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Fiera della Subacquea 2013 a Milano


Non so cosa ci sia di più distante dall'idea che abbiamo del mare, spiagge bianche, acque azzurre e cristalline, sole caldo, dalla periferia di Milano in pieno inverno. Eppure tant'è: quest'anno la fiera della subacquea Eudi ha trovato sede negli sconfinati padiglioni fieristici della Fiera di Milano Rho - Pero. Trattandosi di luogo non distante da casa mia, 25 minuti di treno, non potevo mancare. In effetti è da molti, ma molti anni che evito l'evento. Ma questa volta, complice un biglietto omaggio ricevuto dall'azienda Aquatica di Mestre, ho risposto all'appello. Ed eccomi qui a vedere cosa? Ma attrezzatura fotografica naturalmente! Sì perché tradizionalmente i TOOLS per la foto sub non seguono i fotografi, ma vanno appresso ai subacquei. Singolare realtà questa, ma comune in tutte le parti del mondo. Ma veniamo alla cronaca della manifestazione: il solito bordello di gente che rotea nei corridoi tra uno stand e l'altro, accalcandosi contro quel bancone o quell'altro, pestandosi i piedi vicendevolmente, spintonandosi e urtandosi come particelle libere nel vuoto e non sottoposte a gravità. Salvo appunto, all'attrazione data dai punti di accumulazione. E di alcuni di questi parlerò, di quelli che sostanzialmente mi interessano. Quindi se qualcuno cercasse informazioni su quell'erogatore xy o quel GAV yz, sappia che ha sbagliato sito e continuasse a cercare sul web perché qui riporto solo di Fotografia Subacquea.

Gli espositori, pochi ma buoni.
Premesso che la fotosub è la cenerentola delle cenerentole, qui a Milano questa volta c'è stata la rappresentanza di almeno quattro ottimi costruttori di scafandri in alluminio (di questo parlo, e non sono interessato ad altri materiali!) per fotocamere reflex digitali. Più un outsider che sta conquistandosi il suo posto nel mondo. Cominciamo da quest'ultimo la Easydive di Cervia, una bella realtà tutta italiana, che nel suo ampio stand ha messo in mostra la sua più pregevole realizzazione: lo scafandro LEO II. Ho detto che Easydive è un outsider, il perché risiede nelle scelte di progetto del suo scafandro, differente da quello di qualsiasi altro costruttore. Infatti è praticamente privo di comandi esterni, lasciando il controllo fotocamera ad una pulsantiera (un coppia nel modello PRO) di rimando a contatti elettrici. In effetti le nuove fotocamere digitali possono essere controllate completamente via cavo, e così Easydive ha sfruttato l'opzione. Con questa scelta Easydive ha potuto rendere il suo scafandro LEO II adeguato all'alloggiamento di differenti modelli di fotocamera e questo è un grosso vantaggio in un mondo in cui una reflex digitale subisce l'obsolescenza in meno di 3 anni!!

Lo scafandro Easydive LEO II PRO con un oblo' decente.

Peccato che Easydive lasci ancora qualche perplessità per quanto riguarda gli oblò. Il solo DOME serio che ho visto sulla LEO è quello riportato nella foto, ma non mi convince molto la posizione dell'obiettivo... mi pare un po' troppo avanzato. Forse siamo ancora in fase di studio.

Fraco si è presentata all'Eudi in gran spolvero. Forte delle costruzioni nipponiche Sea&Sea, ha presentato la nuova serie di scafandri per Nikon e Canon. Ho potuto toccare con mano l'ottimo scafandro MDX D800 realizzato in una splendida finitura blu-nero cangiante. Da utilizzatore Sea&Sea devo dire che la tentazione è forte, il richiamo è irresistibile. Sea&Sea ha finalmente rimesso le filettature per il treppiede su tutti i suoi scafandri. Ho notato poi che la MDX D800 presenta dei curiosi pioli in gomma posti sul guscio posteriore e posti proprio sotto la finestra del dipslay. Bravi giapponesi! La mia MDX D300 non li ha e mi inquieto tutte le volte che l'appoggio su basi non troppo regolari (tipo greto del fiume).

Lo stand Fraco con la nuova MDX D800. L'ho fotografata male perché l'ho smanacciata tutto il tempo!

Una nota di rilievo: Sea&Sea è la sola, tra le costruzioni esposte in fiera, che per la chiusura dei suoi scafandri si affida ai ganci inox con fermo di sicurezza. Non so se questo sia il sistema migliore, ma so che a me quel CLACK di chiusura mi fa stare molto, ma molto sereno. Fraco ha  in esposizione anche i nuovi braccetti Sea&Sea, finalmente realizzati con criterio!! Ma di questo rimando alla fine.

