contro- intestazione

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Tre giorni, un'estate (parte1)


Conoscere il prorpio "backyard" dovrebbe essere una cosa ovvia, naturale. Non è così. Troppe volte trascuriamo luoghi vicini perchè "vicini" anzi, "troppo vicini". A me è capitato spesso e quando me ne rendo conto provo a correre ai ripari.

Veduta della Val Sessera e Monte Barone. Coggiola (VC) - Agosto.
Nikon D800e, ob Nikon AFs 17-35/2.8 photomerge 7 immagini

Il Sessera è un affluente della Sesia che ha scavato il suo percorso appena dietro la prima bastionata di montagne che si affacciano alla pianura vercellese. Su quelle montagne, quasi cento anni fa, l'industriale E. Zegna ha voluto realizzare una strada panoramica. Ebbene, la val Sessera, le sue cime e la famosissima strada Panoramica Zegna sono state, per me, delle arcinote PERFETTE SCONOSCIUTE, fino all'estate 2022.

Esplorare questo territorio è stato bello, ma ancor più bello è stato scoprire una terra che sta tornando selvaggia, veramente impervia e vivacemente selvaggia. Non tutti hanno il gusto per queste cose, io sì e mi piace scriverlo, ora che ho qualche minuto per farlo, per assaporare ancora un po' di quelle luci e colori di un'estate torrida, ma sufficientemente serena (e non è poco). In 4 gite, giornaliere, partenza e ritorno da casa, abbiamo curiosato, camminato, guardato, parlato assaporato, le montagne stese tra la provincia di Biella e Vercelli.

La prima salita è stata una sudatissima ascensione alla cima del monte Gemevola partendo da Le Piane (sopra Coggiola), per verità dei fatti occorre precisare trattarsi di un'anticima del Monte Barone, lì a poca distanza, ma comunque troppa per il tempo a disposizione. Le immagini di questo post fanno riferimento a questa prima escursione.

Preso il passo ed il gusto abbiamo percorso la Panoramica Zegna avanti ed indietro, da Bielmonte a Bocchetto Sessera, per scendere alla Casa del Pescatore e da qui imboccare i sentieri per le montagne interne come la Cima delle Guardie e dopo il crestone erboso dell'Asnas, perdendoci tra sentieri indicati da troppe mani e da troppi Enti che accavallano informazioni poco utili a chi cammina sul serio. Infine abbiamo chiuso il ciclo, e la nostra estate, con la vetta più significativa, quel Monte Barone che da sempre segna il profilo del mio orizzonte, appena sotto il Monte Rosa. 

Salita da Le Piane (giro dell'alpe Noveis). Coggiola (VC) - Agosto.
Nikon D800e, ob Nikon AFs 17-35/2.8.
Sentiero e ampio e ben segnato. Coggiola (VC) - Agosto.
Nikon D800e, ob Nikon AFs 17-35/2.8.
Più su invece il sentiero non è ben visibile. Coggiola (VC) - Agosto.
Nikon D800e, ob Nikon AFs 17-35/2.8.
La valle Sessera e il rifugio Ciota. Coggiola (VC) - Agosto.
Nikon D800e, ob Nikon AFs 17-35/2.8.
Ecco la forcolette del giro dell'alpe Noveis. Coggiola (VC) - Agosto.
Nikon D800e, ob Nikon AFs 17-35/2.8.
Sulla vetta del Gemevola guardiamo il Monte Barone. Coggiola (VC) - Agosto.
Nikon D800e, ob Nikon AFs 17-35/2.8, fotomerge di 5 scatti.
La discesa è sempre peggio della salita. Coggiola (VC) - Agosto.
Nikon D800e, ob Nikon AFs 17-35/2.8.
Alla sera, dalla strada, le cime del Barone, la più a destra è il Gemevola. Coggiola (VC) - Agosto.
Nikon D500, ob Nikon AFs 300/4 E fotomerge di 3 scatti.
Veduta del Monte Barone dal sentiero del Lupo. Panoramica Zegna (BI) - Agosto.
Nikon D800e, ob Nikon AFs 17-35/2.8
Lungo il sentiero del Lupo. Panoramica Zegna (BI) - Agosto.
Nikon D800e, ob Nikon AFs 17-35/2.8, fotomerge di 2 scatti.
Lungo il sentiero del Lupo, bizzarre forme scolpite nei tronchi. Panoramica Zegna (BI) - Agosto.
Nikon D800e, ob Nikon AFs 17-35/2.8.
Sul sentiero del Lupo, tracce di lupo. Panoramica Zegna (BI) - Agosto.
Nikon D800e, ob Nikon AFs 17-35/2.8
Bielmonte, il parcheggio camper(..). Panoramica Zegna (BI) - Agosto.
Nikon D800e, ob Nikon AFs 17-35/2.8.
Bielmonte, veduta del monte Bo. Panoramica Zegna (BI) - Agosto.
Nikon D800e, ob Nikon AFs 17-35/2.8.
Bochetto Sessera. Panoramica Zegna (BI) - Agosto.
Nikon D800e, ob Nikon AFs 17-35/2.8.
Fuji Xpro2, ob. Fujinon XF 50/2 WR.

