contro- intestazione

AVVISO AI NAVIGANTI: GOOGLE IMAGES HA FATTO CASINO CON I LINK ALLE IMMAGINI QUINDI IL BLOG E' STATO SELVAGGIAMENTE PRIVATO DI UNA TONNELLATA DI FOTO. Piano piano risistemerò, ringrazio google del pensiero ma avevo già altro da fare.
Ti piace qualche foto di questo blog? Non rubarla, chiedimela! E se proprio non ce la fai ... vedi di non usarla per lucro! - contact email: vbpress68@gmail.com

Bosa, tra mare e cielo consiglio di guardare per aria.

"The Watcher of the sky". Montresta, Bosa (NU) - Giugno.
Nikon D800e, ob Nikon AF-s 17-35/2.8. Hands hold.

Non ho male da nessuna parte, vedo i miei piedi verso il cielo e tutto mi pare alquanto strano. Il piede destro ha perso l'appoggio, il sinistro è rimasto indietro e ho visto le rocce venirmi addosso, la dura pietra di Montresta che si avvicinava velocissima al mio volto; per un attimo mi sono preparato al peggio, ma miracolosamente la faccia, la testa, non ha urtato. Non è stato altrettanto fortunato l'obiettivo della Nikon (17-35) che ha picchiato secco sulle durissime rocce vulcaniche. Il suono di vetri rotti mi risuona ancora in testa mentre Laura mi viene in soccorso: "Non ti muovere! Dimmi dove ti fa male". Ma io non ho male, per ora non sento nulla. Tengo ancora stretta in mano la fotocamera che, protetta dal suo guscio in neoprene, risulterà assolutamente illesa; faccio una specie di check up mentale, i secondi passano e ancora non percepisco alcun dolore. Possibile che una caduta del genere non mi abbia regalato serie conseguenze?? La mia schiena ha schiacciato un bel cespuglio di cardi, ecco quelli li sento, ma nulla più, solo qualche livido ed escoriazioni qui e là che bruciano appena. A ben guardare anche il 17-35 tutto sommato non è da buttare, il suono di vetri rotti veniva dal filtro di protezione che, nell'impatto, si è disintegrato in mille schegge e con lui il paraluce ora ridotto a puntute scaglie di plastica. Laura mi tende la mano per aiutarmi ad uscire dal fossetto in cui mi sono schiantato, la mezzora successiva la passerà ad estrarre le spine di cardo dalla pellaccia della mia schiena.

Sul curvone della Bosa - Alghero: punto panoramico (?). Bosa (NU) - Giugno.
Nikon D800e, ob Nikon AF-s 17-35/2.8. Hands hold.

Siamo in Sardegna sulle montagne di Bosa, a circa 700m slm. Il giorno prima eravamo là in basso, sulla tortuosa strada per Alghero. Al Km 13, come mi aveva indicato l'amico Ivaldo, ci siamo fermati a scrutare il cielo, perché questo è uno degli ultimi luoghi in Italia dove ogni giorno, tra le 10.00 e le 13.00, si possono osservare i più grandi rapaci italiani. Il grifone è un avvoltoio enorme (secondo solo al gipeto) e qui a Bosa si possono osservare in gran numero mentre, sospinti dalle correnti termiche, scalano la costa sarda, sulle cui falesie nidificano, per raggiungere gli altipiani di Abbasanta, nell'interno, dove la pastorizia brada concede ancora qualche possibilità a questi divoratori di carcasse. Al curvone del Km 13 li vediamo su in alto al limite dei vertici della costa montuosa. Con il binocolo li seguo scivolare lenti a pochi metri dai becchi rocciosi e cenge erbose, e mi chiedo se sia possibile raggiungere quei balconi, se ci sia un sentiero o una mulattiera per quei pascoli.

E la risposta è sì: si chiama Strada Provinciale 19 per Montresta, più difficile da imboccare partendo da Bosa città che da percorrere, questa piccola e "serpentosa" via asfaltata in pochi minuti conduce in alta montagna. L'aria di questo inizio di Giugno è decisamente fresca ed i prati tutti attorno sono ancora fioriti. Dopo qualche chilometro si prende il bivio a sinistra per seguire la stradetta Badde Orca ed entrare in un paradiso mediterraneo.

Strada Badde Orca. Bosa (NU) - Giugno.
Nikon D3, ob. Nikon AF-s 60/2.8 Micro + Nikon CP.
Che sia un pascolo non ci sono dubbi. Montresta, Bosa (NU) - Giugno.
Nikon D800e, ob Nikon AF-s 17-35/2.8. Hands hold.
Strade piene di fiori spontanei. Montresta, Bosa (NU) - Giugno.
Nikon D800e, ob Nikon AF-s 17-35/2.8. Hands hold.

Montresta, Bosa (NU) - Giugno.
Nikon D800e, ob Nikon AF-s 17-35/2.8.
Fioriture ovunque Montresta, Bosa (NU) - Giugno.
Nikon D500, ob Nikon AF-s 200-400/4, Gitzo GT3541LS Arca B1
Nikon D3 ob. Nikon AF-s 60/2.8 Micro,

Sui graniti di Montresta, Bosa (NU) - Giugno.
Nikon D800e, ob Nikon AF-s 17-35/2.8.