Nauticam è presente grazie al distributore Fotosub Shop di Fiano Romano (Roma). Queste realizzazioni stanno scompigliando il settore. Nauticam è relativamente nuova nel mondo della fotosub, ma in poco tempo, grazie a scelte coraggiose ed estremamente corrette, si è imposta conquistando una bella fetta di mercato. Si tratta di un sistema estremamente completo, con scafandri per quasi tutti i tipi di reflex digitali Canon e Nikon. Dispone di una ampia varietà di oblò dal 9" in cristallo ottico al piano super lungo modulare per macro spintissime. Sicuramente Nauticam è una opzione non trascurabile.

Stand Fotosub Shop con Nauticam

Isotecnic è un'azienda italianissima che da molti anni è nel settore delle costruzioni per riprese subacquee. In passato Isotecnic era famosa per i suoi alloggiamenti video, roba seria intendiamoci, ma meno complessa delle custodie foto. Recentemente, è storia degli ultimi anni, ha rilevato ciò che restava della sfortunata Underwave e ha iniziato a realizzare scafandri per reflex digitali. L'esperienza pregressa è stata una solida base per affrontare a testa alta questo difficile settore. Qui a Milano ha portato l'ultima generazione di prodotti: gli scafandri per Nikon D800 e D600.

Isotta, la ROSSA

E sì devo dire che ci son rimasto. La rossa mi ha colpito, anzi stregato. Semplice robusta e massiccia (forse un po' troppo), personalizzabile (!!) con tutti i comandi nel posto giusto. Il micidiale sistema di apertura del guscio a "libro" in tutta onestà mi fa storcere un po' il naso, ma mi rendo conto che con il doppio O-ring la tenuta è garantita. Il signor Isotta (si chiama così, è il suo cognome) mi ha spiegato quanto sia difficile mantenere un volume d'affari utile per far sopravvivere l'azienda e poter produrre oggetti per sognatori, perché questo siamo noi ammalati di fotografia!! E questi scafandri sembra proprio che da lì vengano, dal mondo dei sogni. Nel loro rosso sfavillante, con la forma così idrodinamica delle manopole, sono un invito a partire e a tuffarsi nelle onde, in qualche mare cobalto nell'ombra di una qualche palma da cocco o tra le radici delle mangrovie ...  Ecco sì torniamo alle radici, perché  di mangrovie io non ne incontro, vedo invece quelle dei salici e dei pioppi, in acque mai blu e troppo spesso virate al marrone. Isotecnic, gli Oblo'!!? Non c'è un DOME port da almeno 8" degno di questi eccezionali scafandri, in compenso il costruttore propone differenti adattatori per consentire di montare oblò di altri marche. Interessante!! I miei 8" Aquatica Sport sono nello sgabuzzino da 5 anni e sono praticamente nuovi fiammanti. Si sta delineando una gita a Verona presso Isotecnic per prendere 2 misure e ... fare 4 conti.

E venne il giorno.
Sì in effetti nella calca quasi mi stavo scordando d'aver letto dello stand di Seacam. In tutti i settori c'è una Ferrari. No, non è un paragone corretto. Mettiamola così, c'è sempre in qualsiasi produzione, un'eccellenza. Al momento, Febbraio 2013, nella fotosub questa eccellenza è incarnata dalla Seacam, con buona pace di tutti quanti. Lo so, lo sappiamo tutti ormai, da quando abbiamo visto Doubilet dietro al mirino gibboso di una Silver Seacam, da quando praticamente tutti  i costruttori si sono messi a "copiare" lo stile Seacam, che questa azienda Austriaca è divenuta il faro, la luce guida della fotosub. Come ha fatto un austriaco (che lì non c'è neanche il mare), nel 1989 (cioè ieri l'altro), a inventarsi un'azienda che in pochi anni è divenuta un'eccellenza a livello mondiale?? Come??

La Seacam per Canon 5D con oblò compact fisheye

Me lo ha spiegato appassionatamente il fotografo Gianni Pecchiar qui allo stand di Seacam. Mi ha raccontato di progettazioni pensate per resistere agli urti delle lunghe ore di navigazione in gommone tra onde bizzose, di personalizzazioni realizzate partendo dalle esigenze dei fotografi (insomma come faceva Aquatica negli anni '80), di soluzioni senza compromesso per ottenere il massimo dallo strumento ottico, uno strumento progettato per l'aria e non per l'acqua, e di tolleranze meccaniche ridotte a zero. Di qui le scelte vincenti di Harald Hordosch, fondatore di Seacam, come il dome port da 9" in cristallo ottico con trattamento antiriflesso, in grado di massimizzare la resa dei grandangolari terrestri, poi i magnificatori rettilineo e angolare per una visione TOTALE del mirino (devo dire che è impressionante) per non lasciare nulla al caso e inquadrare con assoluta precisione. Le pulsantiere distanziate opportunamente al fine di consentire il comando anche con guanti "polari". A proposito, le foto che quest'anno hanno vinto il BBC Wildlife Photographer le ha fatte Paul Nicklen in antartico con Seacam, appunto. Bei pinguini!