Sono state escursioni magnifiche che mi hanno lasciato un gran desiderio di continuare a camminare ed esplorare l'ignoto che sta dietro casa.

In rapida successione pubblicherò le altre due puntate.



Dusk

PREMESSA.
Per ragioni mie, personali, mi ritrovo a fotografare nelle ore serali. In  tutta onestà nei fine settimana approfitto di qualche ora di sonno in più, poi devo sbrigare quelle faccende domestiche a cui posso dedicarmi solo al sabato, e quel che resta del giorno è la sera.

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Questo "strano" 2022 ce lo ricorderemo per un bel pezzo: temperature elevate e siccità biblica insieme non si erano mai viste; in aprile poi qualcosa che non immaginavo possibile: il cielo giallo, la linea dell'orizzonte sfumata e la polvere che si infilava ovunque, sulla fotocamera, tra i vestiti e in mezzo ai denti: la Dust Bowl di Furore di Steinbeck trasferita dall'Oklahoma alle terre tra Vercelli e Novara, un brivido da Grande Depressione. Ne avrei fatto volentieri a meno.

Dust Bowl in provincia di Novara - Aprile.
Nikon D500, ob. Nikon AFs 70-200/2.8 VR2

Nonostante la siccità apocalittica la Lama Grande ha continuato a fluire imperturbabile fino a settembre. Purtroppo si è impestata di alghe brune e si è intorbidita a tal punto da dissuadere qualsiasi ipotesi di immersione. 

Il "combinato disposto", e la mia "propensione" alle ore serali, mi hanno vincolato strettamente a riprese terrestri, sul greto o nel bosco prospiciente il fiume, declinando così le esplorazioni estive in faccende di caldo torrido - sudore copioso (ma copioso) - zanzare infinite e buio pesto. 

Le ore crepuscolari sono comunque sempre affascinanti. Fatta la tara delle zanzare, resta lo spettacolo di una luce sempre mutevole , suggestiva, da inseguire secondo per secondo. Prima calda come il miele, poi viola, poi blu fino alla notte e oltre solo il buio. E gli incontri sorprendenti, e sempre fortuiti, con i molti animali del fiume e del bosco che si attivano proprio in questa fase del giorno.

