dopo (con comodo) uscì il bi-ghiera. Quello sì che era pensato bene e bastava una piastrina per trasformarlo in un tutt'uno con testa e treppiede. Altri tempi.
    Su PhotoClam guarda che è ben difficile che qualcuno si prenda la briga di distribuirla in Italia, c'è poco interesse a questo genere di articoli perchè sono cari e di nicchia. Del resto guarda quanti anni ci son voluti per avere Wimberley e RRS su territorio nazionale !!! E poi da noi c'è il gruppo Manfrotto che "batte moneta" e questa, lasciami dire, è una cosa molto bella.

    Ciao e alla prossima

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  41. Ciao Valerio,
    sono riuscito a prendere dalla baia una arca b1 silver...fantastico, unico problema ho la sfera bloccata!!mi potresti dare qualche dritta su come sbloccarla?

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  42. Fantastica un CORNO!!!!
    Ti hanno venduto un kiodo! In altre parole o ti fai ridare indietro i soldi o gli metti fuori il costo della riparazione perché lì servono mani esperte, quindi contatta il distributore di Arca Swiss per l'Italia, che è a Milano e si chiama Puntofoto, trovi il link qui nell'articolo.

    Mi dispiace, capita spesso di trovare dei filibustieri specialmente sulla Baya, accidenti.

    ciao

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  43. Ciao Valerio,
    immensi complimenti per l'articolo e il blog (e le foto) in generale. Per farla breve e usare un termine unico che comprenda quel che faccio, sono un fotocicloviaggiatore. Da anni mi scarrozzo sulla bici parecchio peso in giro per il nord Europa. Dopo aver letto il tuo articolo mi sento meglio nella mia decisione presa la scorsa estate (ma non ancora attuata) di accorciare il mio Giotto's (alluminio, certo) per non avere pesi e ingombri a sbalzo sul carro posteriore della bicicletta. L'unica rinuncia è l'altezza - ma nel paesaggio non è una cosa che mi preoccupi davvero. In più guadagnerei in peso più contenuto e maggior praticità di ricovero nelle borse da viaggio. Sto ragionando ad alta voce, come vedi. Quel che ti chiedo è: ma non hai avuto ripensamenti? Considera che al momento è il mio solo treppiede e che lo uso parzialmente per lavoro (non lavoro primariamente con la fotografia). Nel mio futuro, se guardo con un po' di ottimismo, c'è spazio per un Gitzo, ma ora proprio non se ne parla. Comunque, grazie a prescindere per un pensiero in merito, se possibile al mio contatto mail che trovi su www.fulviosilvestri.com
    Buona luce!
    Fulvio

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  44. No, mai avuto ripensamenti Fulvio.
    Tieni conto che il taglio del 190 l'ho fatto nel 1994. Ne ho avuto di tempo per ripensarci....
    Il vantaggio e' stato ovviamente negli ingombri più che nei pesi, ma c'e' una cosa che nell'articolo non ho scritto. Il Manfrotto 190 e' veramente modulare. In montagna dove ogni grammo fa la differenza, al 190 già accorciato smontavo l' ultima sezione gambe. Il treppiede cosi' rimaneva con sole due sezioni per gamba sufficienti per regolare il posizionamento su qualsiasi terreno, con un importante vantaggio in termini di peso. Certo occorreva tappare i tubi monconi terminali: tappi di gomma per sedie, reperibili in un qualsiasi negozio di accessori per la casa. Il coso funzionava bene, piccolo e leggero. Oggi queste belle storie del fai da te con i Gitzo me le scordo, il carbonio non avrei il coraggio di segarlo e poi i manicotti di serraggio gamba dei gitzo sono molto piu' rognosi dei semplici ed efficaci Manfrotto. Comunque, ingombri a parte, il Gitzo 3541 pesa come il 190 corto e regge pesi ben piu' significativi ..

    Ti ringrazio del passaggio e aspetto tue news.

