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Tiscali, un rifugio tra le rocce.

La dorsale calcarea che corre verso sud lungo la costa di Orosei, nasconde nell'interno dell'isola un antico "rifugio". Questo è il mio invito a visitarlo.
Una sughera lungo il sentiero per Tiscali, Dorgali (NU) - Giugno.
Nikon D800, ob Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, Gitzo GT3541LS Arca B1.
Che gli antichi Sardi non siano stati un popolo di pescatori e navigatori, è un'evidenza della storia e della tradizione popolare che, ad oggi, è fortemente radicata nel sughero e nei prodotti della terra. Non è difficile rendersene conto, è sufficiente parlare con la gente. Per avere però un riscontro assolutamente oggettivo è necessario armarsi di scarponi, zaino e cappello e affrontare i sentieri sassosi della valle di Oddoene. Ci sarà passato decine di volte lungo la SS125 (l'orientale sarda), strada che serpeggia sul fianco della costa montuosa di Dorgali. Andando verso Sud, verso l'Ogliastra, il mare non si vede più perché; nascosto da una dorsale boscosa che si alza sulla sinistra, mentre a destra si apre la bella valle di Oddoene colorata dal verde dei lecci, dal giallo dei coltivi e rigata dalle vigne di Canonau. L'altro versante della valle è un impressionante castello di calcare bianco, un muro naturale, incombente. Beata ignoranza la mia, in tutti questi anni non immaginavo che il villaggio arcaico di Tiscali fosse proprio lì dietro, riparato da quai bastioni naturali cotti dal sole.
Sul sentiero per Tiscali, Dorgali (NU) - Giugno.
Nikon D800, ob Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, Gitzo GT3541LS Arca B1
L'interminabile sentiero per Tiscali, Dorgali (NU) - Giugno.
Nikon D800, ob Nikon AF-s 17-35/2.8 ED.
Le rocce scavate dalla pioggia sono delle lame che tagliuzzano le suole Vibram.
Tiscali, Dorgali (NU) - Giugno.
Nikon D800, ob Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, Cpola.
L'interminabile sentiero per Tiscali, Dorgali (NU) - Giugno.
Nikon D800, ob Nikon AF-s 17-35/2.8 ED.
Ultimo strappo per Tiscali, Dorgali (NU) - Giugno.
Nikon D800, ob Nikon AF-s 17-35/2.8 ED,
Questo è l'accesso alla valle di di Tiscali. Dorgali (NU) - Giugno.
Nikon D800, ob Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, Gitzo GT3541LS Arca B1
Abbiamo sottovalutato (ehmm, ho sottovalutato) il percorso. La pista che parte dal torrente Oddoene nel fondovalle non presenta difficoltà oggettive (non c'è da arrampicare). Sono le condizioni climatiche a rendere "ostile" la salita. Noi l'abbiamo percorso nel mese di Giugno, nell'aria fresca primaverile. Ciò nonostante, il bianco abbacinante delle rocce, il sole a picco e la totale assenza di vento, mi hanno fatto penare, penare sul serio. Un litro d'acqua a testa è NECESSARIO. Lo strappo iniziale, sotto il martello del sole delle 11.00, mi ha stroncato. La pista, passato l'iniziale tratto impervio, si quieta conducendo, attraverso un bel bosco di lecci e sughere, nell'unica apertura che la murata calcarea offre per penetrare nell'interno, nel dedalo di rocce spigolose del conglomerato del Supramnote. Spettacolare.
Passato il bosco, risalita buona parte della costa sinistra, seguendo meticolosamente le indicazioni "Tiscali" (se no c'è da perdersi), abbiamo cominciato a intuire come questo antico villaggio sia stato ubicato in un luogo veramente difficile da raggiungere. E da trovare! Diamine, a qualsiasi conquistatore, saccheggiatore, mamelucco o romano che fosse, la voglia gli passava già sui primi sassi d'accesso. Qui invece rischiava pure la pelle perché il passaggio è stretto e esposto ai fianchi, insomma una collocazione strategica eccezionale per un popolo che cercava solo di difendersi da minacce esterne. Comunque, dal termine della valletta, la salita per il sito di Tiscali è ancora lunga.
Finalmente, dopo aver risalito l'interminabile versante roccioso di calcare tagliente e abbagliante, siamo arrivati al sito. Dico subito che Tiscali offre poco da "vedere". Non ci sono evidenze appariscenti come le tombe etrusche o le mura romane, no qui è rimasto poco a testimoniare una presenza umana, stabile, durata molti, molti, secoli. Ciò nonostante è bene visitare questo luogo perché è un'esperienza quasi mistica. Il Luogo è tutto. L'insediamento era realizzato al riparo di un'arcata calcarea, resto del soffitto di un'antica dolina crollata molti secoli prima che il primo uomo decidesse di stabilire qui un accampamento. Il gioco dell'erosione carsica oltre a regalare un riparo sicuro ha dato un secondo dono: una bella finestra triangolare che consente il controllo dell'altro accesso al villaggio, quello della vicina sorgente di Su Gologone lungo le sponde del Cedrino. Scaltri questi antichi Sardi! Il silenzio di queste mura calcificate è rotto solo dal garrire di rondini e rondoni che abitano, indisturbati, le spaccature della roccia. Un piccolo sentiero percorre l'area toccando i pochi punti che ancora mostrano qualche traccia di insediamento. Sono magari pochi sassi fusi tra loro dal carbonato di calcio, ma il custode ci avverte: - Se ci fossero i fondi, diamine, qui ci sarebbe da scavare perché si sa ancora troppo poco di questo luogo e molto di quel che si dice è frutto più di ipotesi più che di rilevazioni scientifiche ...-
Sito archeologico di Tiscali. Dorgali (NU) - Giugno.
Nikon D800, ob Nikon AF-s 17-35/2.8 ED, Gitzo GT3541LS Arca B1
L'area archeologica, prima depredata e poi quasi dimenticata, oggi è controllata da una cooperativa locale che, oltre ad occuparsi della vendita del biglietto d'accesso, piantona 24 ore al giorno il sito. Ciò significa che un incaricato di turno, rimane di stanza a Tiscali giorno e notte. Dorme lì, mangia lì, insomma vive un turno settimanale da vero "monaco dell'eremo". Laura ed io siamo rimasti basiti, questa è feroce e ammirevole dedizione. Spero che la Regione Sardegna contribuisca fattivamente a questo sforzo che dovrebbe essere d'esempio per l'Italia tutta. Questo modo così totale di prendersi l'onere, il carico, della salvaguardia di un bene comune fa a pugni con gli sprechi e le malversazioni straccione che la politica italiana ha saputo esprimere da tanti anni a questa parte. Prima di andare via abbiamo voluto stringere la mano del custode di turno e mentre lo salutavamo, veloce e silenziosa come un gatto, una bella Martora ha fatto capolino tra i sassi e i tronchi di Tiscali: - Ma no, ènormale, esce tra le cinque e le sette di sera, purché ci sia in giro poca gente. Si guarda intorno, cerca qualche cosa da mangiare, che non si sa mai, e poi sparisce. - Queste le parole del guardiano, che aggiunge: - La scorsa primavera quella martora è stata scandalosa, ha pure portato i cuccioli, la svergognata, forse per insegnar loro il posto, fatto sta che se nebè stata lì; a guardarci mentre pranzavamo, senza fare una piega.-
Tiscali a modo suo è ancora viva e speriamo che rimanga così il più a lungo possibile, testimonianza di un cuore antico di questa splendida terra.
Ho accennato prima alla sorgente di Su Gologone, beh non potevamo esimerci dal visitarla personalmente. La sera stessa, rientrati da Tiscali, abbiamo svoltato direzione Oliena ed eccoci alle sorgenti più misteriose di tutta la Sardegna. Il mistero è ancora una volta legato alla natura carsica del Supramonte. La sorgente di Su Gologone altro non è che l'affioramento superficiale (terminale) di un fiume ipogeo che raccoglie l'acqua stillata alla base del massiccio calcareo del Supramonte. Diverse spedizioni speleosub hanno tentato improbabili immersioni nelle limpide (e freschette) acque di Su Gologone, ma tutte hanno dovuto arrendersi alla profondità dei meandri di questo labirinto allagato. Rilevazioni meno avventurose, ma più efficaci, ottenute con il rilascio di fluorescina nell'acqua, hanno dimostrato la continuità idrogeologica di Su Gologone con il lontano Ogliastra. Tutto questo non lo si immagina nemmeno quando ci si specchia nel lago blu della sorgente, all'ombra dei salici e dei pioppi del Cedrino, lì poco distante.