Montresta, Bosa (NU) - Giugno.
Nikon D800e, ob Nikon AF-s 17-35/2.8.

Montresta, Bosa (NU) - Giugno.
Nikon D800e, ob Nikon AF-s 17-35/2.8. Hands hold. Photomerge di 8 scatti.

Nel cielo sopra le cime volano già alti i grifoni. Montresta, Bosa (NU) - Giugno.
Nikon D3, ob Nikon AF-s 200-400/4 VR II. Hands hold.

Alla ricerca di un buon punto di osservazione. Montresta, Bosa (NU) - Giugno.
Nikon D800e, ob Nikon AF-s 17-35/2.8. Hands hold.
Appostamento alla veloce che le ore passano e le termiche si fermano. Montresta, Bosa (NU) - Giugno.
Nikon D800e, ob. Nikon AF-s 17-35/2.8, hands hold.

Seguendo le indicazioni di due birdwatcher tedeschi (incontrati lungo la strada il giorno prima) individuiamo la cornice della scogliera sul bordo di un vasto prato spinoso dell'altipiano di Montresta. Il tempo di sedersi ed aspettare ed ecco i primi veleggiatori. Una Poiana mi coglie impreparato, ma non altrettanto i grandi, enormi, grifoni che immobili ad ali aperte attraversano il cielo silenziosi. E' il nostro primo incontro con l'avvoltoio (un Lifer come dicono i birdwatcher) ed è decisamente emozionante. Sarà stato il sole, la foga per inseguire con lo sguardo i rapaci, ma io il piede in fallo non mi sono accorto d'averlo messo finchè non mi son trovato gambe all'aria.

Una poiana che ci sorvola, Montresta  Bosa (NU) - Giugno.
Nikon D500, ob Nikon AF-s 600/4 VR. tripod Gitzo GT5541LS, head PC-74BNS+
Sidekik Wimberley.
El condor pasa. Montresta Bosa (NU) - Giugno.
Nikon D500, ob Nikon AF-s 600/4 VR. tripod Gitzo GT5541LS, head PC-74BNS+
Sidekik Wimberley.

L'incidente, che avrebbe potuto regalarmi conseguenze serie, si è concluso con qualche graffio ed un paio di spine che oggi, trascorse due settimane, ancora non vogliono uscire dalla mia scapola destra, ma nonostante tutto ne è valsa la pena: abbiamo visto i Grifoni e scoperto un luogo magnifico da visitare, sempre e comunque, in punta di piedi per conservarlo tale anche per chi verrà dopo.

Un guaio ottico-fotografico.
L'attrezzatura fotografica che utilizzo è sufficientemente robusta, ma gli incidenti come questo non sono di routine (altrimenti non sarebbero incidenti). Il mio caro 17-35 dovrà andare in riparazione, vedremo sul da farsi: funzionare funziona ancora molto bene, ma nell'impatto si deve essere ovalizzata la camma di trascinamento della ghiera zoom che è diventata durissima (è il tallone d'Achille del 17-35 Nikon). Non è stato facile togliere ciò che restava della ghiera del filtro protettivo, ghiera che nel deformarsi ha assorbito, insieme al paraluce, quasi tutta l'energia dell'urto. Quando dico che il filtro di protezione e il paraluce SERVONO non racconto fregnacce, peraltro avrei preferito evitare questa conferma pratica, ma così è andata quindi ne traggo il massimo insegnamento.


Il paraluce distrutto e la ghiera del filtro è deformata. Inizialmente l'ho raddrizzata ricorrendo ad una potente pinza a pappagallo, ma non bastava, bisognava tagliare.


Utilizzando un trapano a disco ho indebolito la ghiera nel punto di impatto. Per ovviare al rischio di inondare tutti gli ingranaggi del povero obiettivo di finissima limatura di alluminio, l'ho rivestito di nastro di carta e tappato la lente frontale con un disco di cartone. Fatte le incisioni (tre) con l'aiuto della pinza ho piegato la ghiera verso l'interno e finalmente l'anello si è rotto consentendo di rimuoverlo dalla filettatura dell'obiettivo.


La filettatura portafiltri dell'ottica non si è danneggiata, infatti ora è già montato un altro filtro di protezione. Ovviamente per la ghiera zoom non posso fare nulla e dovrò rivolgermi al centro riparazioni. Staremo a vedere, fatto sta che ora uso uno zoom malconcio e, quando sarà in assistenza, sarò senza. Ecco questo è il vero guaio.

6 commenti:

  1. Ciao Valerio,

    ho tirato un grosso sospiro di sollievo nel leggere dal tuo post che la caduta ti ha riservato solo qualche spina ed un grosso spavento.

    Immagino cosa hai potuto provare in quegli interminabili secondi prima dell'impatto.

    Sono sinceramente sollevato nel leggere che le più grosse conseguenze della caduta li ha sopportate il 17-35, tuo fedele (direi fedele oltre ogni misura!!) compagno di tante tue avventure fotografiche.