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  45. Salve dopo aver letto i tuoi scritti.. ho cominciato a vedere le teste a sfera con un occhio nuovo...
    Apprezzavo gia i cavalletti Gitzo per cui li hai sfondato una porta aperta...
    Insomma mi sono messo in cerca e ho preso una Rotula Gitzo..e gia con quella ho cominciato ad apprezzare la novità... Poi mi è capitata per pochi soldi...una Arca monoball vintage.. ha una grossa manopolona per bloccare la sfera in alluminio argento, 8cm di diametro per 11-12 di altezza . Vicino alla manopolona c'è un foro filettato con una vite senza testa dentro.. Suppongo sia la vite della frizione spezzata .
    Sotto la base ci sono tre viti che sicuramente permettono di disassemblare il tutto...
    Però ho un po timore ad aprirla.. non vorrei combinare guai..
    La testa funziona perfettamente.. ma l'idea di riportarla in condizioni mint mi stuzzica.
    Hai idea se i meccanismi dentro sono molto complessi ??
    Grazie
    Alberto

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  46. Alberto,
    apri la base e vedrai, anzi vedrai ben poco. E' un lavoro per chi sa dove mettere le mani e dispone degli attrezzi giusti. Ti consiglio di contattare PuntoFoto di Milano.

    ciao

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    Risposte
    1. Sospetto tu abbia pienamente ragione anche perche ho testato le viti e mi sono accorto che erano un po lente.... allora le ho strette un po... e la testa si è bloccata!!
      Insomma ho scoperto che regolano la frizione e che svitandole arrivate con la testa a filo con il corpo si bloccano... in pratica sembra che non possano venire fuori. Ovviamente non ho forzato e ho rimesso tutto come stava .
      La testa funziona perfettamente. Ora ho anche la regolazione della frizione.. sono a posto!
      Ho appena datoo uno spruzzo di nero per cancellare i graffi del tempo...... Ora è come nuova.
      L'ho pesata e fa 1050 grammi. Anche la tua ex Gigante pesava cosi??
      A.

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    2. Se funziona ... non toccarla!
      La B1g pesa un po' di più e sfiora i 1,5kg. Ora uso l'unico oggetto equivalente presente sul mercato cioè la PC74BNS clone della B1g. Se ne hai voglia puoi leggerne qui: http://fotobestiali.blogspot.it/p/photo-clam.html

      ciao

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    3. L'ho montata sul Reporter della Gitzo ( che presto si ritroverà le gambe vestite con la fettuccia...)pronta per sfoderare il 400mm.
      Comunque leggendo sopra lo scritto di Sal che ha preso una Arca Swiss vintage con la testa bloccata...
      Magari anche la sua ha le viti sotto la base da regolare.....per sbloccarla...
      Alberto

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    4. Non so più nulla di Sal. Non ha mi ha detto come è andata a finire.
      Forse è come dici tu, ma potrebbe essere un po' più difficile

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  47. Mi par di capire che non l'hai avuto in prova, mi riferisco alla new entry 190go! in carbonio (1,3 Kg senza testa). Secondo te un attrezzo del genere con una buona testa che focale può reggere decentemente? Lo 055 classico in alluminio oltre a scassare la spalla coi suoi 3 Kg senza testa è difficile da far entrare in valigia se devi viaggiare. Grazie.

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  48. Ciao Mirko,
    No non l'ho provato di persona, ma un 190 e' sempre un 190. Questo qui in carbonio adotta soluzioni furbe come le ghiere di serraggio gambe ed un piattello attacco testa dal profilo molto basso. Credo che accoppiato con una testa a sfera di qualità come la RRS BH-40 o come la più economica ma altrettanto valida Sunwayfoto XB-44 si ottenga uno strumento validissimo compatto e leggero. Sulla focale massima non mi farei troppe illusioni, qui vale sempre il principio della massa corpo+obiettivo. Credo che fino al 300/2.8 non ci siano problemi, oltre direi che si entra in territori avventurosi. Con ottiche come i vari 80-400 questo stativo sicuramente è una scelta ottima.
    Mirko comunque vale sempre la regola: sotto il 1/60 mirror up e scatto a filo.
    Ciao

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    Risposte
    1. Grazie, penso proprio di farmi un regalo per l'imminente 40° (sob...) compleanno.

