contro- intestazione

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YES e non serve dire altro.

Ti piace il Prog Rock? Non eri nel pubblico al Teatro della Luna Domenica 18 Maggio ad Assago, Milano? Mi dispiace per te, ti sei perso davvero qualcosa. Ti sei perso quello che viene definito Rock Sinfonico. Ma io che ne so... io 'ste definizioni le trovo una smargiassata da intellettuale alternativo, da etichettatore da supermerkato. Per me quello che ho ascoltato ier sera al teatro è una cosa sola, unica ed inimitabile: ieri ho apprezzato per tre ore filate lo Yes Sound.

Yes in concerto. Teatro della Luna, Assago (MI) - 18 Maggio 2014

Dalla fucina inglese della fine anni sessanta è uscito TUTTO: una forgia insuperabile, come non sarà mai più. E uno dei suoi prodotti sono gli YES. In quarantacinque anni di carriera, hanno cambiato trenta volte pelle, cento formazioni, duecento musicisti, hanno cambiato genere, vestiti e scarpe. Oggi, all'età della pensione, Chris Squire ha deciso di riaprire il vecchio armadio e di tirar fuori i suoi strumenti d'annata. Oggi, con Steve Howe, ha rimesso sul palco le gemme più scintillanti di quel sound inequivocabilmente riconoscibile come Il Suono degli Yes.

Yes in concerto. Teatro della Luna, Assago (MI) - 18 Maggio 2014
Steve Howe e sullo sfondo Jon Davison.
Yes in concerto. Teatro della Luna, Assago (MI) - 18 Maggio 2014

Le corse di Howe sul manico della chitarra,  spesso in controcanto alla melodia dell'organo, che fu Rick Wackeman e oggi Geoff Downes (da trent'anni nell'orbita Yes, oltre che coautore di "Video killed the radio star"), passando per i lamenti orizzontali della slide guitar, sono l'ossatura delle lunghe suite degli Yes. La batteria potente le cui rullate oggi si devono ad Alan White (degno sostituto, già nei '70, dell'irrequieto predecessore Bill Bruford) si fonde nell'amalgama Yes, oggi come in quel lontano 1971 quando comparve il primo vero lavoro di questo gruppo di musicisti "Yes Album". Certo, manca il piccolo uomo dalla voce alta e potente, dal canto acuto e penetrante, quel canto che vola alto sulla selva di accordi e assoli di basso, chitarra elettrica e tastiera. Jon Anderson non è, da tempo, della partita (ignoro il perché). Al suo posto un altro Jon (Davison), una voce giovane e fresca che raccoglie bene l'eredità dell'Anderson delle origini e ci consente di gustare, qui alle porte di Milano, la magia di quelle tracce straconsumate che non stancano mai di essere ascoltate e riascoltate.

Steve Howe alla Slide guitar: basta che abbia delle corde ed è roba per lui.
Yes in concerto. Teatro della Luna, Assago (MI) - 18 Maggio 2014

In questa tournée europea Squire, Howe, White e soci propongono una formula rodata in un paio di stagioni Americane. Gli Yes suonano la Loro musica e la presentano in perfetta controtendenza alla corrente metodologia di fruizione, fatta di purea di download shakerati in maniera del tutto casuale. Gli Yes duemilaequattordici suonano LIVE tre album, e presentano le canzoni nell'esatto ordine delle tracce viniliche di quattro (dico quattro) decenni fa.


Si inizia con l'Album  "Close to the Edge", non senza aver ammiccato, con l'intro dell'Uccello di Fuoco di Strawinsky, a chi ha consumato il doppio Live YesSong (tournee del 1973).  Forse partire a freddo con il brano che dà il titolo all'album non è proprio la cosa più furba che si possa fare, ma il vinile non mente: quella è la prima traccia quindi da lì tocca cominciare. E il pubblico? Non fiata, non parla, non si muove, impietrito a seguire le mani di un Howe estremamente statico, nei piedi. Del resto per la chitarra servono gli arti superiori. Effettivamente Howe ha solo due mani e solo 5 dita per mano. Giuro, ho sempre immaginato un alieno con dodici dita, ciascuna con almeno 8 falangi. Invece no, anzi non ha bisogno di saltabeccare rapido come il vento sul manico della sei corde. Le note sono lì a portata di dita, le sue. Aspetto, li cerco, quei passaggi ascoltati centinaia di volte dalle casse dello stereo. Eccola la dolce "And you and I" con il gioco di due note d'apertura che ha ispirato tanti altri musicisti (vero Mauro Pagani?).  Il tempo corre veloce e siamo già a "Going for the One" Album del '78, canto del cigno dello YES Sound classico, quello tanto amato dai Prog listener. L'attacco dell'omonimo brano d'apertura è difficile da prendere per il giovane (ha due anni meno di me: un ragazzo) Jon Davison, ma il resto decolla. "Awaken" è sgranata tutta, ondulata cavalcata elettrica, ultima marea di un Prog rock che si arenò sulle spiagge del punk. 