Nikon D800E nel suo alloggiamento.
Harald Hordosch sulla sinistra, controlla la sua creatura

Non ho potuto esimermi dal molestare il fondatore di Seacam, Harald Hordosch presente e attentissimo padrone di casa. Dopo avermi lasciato soppesare quella magnifica zuppiera che è il 9" in cristallo, mi ha mostrato la demo, sul suo Mac Air, della sua ultima creatura, uno scafandro pazzesco, realizzato per alloggiare due telecamere Canon Eos C500, e dotato di un sistema a specchio utile per realizzare riprese 3D in altissima definizione. Nel video l'operatore sub che sposta il mastodonte subacqueo è il fotografo Roberto Rinaldi. Per chi non sapesse chi sia questo signore ricordo che fu uno degli ultimi fotografi imbarcati sulla Calipso del comandante Cousteau. Sua è la foto, che ha fatto 13 volte il giro del globo, dell'elefante indiano che nuota nelle acque azzurre di non so più quale atollo indonesiano. E sue sono le riprese più belle mandate in onda da Linea Blu sui canali Rai. Insomma Rinaldi a tutt'oggi è una delle poche giustificazioni del canone radiotelevisivo. A me tutto questo è noto, capirete la sorpresa quando me lo sono trovato davanti!

Roberto Rinaldi e Harald Hordosch allo stand Seacam potenza Eudi Show

Come tutte le cose d'eccellenza, le Seacam hanno un solo difetto: costano un'occhio. Per chi come me riesce a ritagliare pochi spazi per praticare la sua passione, la scelta Seacam è un filo eccessiva. Con gran rammarico mi tengo qualche ingranaggio che fa gioco e forse una non perfetta centratura ottica. Magari però un  domani, quando sta tecnologia digitale si sarà data una calmata, forse allora al signor Hordosch una telefonata la farò volentieri.


Bracci braccetti snodi giunti
Chi non ha mai avuto a che fare con la fotosub non può nemmeno immaginare che uno dei costi più odiosi che si è costretti a versare per poter fotografare sott'acqua è legato ai dispositivi di supporto flash. Quando iniziai sottovalutai il problema e mi trovai nei guai. Il sistema che avevo scelto, con gran risparmio per le mie tasche, semplicemente non funzionava. Il sistema serraggio giunti era debole e i flash per spinta idrostatica se ne andavano fuori posto. Un disastro. Ma 6 anni fa, circa, trovai l'occasione di una coppia di bracci TLC (Aquatica) con attacco flash Sea&Sea e non me la lasciai scappare.
Aquatica è stato per anni il riferimento mondiale della fotografia subacquea. Per molti anni ha armato i più grandi fotografi subacquei del mondo. Con grande rammarico, come sempre devo rilevare, anche in questa fiera della subacquea di Aquatica -TLC  non vi era alcuna traccia. Noi in Italia paghiamo l'assenza di un bravo e agguerrito distributore di questi articoli, un vero peccato.
Ma tornando ai miei braccetti TLC, finalmente con questi strumenti, i miei flash stavano dove li mettevo, punto.  La scorsa estate, di passaggio per Montreal Quebec (Canada), non persi l'occasione di una capatina presso la sede Aquatica.

La sede Aquatica a Montreal Quebec Canada - Agosto.

Cercavo delle sezioni bracci veramente lunghi, intorno ai 40 cm da sfera a sfera, introvabili in Europa. Qui mi spiegarono che l'articolo non era più in produzione e non si prevedeva di rimetterlo in linea nel breve periodo. Io sottolineai che, diamine, le foto di David Doubilet insegnavano a tutto il mondo che quei bracci erano utili. Gentilmente mi è stato risposto che di Doubilet, purtroppo, al mondo ce n'è uno solo! Ok, messaggio ricevuto. All'Eudi di quest'anno mi son portato appresso un giunto e una sfera TLC per vedere se ci fosse qualche prodotto compatibile. Ebbene, notiziona, i sistemi Nauticam (sfera grossa), Seacam, Sea&Sea (nuova serie) e Isotecnic sono TUTTI compatibili con i TLC !! Forse riuscirò anche io, infine, ad avere la coppia di bracci lunghi che anelo da troppi anni. Per non trovarmi più come nella foto che segue: a mani in alto.

Su le braccia!