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    2. Auguri Mirko
      e un benvenuto nel club

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  49. Danke! Cosa ne pensi del Sirui T-1204X (800 grammi in carbonio)? Sembra molto simile, costa di meno e... sembra troppo bello per fidarsi!

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  50. Ah Mirko... sai tu?? Boh?
    Ho letto qui e là e ho visto che in molti sono entusiasti di questi Sirui.
    Mi permetto però di ribadire: 0.8 kg sono una bella cosa da portare a spasso, ma se penso di piazzarci su una D800 fondellata con ... va' mi limito: il 24-70/2.8 (cioè un ananasso aggettante) e magari mi vien anche voglia di fare una ripresa verticale (facciamoci male) senza ricorrere ad alcuna piastra a L, allora quegli 0.8 kg di stativo dovranno esser distribuiti molto bene, ma molto bene.

    Insomma tutta 'sta manfrina per dirti di non esagerare troppo nel ridurre la massa del treppiede, salvo che tu non decida di passare ad un sistema ML, ma anche qui, di tipo poco impegnativo (che so, PenF con ob più lungo il 75mm) evitando roba stile Fuji XT-1 carrozzata completa e con obiettivi lunghi. Non so se mi sono capito.
    No comunque dritte dirette sul Sirui non te ne posso dare.
    ciao

    RispondiElimina
  51. Ciao Valerio, ho letto con molto interesse questo tuo articolo sui cavalletti e teste ed essendo in procinto di acquistare un Gitzo (indeciso tra Systematic Gt 3542LS e Gt3532LS con preferenza per il primo perchè potrei spuntare un prezzo più basso....un tuo consiglio??) e una relativa testa a sfera, mi ritrovo con molti dubbi su quest'ultima...
    Avrei messo in lizza le seguenti teste:
    -Arca Swiss Monoball Z1 (ma quale? ce ne sono una varietà di tipi e mi perdo..sp, dp...)
    -Photo Clam (quale modello attualmente consigli?)
    -Gitzo Gh3382QD
    -Gitzo Gh5381SQD (consigliata con la serie Systematic, è con movimento idraulico...la conosci?...è valida?...non ho capito se consente di posizionare la fotocamera per foto verticali...e qui capisci quanto sono incompetente su queste benedette teste a sfera!)
    Quale consiglio puoi darmi?
    Tieni conto che fotografo con corpi Nikon (D4 e D700) e attualmente non vado oltre il tele 80-200 2.8; fotografo un po di tutto con preferenze a paesaggi.
    Per la spesa ti dico che è già un sacrificio il cavalletto (sempre rimandato l'acquisto) e anche per la testa vorrei un prodotto valido, ma senza svenarmi..
    Ho indicato la testa Gitzo perchè mi sembra la soluzione più semplice, soprattutto perchè non saprei dove acquistare le altre marche date già dicate e a tal proposito ti chiedo se cortesemente mi puoi indicare siti dove poterlo fare (possibilmente evitando dazi/dogane) o qui nel forum o se preferisci con un messaggio privato.
    Spero in una tua cortese risposta e ti ringrazio!!
    Fabio
    pegasuss@alice.it

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  52. Ciao Fabio,
    con ordine:

    - Gitzo a tre sezioni è più robusto rispetto al 4 sezioni, ma solo per condizione di "fuoritutto" cioè alla massima estensione, altrimenti sono equivalenti con il vantaggio del 4 sezioni per minor ingombro utile nel trasporto. Aggiungerò un approfondimento di confronto tra i Gitzo e Manfrotto proprio relativo alle chiusure e al numero sezioni.