Fiume Sesia, Parco Lame Sesia - Giugno.
Nikon D800e ob. Nikon AFs 17-35/2.8 ED, Gitzo GT3541LS Arca B1.
Fiume Sesia, Parco Lame Sesia - Luglio.
Nikon D800e ob. Nikon AFs 17-35/2.8 ED, Gitzo GT3541LS Arca B1.
Gabbiano comune. Parco Lame Sesia - Luglio.
Nikon D5 ob. Nikon AFs 600/4 VR, Gitzo GT5541LS PC-74BNS.
Lepre sul greto. Parco Lame Sesia - Luglio.
Nikon D5 ob. Nikon AFs 600/4 VR, Gitzo GT5541LS PC-74BNS
Vegetazione stagionale di riva. Parco Lame Sesia - Agosto.
Nikon D5 ob. Nikon AFs 17-35/2.8 ED, Gitzo GT3541LS Arca B1.
Fiume Sesia. Parco Lame Sesia (NO) - Agosto.
Nikon D800e ob. Nikon AFs 17-35/2.8 ED, Gitzo GT3541LS Arca B1.
Il corso del fiume dopo due acquazzoni. Parco Lame Sesia (NO) - Agosto.
Nikon D5 ob. Nikon AFs 17-35/2.8 ED, Gitzo GT3541LS Arca B1.
Il greto ritorna subito sassoso. Parco Lame Sesia (NO) - Agosto.
Nikon D5 ob. Nikon AFs 8-15/3.5-4.5 ED Fisheye, Gitzo GT3541LS Arca B1.
Capriolo. Parco Lame Sesia (NO) - Agosto.
Nikon D500 ob. Nikon AFs 300/4 E VR.
Capriolo femmina. Parco Lame Sesia (NO) - Agosto.
Nikon D5 ob. Nikon AFs 600/4 VR +TC-14EII, Gitzo GT5541LS PC-74BNS.
Capriolo maschio (juv.). Parco Lame Sesia (NO) - Agosto.
Nikon D5 ob. Nikon AFs 600/4 VR +TC-14EII, Gitzo GT5541LS PC-74BNS.
Fiume Sesia. Parco Lame Sesia (NO) - Agosto.
Nikon D5 ob. Nikon AFs 200/2 VR II, Gitzo GT3541LS Arca B1.
Garzetta. Parco Lame Sesia (NO) - Agosto.
Nikon D500 ob. Nikon AFs 600/4 VR, Gitzo GT5541LS PC-74BNS.
Gruccione. Parco Lame Sesia (NO) - Agosto.
Nikon D5 ob. Nikon AFs 600/4 VR , Gitzo GT5541LS PC-74BNS.
Germano reale femmina. Lama grande,  Parco Lame Sesia (NO) - Agosto.
Nikon D5 ob. Nikon AFs 600/4 VR, Gitzo GT3541LS Arca B1.
Pantana. Parco Lame Sesia (NO) - Agosto.
Nikon D5 ob. Nikon AFs 600/4 VR, Gitzo GT5541LS PC-74BNS.
Nitticora (juv.). Parco Lame Sesia (NO) - Agosto.
Nikon D5 ob. Nikon AFs 600/4 VR , Gitzo GT5541LS PC-74BNS.
Nugoli di moschini. Parco Lame Sesia (NO) - Settembre.
Nikon D500 ob. Nikon AF-I 300/2.8 ED, Gitzo GT3541LS Arca B1.
Greto del fiume. Parco Lame Sesia (NO) - Settembre.
Nikon D800e ob. Nikon AFs 17-35/2.8, Gitzo GT3541LS Arca B1.
barene di sabbia fine. Parco Lame Sesia (NO) - Settembre.
Nikon D800e ob. Nikon AFs 17-35/2.8, Gitzo GT3541LS Arca B1.
Capriolo maschio  (juv.). Parco Lame Sesia (NO) - Settembre.
Nikon D5 ob. Nikon AFs 200/2, Gitzo GT3541LS Arca B1.
Exp: 1/40 f/2 12800 ISO

Il Fotonaturalista della Domenica

Sulla fotografia Naturalistica ... ecc ecc, come da locandina

Locandina casalinga

A maggio 2019, prima del covid, la Società Fotografica Novarese mi ha chiesto di tenere una serata sulla mia fotografia naturalistica. Ne scrivo solo ora perché nel mezzo è successo di tutto e settimana scorsa, dopo un giro tristissimo in una campagna inaridita coma mai la ricordo, ho deciso che è tempo riprendere il discorso. E' ora di ricominciare a parlare di cosa può essere la fotografia della natura almeno per come la intendo io.

Capriolo solitario in un campo inaridito. Vercelli - Marzo

Fotografia, Esplorazione e Conoscenza.
Poiché trovo piacere a star nei boschi piuttosto che nel traffico delle Suburbie, è stato ovvio puntare i miei obiettivi sulla Natura. Questo presupposto farebbe di me un fotonaturalista, ma non è così, sono solo un fotografo onnivoro che esplora luoghi vicini o lontani raccogliendo immagini. In altre parole non sono un creativo o un progettista di composizioni, sono solo un osservatore curioso. E' stato così che all'età di 21 anni mi sono trovato con le Superga piantate nel fango a cercare rane e serpenti e ad incontrare chi il Riso lo fa davvero, a trecento metri da casa mia. Un'esperienza che mi ha cambiato, come dire: da allora "tutto" ha assunto una dimensione straordinariamente vasta. Ed è così che ho intuito che ciò che è veramente esotico non si trova necessariamente in terre lontane, ma sta nel modo in cui si osservano le cose. 