Steve Howe e sullo sfondo Geoff Downes alle tastiere.
Yes in concerto. Teatro della Luna, Assago (MI) - 18 Maggio 2014
Alan White alle bacchette.
Yes in concerto. Teatro della Luna, Assago (MI) - 18 Maggio 2014
Chris Squire ha tirato fuori questo fantastico basso a triplo manico: due bassi e una chitarra ... saran 15 chili di legno, ferro e pick up.
Yes in concerto. Teatro della Luna, Assago (MI) - 18 Maggio 2014
Geoff Downes: non disturbate il pianista.
Yes in concerto. Teatro della Luna, Assago (MI) - 18 Maggio 2014

Arriva il momento di "Yes Album", il primo lavoro quello con cui l'Atlantic presentò gli Yes al mondo intero. Dopo "yours is no disgrace" il palco si svuota, è tutto per Steve e la sua "Clap": quando una chitarra acustica diventa una pianola da saloon, violentata dal blues e da passaggi acid classic (è o no una chitarra "classica"?). E' un pubblico di "Troopers" quello presente al Teatro della Luna, quindi la "Starship Trooper" è ascoltata come si ascolta l'inno di una generazione.  E poi la splendida partita a scacchi di "I've seen all good people" a cui Jon Davison rende onore e gloria (mi aspettavo qualche incertezza, invece no: bravo!).

Steve Howe , il palco è tutto suo mentre esegue "Clap".
Yes in concerto. Teatro della Luna, Assago (MI) - 18 Maggio 2014

Sono passate due ore e mezza e ben poco hanno riposato i musicisti se non durante qualche standing ovation. I tre album sono stati squadernati al completo, lo spettacolo è finito. Ma nessuno se ne va senza un bis! Ed ecco il regalo, un regalo "Fragile": "Roundabout". Il fuori programma sorprende e scatena il pubblico che si alza in piedi braccia in alto. Apprezzamento oceanico? Quasi, perché credo che la coppia di ventenni alle mie spalle si aspettasse gli Yes di "Owner of a Lonely Heart" quindi per tutto il concerto devono essere rimasti un po' basiti. Beh, me ne duole per la loro sorpresa, ma è facile cadere nell'equivoco con gli Yes. Comunque documentarsi prima, male non fa.

Gli Yes al quasi completo (Squire è scappato sulla destra) durante "Roundabout".
Yes in concerto. Teatro della Luna, Assago (MI) - 18 Maggio 2014.
Applausi meritatissimi a Jon Davison.
Yes in concerto. Teatro della Luna, Assago (MI) - 18 Maggio 2014.

Mario Luzzato Fegiz degli Yes ha scritto recentemente: "che incantano ancora ma non trascinano più". E ci mancherebbe pure che riuscissero ancora a settant'anni a stordire le folle come facevano quaranta anni fa!! Se così fosse allora sarebbe un bel problema per i giovanotti odierni (come dire: a ciascuno il suo). Gli anni sono passati per tutti, e non hanno risparmiato gli Yes, che saranno pure sembrati un po' alieni, ma sempre mortali sono.
Per il resto, a mio vedere quella degli Yes non è musica da "trascinamento", ma è musica di "attenzione". Caro il mio Dottor Luzzato Fegiz, averne di Yes in questo nuovo millennio dove la musica pop se "Impegnata" è fatta con tre note raccolte in nenia infinita, cullate da voci sussurrate (mica da svegliare chi ascolta) altrimenti è pop "leggero" e allora trattasi di accozzaglia di soli gorgheggi R&B aggrappati ad un'unica superstite linea melodica, ripetuta ad esaurimento tempo (comunque 3 minuti e mezzo, ma anche meno e mai di più). Nessuno più che suona (oggi si campiona), che compone con lo strumento (non è vero, ci sono è che li tengono nascosti, nell'ombra), che si sbilancia in armonie complesse e al limite della praticabilità, come invece fecero questi ragazzi qui nell'Inghilterra di QUARANT'ANNI FA!! Mr. Fegiz, le lascio la Pausini e mi tengo i miei Yes d'annata, vecchietti con qualche acciacco, ma che in tutti questi lustri se non mi hanno "trascinato", di certo non mi hanno mai annoiato, mai.

Il pubblico è in Standing Ovation a fine concerto.
Yes in concerto. Teatro della Luna, Assago (MI) - 18 Maggio 2014.


Questo è ancora un Fotoblog: Note dal campo, hoops dal teatro.
Fotografare ai concerti? Un inferno al tempo della pellicola, una passeggiata oggi. Me ne sto seduto comodo in poltrona con le mie macchinette in grembo. Attorno a me una selva di smartphone si accende per registrare filmati, salvare passaggi da non dimenticare. A me interessa avere tre foto ricordo. Il Nikon AF-I 300/2.8 ED senza paraluce è compattissimo, lo porto appresso con la sua sola cinghietta, sembra un borsello. La D800 mi regala dei 6400 ISO da scialare quindi mi posso permettere di montare il Nikon TC17: 510mm f/4.8. Riesco a scattare con tempi dall' 1/350-1/1000s, è festa! Come sono lontani i tempi della Ektapress 1600 da tirare a 3200 e sperare in qualche scatto decente a f/2.8. Poi è cambiata anche un'altra cosa: nessun servizio d'ordine che scassa le scatole per le riprese. Se penso alle avventure del "senza accredito" del secolo scorso... nostalgia? ma neanche un po'!