    - Teste: le Gitzo idrauliche saranno anche tecnologicamente all'avanguardia, ma la loro geometria è perdente rispetto a teste a sfera compatte come le RRS, le Arca Swiss e i suoi cloni (Markins, Kirk e FotoClam) e le Sunwayfoto. Questo concetto l'ho espresso N-volte con N a piacere intero maggiore di 20. La tua domanda infatti trovava risposta in quanto riportato in questo blog tra una foto e l'altra (sì nel testo)

    - dove acquistare le teste Arca (o altro) lo scopri da te cliccando il link che ho riportato per ogni costruttore. Per Arca Swiss mi son sprecato e ho aggiunto anche il distributore italiano Puntofoto con tanto di link diretto al suo sito (quante volte lo avrò segnalato? boh, ho perso il conto)
    - quale tipo di Arca swiss? Ma la Z1 con attacco Classic e via!

    Infine una nota. Non lamentarti del costo feroce di un treppiede in carbonio solido e ben costruito che i tuoi nipoti, diventati maggiorenni, potranno ancora utilizzare costa comunque meno ma molto meno della tua indispensabile D4 fotocamera che, suppongo, tu ad oggi NON abbia usato sempre e solo a mano libera.
    Iammagino che fin ora tu abbia fatto ricorso ad un buon treppiede di ferro-alluminio e zama, ma che ti sia stufato di abbandonarlo in garage perchè troppo pesante per scoprire che ricorrere a 128000 ISO non è la "soluzione" . Ti assicuro che un attrezzo come il Gitzo GT35xx è naturale portarselo appresso in ogni dove ed anzi ci se sente zoppi quando per una ragione o per l'altra non è stato possibile infilarlo nel bagaglio.

    Spero d'averti detto tutto quello che volevi sapere e forse anche quello che non volevi sentire.
    Un solo richiamo: leggi anche le indicazioni non soffermarti alle figure con didascalia.

    ciao e grazie del passaggio

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  53. Intanto volevo ringraziarti per la celere risposta che mi hai fornito.
    Volevo poi fare un paio di precisazioni sui tuoi richiami a leggere il testo e non solo le didascalie...ti assicuro che non sono il tipo che si sofferma ad osservare solo le figure, tieni conto che io sono uno di quelli che leggono pure le istruzioni allegate ad una memory card per capirsi!! Il mio sbaglio, e me ne scuso, è stato quello di scrivere in fretta dando per scontato cose che avevo in mente solo io! e il fatto di essere molto indeciso sulle scelte da fare, per paura di sbagliare, così da cercare nelle tue risposte ulteriori conferme (sul mio caso personale) a quanto da te già scritto nell'articolo. Quando ti ho chiesto se potevi indicarmi siti per gli eventuali acquisti, intendevo dire se conoscevi qualche sito che consentiva di acquistare al miglior prezzo a te conosciuto o che avevi utilizzato per esperienza diretta. Sulle teste Gitzo avevo già letto della tua predilezione per altri marchi, ma ti chiedevo in particolare del modello Gh5381SQD a movimento idraulico (alla quale non mi pare tu abbia mai fatto espresso riferimento nei tuoi articoli) per sapere se lo conoscevi o avevi avuto modo di provare visto che viene sbandierato (ovviamente in casa Gitzo) come testa consigliata per i modelli di treppiede da me ndicati come papabili di acquisto.....ma su quest'ultimo punto ho già trovato la risposta che cercavo ovvero che non è un modello di testa a me consono perchè adatto in particolare a teleobiettivi pesanti, consentendo infatti il posizionamento in verticale solo tramite il meccanismo insito negli obiettivi o tramite piastre ad l che al momento vorrei evitare e non nella testa stessa ed escluso anche per il prezzo troppo alto per me.
    Ho invece approfondito il marchio Sunwayfoto di cui hai parlato anche in un altro post nel quale ho trovato le utilissime indicazioni dell'importatore italiano (ti suggerirei anzi di aggiungerle anche in questo post dove indichi questo marchio per chi fosse eventualmente interessato all'acquisto) e sarei tentato all'acquisto di testa, piastra e attacco a sgancio rapido di questa ditta. Quindi, cercando di trarre delle conclusioni, sarei orientato su queste scelte sulle quali ti chiederei ulteriormente un tuo parere/consiglio che possa indirizzarmi verso una scelta consona alle mie esigenze e tasche: Treppiede serie Systematic GT3532LS o GT3542LS (ancora non so valutare bene l'uno o l'altro...di uno mi attrae il fatto che abbia tre sole sezioni quindi più robusto come da te suggerito e anche con altezza leggermente maggiore, dell'altro mi attrae il fatto che da chiuso sia ca.10 cm più corto e leggermente più leggero come peso.....a parità di prezzo sarei più orientato sul 3532LS, ma tieni conto che il 3542LS l'ho trovato a ca.80 euro in meno rispetto al 3532LS (non so se posso indicare il negozio online) e non so se vale la pena risparmiare qualosa in soldi oppure no (normalmente anche nel sito Gitzo ho sempre trovato un prezzo indicativo più alto per il 3542LS);
    continua....