"please to meet you": Coluber viridiflavus in accoppiamento. Agognate (NO) - giugno 1989
Minolta D700 ob. Minolta MD 70-210/4 film Ektachrome 100
In risaia a trebbiare. S.Pietro Mosezzo (NO) - Settembre 1994.
Nikon FG, ob Nikon AF 20/2.8 film Fujichrome Sensia 100.
Il riso di Luglio "piange". Mosezzo (NO) - Luglio 1994.
Nikon FM2n, ob Tamron SP 180/2.5 LD-IF, Flash Sunpack DX26  film Fujichrome Sensia 100
Guardarsi attorno

Fotografare la natura per difendere noi stessi.
A Fotografare, a guardare quello che si fotografa, prima o poi qualche domanda si finisce per farsela e tra le prime considerazioni, cercando di immortalare gli aironi sempre terrorizzati, c'è stata la sfortunata constatazione di vivere in un luogo poco adatto alla Fotografia Naturalistica. In realtà la fortuna non centra nulla, la Pianura Padana era un luogo ricchissimo di biodiversità come lo sono le distese selvagge (superstiti) dell'Europa dell'est. Di quella magnificenza, in questa terra padana, non rimane praticamente più nulla, salvo scampoli di territorio dimenticati o protetti. Ed è cercando quei frammenti di natura superstite che ho preso coscienza dello stravolgimento radicale a cui l'uomo ha sottoposto il suo habitat; possiamo solo immaginarla la foresta planiziare che copriva la valle del Po, ma grazie all'indagine fotografica posso dire d'aver compreso cosa non è più ed a quale destino condanniamo il nostro intero pianeta.

Un pioppo di almeno cinquanta anni non c'è più: "Ma era proprio necessario?".
Oggi questo genere di domande dobbiamo porcele tutti quanti.

Il fatto è che ci siamo abituati ad un ambiente cronicamente degradato; del cambiamento climatico, di cui media ed istituzioni hanno finalmente preso atto, misuriamo quotidianamente gli effetti, eppure... eppure non vogliamo vedere delle ovvietà del nostro comportamento collettivo che perpetrano il danno. Esempi? Eccone tre "al volo", raccolti lungo la strada che quotidianamente percorro per andare al lavoro.
  • Consumo del territorio: significa coprire la terra con cemento ed asfalto. Lo sappiamo dall'asilo che non fa bene a noi ed al pianeta, ma capannoni, prefabbricati e svincoli misteriosamente barocchi dilagano ancora ed ancora. Costruire è un'attività economica importante va però detto che troppo spesso fa utile solo l'edilizia, a tutti gli altri rimane il costo, sospeso, dell'impatto ambientale, un lascito problematico per le generazioni future.

Terra dimenticata. Novara - Settembre.
Nuovi capannoni, i boschetti si fanno da parte. Trecate (NO) - Aprile 2019.
  • L'Acqua è un bene primario e quella dolce potabile è una frazione minimale dell'acqua del pianeta; la troveremmo nei fiumi se avessimo l'accortezza di non cagarci dentro, ma pare che ciò sia impossibile. Negli ultimi 75 anni, dalla fine della 2° Guerra insomma, non si è andati per il sottile, arrivando ad appestare le falde sotterranee più profonde. Per molti la soluzione è l'acqua in bottiglia, chissà se ci fanno anche la doccia.

Fontanile o canale di drenaggio? Per i pesci vale la prima, per gli agricoltori la seconda.
Novara - Marzo 2019.
Nella polvere di un inverno senza pioggia. 
San Bernardino (NO) - Marzo 2019.
  • L'Agricoltura 4.0. Qui il punto è semplice oltremodo banale: ogni attività produttiva industriale nel bilancio costi e ricavi, controlla le spese di ammortamento macchinari per sostituirli con più moderni e performanti. Ahimè ciò che sta alla base dell'attività agricola non sono le macchine agricole, ma qualcosa che non può essere sostituito o ammodernato: la Terra rimane lì, sotto le ruote del trattore. Così la nostra campagna, modellata come un'enorme fabbrica a misura di sarchiatrice e braccio decespugliatore, si impoverisce senza speranza e diventa brutta, brutta come sono brutti gli stabilimenti industriali. Ed il 4.0 ? Uno slogan i cui eventuali effetti innovativi non mi riesce proprio di fotografarli.