    Dispiace ma non troppo in fondo.

    Nel caso non riuscissi a ripararlo e dovessi decidere un nuovo acquisto io sommessamente ti suggerirei di valutare con molta attenzione il 16-35 AFS VR f.4.

    Devo dire che anch'io ho provato la tua stessa sensazione quando scivolai nel guadare un torrente nel Parco Nazionale d'Abruzzo, Marche e Molise picchiando rovinosamente uno splendido 70-200 AFS VR1 danneggiando, indovina un po', proprio la ghiera dello zoom.

    Purtroppo non altrettanto bene andò al collo del mio piede destro. Rimediai una microfrattura che ancora oggi, a distanza di anni, fa sentire i suoi effetti, attenuati ovviamente, ma sempre presenti.

    E a dirla tutta, continuo a considerarmi ancora molto fortunato soprattutto considerando la piega che avrebbero potuto prendere le cose.

    Ti faccio un mare di scongiuri e aspetto con interesse le tue considerazioni sulla nuova Nikon D500.

    Fabio



    RispondiElimina
  2. Meraviglioso reportage. Mi spiace molto per la tua caduta e per il ferimento dell'unica donna di cui Laura potrebbe essere gelosa 😜
    Un bacione ad entrambi. A presto!

    RispondiElimina
  3. Fabio grazie!
    Seriamente, devo accendere un cero alla Madonna perché non so come ho fatto a non farmi praticamente nulla. Ho ancora un bozzo sotto il gomito boh, andrà via col tempo, ma non mi fa male. A te è andata ben peggio!! Immagino il guaio a rientrare con una frattura addosso che sarà anche micro ma di certo dona dolori Macro.

    Mi dici del 16-35 .. L'ho provato la scorsa domenica al nikon day di Milano e va bene per carità ma è ben grosso! Ho un problemino di scafandratura con il 16-35 di cui spiegherò i dettagli nel prossimo post. Al momento sto valutando seriamente il 18-35/3.5-4.5 g. Mi serve comunque un backup sul wide che è l'ottica che uso di più e su cui , paradossalmente, negli anni ho investito di meno.
    Grazie dell'indicazione ne terrò conto. Sulla D500, guarda in basso a destra nel blog, troverai un link esterno, seguilo e avrai da leggere cosa ne penso di questa nuova Nikon (anticipo che ne penso molto Bene)

    Domanda: tu che frequenti il PN D'Abruzzo, un collega mi ha detto che i Grifoni si vedono anche sul Gran Sasso, me lo confermi? E se si ma da dove cacchio arrivano???

    Ciao e grazie del passaggio

    RispondiElimina
  4. Valerio,
    una grande avventura ed uno splendido articolo anche questa volta! BRAVO!!!!
    Mi spiace per l'incidente, ma purtroppo sono cose che capitano.

    Ciao
    Massimo Vignoli

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Valerio,
      grazie e complimenti per l'ennesimo gradevolissimo articolo.
      Ovvio che gli incidenti accadono, fa parte del gioco...
      ...e dispiace...
      ...se proprio deve accadere, l'importante è che a rompersi siano solo gli oggetti...
      (con il complemento dei maroni, si sa, pazienza...).

      Ti seguo tanto e da tanto tempo, sia sul tuo blog che nell'allegra brigata di Nikonland...
      Per l'appunto colgo l'occasione per salutare anche Massimo Vignoli, un altro "compagnetto di merenda" (come mi piace immaginarvi) che apprezzo parecchio...

      Sarei interessato a conoscere il centro assistenza che sceglierai per riparare il 17-35mm. Sai l'artiglieria va mantenuta efficiente e spesso, specie quando devo sistemare pezzi non NiTOn o d'altri tempi, come i miei vecchi AI-S, passare per certe grinfie torinesi mi fa venire le paturnie...

      Se capitate per le pendici dell'Etna fate un fischio, sarò lieto di accompagnarvi, con la promessa di riportarvi indietro sani.

      Buona luce,
      jeanmarie

      Elimina
  5. Grazie Jeanmarie
    guarda lo dico a Massimo, quella cosa lì dell'Etna a me sta qui (indico il pomo d'Adamo) da trent'anni. Sarebbe fantastico spianare il tele su una colata del vulcano e credo proprio che a Massimo, che è estremamente più risoluto di me, non servirebbe segnalarlo due volte perché sarebbe già sull'aereo.
    Riguardo all'incidente, sì l'importante è uscirne illesi o quasi: non so ti giuro non so, come ho fatto a non farmi male, sono andato giù come un sacco di patate. Meno male. La verità è che guardavo a dove puntare il 17 35 per fotografare quel piffero di prato davanti a me, e non ho badato a dove mettevo i piedi, penosissimo l'esito.

    Intervieni su Nikonland! Di la tua, che il movimento di idee fa bene a tutti!!
    ciao e a risentirci (io qua sono..)

    e grazie del passaggio e del commento

    RispondiElimina

Sorry for the missing but I starting to manage all unsigned message as Spam. I hope that all folks can understand.