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  54. ....continua:
    Testa a sfera che consenta anche orientamento verticale Sunwayfoto...avrei trovato disponibile il modello a profilo ribassato XB-52 comprensivo di attacco per piastra a sgancio rapido con bolla e regolazione a pomello a 339 euro (sempre nel solito negozio online)...non so se sarebbe sufficiente la versione XB-44 (da te indicata nel post) che però non è disponibile nel negozio che ho visto io (ho mandato mail per disponibilità e prezzo presso l'importatore che tu hai indicato, ma non ho ricevuto risposta). Considerando che al momento il mio massimo teleobiettivo è l'80-200 2.8 ritieni che la testa XB-52 sia troppo dimensionata o vige lo stesso concetto per i treppiedi ovvero che più grande e robusta e meglio è??...tra le due corrono 223 gr di peso a sfavore della testa più grossa e non so se anche questo può essere deleterio nel peso complessivo treppiede-testa in un'ottica di trasportabilità. In merito alla testa a sfera Arca Swiss Z1 con attacco classic (peso ca.590 gr) ho visto che salirei di prezzo (ca.50 euro più della XB-52) e se secondo te le soluzioni che ho proposto sopra possono essere una valida alternativa soprassederei al momento, altrimenti cercherei di fare un sacrificio economico in più. Ringraziandoti per il tempo che mi hai dedicato, spero ancora in una tua nuova risposta nella speranza di averti dato qualche indicazione utile in più a sciogliere i miei dubbi. Ciao,Fabio

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  55. In sintesi
    Per i Gitzo serie 3 e 4 la testa a sfera deve aver la boccia tra i 50 e i 60mm quindi ti ho risposto: XB-52 oppure Arca Swiss Z1.
    Io uso diverse teste a sfera, ma il mio cavallo di battaglia è e rimane la vecchia Arca B1, pregi e difetti compresi. Sta a te scegliere quanto vuoi investire, ma 50 euro di differenza sono pochi per un indice dirimente. Ciò nonostante va detto che le capocce Sunwayfoto son fatte bene e la XB-52 ha il vantaggio del profilo ribassato infatti, come ho scritto più volte, Sunway è l’unica vera concorrente di RRS. L’Arca Swiss Z1 ha dalla sua una storia di cinquant’anni, garanzia di funzionamento certa, ma è 1-1.5 cm più alta rispetto alla XB-52. Per quanto riguarda la mia scelta della più piccola XB-44 ti ricordo, perché l’ho scritto espressamente nel post che sai, l’ho presa per accoppiarla al piccolo Manfrotto 190: né più né meno.
    Infine bada che i distributori italiani di Sunwayfoto che son due e ne ho riportato nome e link proprio nei post da te individuati.