Sorgente di Su Gologone, Oliena (NU) - Giugno.
Nikon D800, ob Nikon  AF-s 17-35/2.8 ED

 

l'ingresso del ristorante Masiloghi a Oliena.
Oliena (NU) - Giugno.
il suprameonte di Oliena.  Oliena (NU) - Giugno.
Nikon D800, ob Nikon  AF-s 17-35/2.8 ED

Ok, Su Gologone è popolare in tutta la Sardegna anche per una ragione molto meno scientifica e più pratica. A Su Gologone c'è un Hotel omonimo, con annesso ristorante. Ecco, questo luogo, il ristorante, è da visitare. Fatevi consigliare dalle gentilissime cameriere e non vi sbaglierete. Specialità tipiche della Sardegna interna, cucinate con grandissima maestria e servite in un ambiente veramente caratteristico. Se volete cenare in terrazza, godendovi le luci del tramonto sulla valle del Cedrino, prenotate per tempo altrimenti troverete tutto occupato da Inglesi, Tedeschi, Americani e Sardi. Italiani del continente no: a noi non ce lo dicono che esiste questo ristorante. Altro ristorante in cui consiglio pervicacemente una sosta culinaria, è Masiloghi ad Oliena, all'ingresso del paese. Anche questo posticino è da non perdere, assolutamente.

Noi non abbiamo mica finito con il Supramonte; c'è da andare alle gole di Su Gurropu, perdersi sugli altipiani di calcare, scalare il monte San Giovanni. La lista è lunga: i ristoranti sappiamo dove sono. Appena possiamo, arriviamo!

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