Ai piedi delle Montagne

Specialmente d'inverno, quando la sveglia suona prima dell'alba, quando la prima luce di una giornata fredda, ma serena, si irradia da est e dal lontano orizzonte accende il Monterosa, specialmente in questa stagione, mi appare chiaro il significato del nome della regione in cui vivo: il Piemonte.

Alba a Casalbeltrame (NO) - Gennaio.
Nikon D3, ob Nikon AF-S 600/4 VR. Gitzo Studex G5 Arca Swiss B1g.
Monte Rosa a Ponte Vecchio di Magenta (MI) - Gennaio
Nikon D700, ob Nikon 70-200/2.8 VR II Hands hold.

E' così la mattina, se dalla finestra della cucina scorgo qualche stella nel cielo ancora nero, carico un teleobiettivo in macchina e via. Se poi la giornata si manifesta come un giorno eccezionale, beh allora andrà a finire che farò tardi in ufficio.

Monterosa da Sizzano (NO) - Febbraio.
Nikon D3, ob. Nikon AF-S 600/4 VR, Gitzo GT5541LS Photo Clam PC-74N
Una mattina ECCEZIONALE: Il Monterosa e il castello di Briona (NO) - Gennaio.
Nikon F4E, ob Nikon 300/2.8 AF-I tripod Manfrotto 055 Arca B1. Film Fuji Sensia 100.

Ci sono dei giorni in cui le Montagne sembrano lì a due passi. Sembra che basti un quarto d'ora in bicicletta per raggiungerle. Nelle prime ore delle giornate veramente terse, quando tira vento, è curioso riconoscere in quella macchiolina chiara il santuario di Graglia o il cupolone di Oropa. E che dire poi di quella minuscola forma rettangolare, piazzata proprio su una balza altissima del Rosa: è la Capanna Margerita. Perché se è vero che dalla Capanna, nelle giornate terse, si vede il duomo di Milano, è anche vero il contrario!

Monterosa da Sozzago (NO) - Febbraio.
Nikon D300 ob. Nikon AF-I 300/2.8 Manfrotto 055 head Arca B1.
Cime a Est del Monterosa viste da Sozzago (NO) - Marzo.
Nikon D300, ob Nikon AF-S 600/4 VR, beanbag car window

Non solo la mattina è buona per puntare il teleobiettivo verso il Rosa. Le quinte montuose sono ben illuminate per tutta la giornata, fino a sera. Del resto sono o no un Arco? Un bell'arco orientato da Est a Ovest. Unica fregatura è che a Ovest non degradano abbastanza e i nostri tramonti terminano prematuramente sulle cime del Monviso.

Il Monte Rosa di sera con la cupola di Novara che spunta dietro i pioppi del Terdoppio.
Sozzago - Ottobre.
Nikon D700 ob Nikon 200-400/4 VRII
Luce del pomeriggio sul Monte Rosa con Colombacci al Parco delle Lame del Sesia.
San Nazzaro Sesia (NO) - Febbraio.
Nikon F4E, ob Nikon AF 180/2.8 ED-IF. Fuji Sensia 100.
Il Monviso visto da San Nazzaro Sesia (NO) - Febbraio.
Nikon F4s, ob. Nikon AIs 600/4 IF-ED. Gitzo Studex G5 Arca B1g. Fuji Sensia 100

In primavera le vette andranno perdendo la loro bella coperta bianca, che resterà solo sulle cime più alte per tutta l'estate. Sarà più difficile incontrare giornate limpide nelle quali le montagne siano ben visibili. L'umidità dell'aria estiva rende azzurre e indistinte le ombre, ma la possente presenza dei rilievi, la catena montuosa che cinge la pianura, non manca di farsi notare nemmeno in questa stagione "pungente" (zzzzzzzzzzz!!!).

Albano vercellese visto dall'argine del Sesia a Oldenico (VC) - Settembre.
Nikon F4s, ob Nikon AF 300/2.8 ED. Manfrotto 055 head 068. Fuji Provia 400.

Spesso mi lamento di non poter avere un cielo spettacolare come quello della Bretagna, dove nuvole bianchissime si rincorrono nell'aria limpida. Sono le Alpi a negare a noi piemontesi, lombardi, emiliani questo spettacolo. Ma al contempo sono sempre le Alpi che ci proteggono da quei fortunali pazzeschi che in pochi istanti squassano mare cielo e terra. Lo sanno bene i liguri che, frontemare, subiscono la potenza delle perturbazioni atlantiche che talvolta possono essere fulminee come fu per il naufragio della London Valour nell'ormai lontano 1970 (una vicenda che non c'entra un tubo ma che mi ha colpito tantissimo). Noi qui, nella bassa, quella violenza non sappiamo cosa sia. Tutto merito dell'Arco Alpino, mica male!

Brezza che spettina il granturco. Oleggio - Luglio.
Nikon D700 ob Nikon 200-400/4 VRII