    Sulle teste Gitzo e Manfrotto forse ti è sfuggito il mio riferimento esplicito a “cercare altrove” perché a tutt’oggi quelle realizzazioni sono tutte modelli dignitosi, robusti, ma non all’altezza dei treppiedi prodotti dagli stessi costruttori, un po’ paradossale. Insomma: se arriverai ad usare il treppiede con frequenza e assiduità ti accorgerai da solo dei limiti di quel tipo di teste, limiti che si riducono o spariscono ricorrendo ad altri strumenti. La parola magica è “funzionale”: uno strumento funzionale lo userai con maggior frequenza e maggiore rendimento proprio perché più pratico, a tutto vantaggio delle tue foto.
    Trovo curioso che attrezzature in questo senso più performanti, alla fin fine, siano costruttivamente semplici rispetto alle ben più complicate (testa fluidodinamica?) progettazioni di Bassano del Grappa. Manfrotto trading farà sempre a tempo a prendere la decisione di progettare e commercializzare una testa a sfera con elevata potenza di serraggio, boccia grande in alluminio (no teflon o resine bislacche), IN ASSE CON LA CROCIERA, dal profilo ribassato e con l’attacco Arca Swiss (che peraltro ha già adottato nel 2013). Quando arriverà uno strumento del genere ti prometto che sarò tra i primi a fare i complimenti ai veneti del Brenta, come del resto ho fatto per il 190Go, primo Manfrotto con serraggi gambe a ghiera coassiale.

    Spero d’averti dato ulteriori elementi
    Un saluto e fatti sentire.

    RispondiElimina
  56. Caro Valerio, una piccola correzione: Burzynski (che si dovrebbe pronunciare "bujenski" col suono di "garage" e colla "e" chiusa) non è polacco ma tedesco, vive a pochi Km dal confine colla Polonia ma ha solo il nome polacco e non parla polacco. Ti avviso che non se la vede bene purtroppo colla salute e se sei minimamente interessato alla sua testa a sfera ti consiglio di sbrigarti ad ordinargliela. Impiega 1 massimo 2 settimane e spedisce in Germania (la spedizione costa appena 6 € e la testa 408 €). Io oggi l'ho fatto, è da poco tornato dall'ospedale. E' stato disponibilissimo ed è molto simpatico. Purtroppo dove vive lui in aperta campagna ha problemi colla connessione sia Internet che mobile e quindi bisogna usare il numero di telefono fisso. Mi dispiace tantissimo per lui, copre una nicchia di mercato fotografico che di fatto non interessa ad anima viva.
    Cmq il 190go! in Polonia si è comportato benissimo!!!

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    Risposte
    1. Burzynski ---> Corretto in tempo reale.
      Felice che il tuo 190go abbia mantenuto le promesse (lo immaginavo). Mi spiace per Burzynski, mi spiace soprattutto che il suo lavoro non trovi lo spazio che meriterebbe. Ci sono in giro troppe cinesate quando invece qui in casa avremmo produttori validissimi. E' la logica del profitto, i cinesi offrono margini superiori ai distributori/venditori e i Burzynski vanno in malora. Un peccato

      Elimina
  57. Sentito parlare delle (costose) teste a sfera a cremagliera KPS? Coreane sono un ibrido a sfera / cremagliera. Costano un rene...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie della segnalazione, mi era sfuggito questo oggetto veramente interessante. In effetti io non ho mai avuto o sentito la necessità di uno spostamento micrometrico stile cremagliera, preferendo la compattezza ed una struttura forte e salda, ma queste KPS pare riescano a conciliare le due cose senza limitare la praticità d'uso ed eccedere nelle dimensioni.
      Ho solo una perplessità: la durata nel tempo in un uso massiccio. Però chissà mai. Beh, io il rene non ce lo metto per soddisfare questa curiosità.

      Grazie Mirko della segnalazione e del passaggio.

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