Campagna risicola in inverno, fosso senza sponde e senza parole, di certo comodo ed economico da manutenere.
Casalino (NO) - Gennaio 2018.
Presto! Restituire subito tutta la CO2 all'atmosfera. S.Martino di Trecate (NO ) - Marzo 2019.
Nell'orizzonte piatto, senza siepi e boscaglie, la Lepre si trasforma in sogliola. Mutante?
Trecate (NO) - Luglio 2019
Il senso dell'umorismo. San Martino di Trecate (NO) - Aprile.

I nostro pianeta plasmato sulle esigenze umane di breve termine, è comodo e pratico, è più "sicuro", ma è anche quella roba lì, brutta, triste, monotona e, soprattutto, in totale disequilibrio biologico.
Veramente immaginavamo questo per l'uomo del terzo millennio?

Essere testimoni, foss'anche al cielo.
La Fotografia può essere tante cose, di certo è un'attività divertente, un Gioco per ragazzi maturi. Un Gioco, un buon Gioco, è per sua natura stimolante, impegnativo, difficile, quindi divertente e la Fotografia questi caratteri li ha tutti, ma la fotocamera è un dispositivo che dalla sua invenzione ha introdotto scientificità nell'osservazione, ha dato all'uomo l'opportunità di registrare l'istante il più fedelmente possibile, di testimoniarlo senza intermediazioni, insomma ha stravolto la comunicazione. 
La Fotografia è quindi una potente  <macchina da scrivere per immagini> ed i miei amici di teleobiettivo la usano per Giocare. Sia chiaro, il gioco a loro riesce pure bene, stando alle magnifiche gallerie di foto "assolute" (senza didascalia) presenti in rete, ma così il Gioco risulta fine a sé stesso, al gusto di giocare, e non credo di sbagliare nel percepire uno sorta di "spreco".

Un regalo dalla globalizzazione (dissennata): Popilia japonica, i suoi effetti e una trappola ai feromoni
per contenere l'esplosione demografica dell'insetto. S.Pietro Mosezzo (NO) - Luglio.
Albanella urbanizzata e temporale. San Pietro Mosezzo (NO) - Giugno.


Ebbene, da anni, fin da subito per la verità, la mia la Fotografia ha camminato fuori dal recinto della "foto migliore" o dello "scatto perfetto". Non giro il tele dall'altra parte perché la linea elettrica disturba, mi chiedo perché non c'è modo di escludere la linea elettrica dall'orizzonte, non percorro 500km per cercare le lucciole, ma le cerco nei torrenti vicino a casa e se non ne trovo mi chiedo perché e ne chiedo conto al mio prossimo.

I fotografi hanno tra le mani uno strumento potente che può, meglio di altri, far percepiere direttamente i comportamenti blasfemi e auto-distruttivi dell'uomo verso il suo pianeta. L'occhio indagatore del fotografo, capace di fermarsi 4 ore sotto un albero per un cervo volante, può vederli, testimoniarne ma soprattutto prenderne coscienza. I numeri oggi sono significativi: 25 anni fa sui sentieri del Gran Paradiso si incontravano solo escursionisti ed alpinisti, oggi sui quei sentieri è facile imbattersi in nutriti gruppi di fotografi, persone che, grazie alla Fotografia, acquisiscono un'attenzione per l'Ambiente che nessun Super Quark o BBC Earth può indurre.

Forse con la Fotografia possiamo cambiare qualcosa, forse no, di sicuro so che per me è stata catartica. Capisco che questo sia poco e non sufficiente per invertire la tendenza, ma sia come sia vorrei essere meno solo nell'urlare, foss'anche al cielo, che un torrente è un corpo vivo e non un canale di scolo, vorrei vedere meno fotografi al parco-giochi e più fotografi ad imprecare come me, foss'anche al cielo.

Dai, basta, la ricreazione è finita.