Il Costa Rica è un paese smilzo disteso tra due mari, il Pacifico ad est e l'Atlantico caraibico ad ovest. Date le distanze apparentemente esigue sembrerebbe possibile pianificare per il mattino un tuffo nei Caraibi e per il pomeriggio un po' di surf in una bella spiaggia del Pacifico. Purtroppo occorre fare i conti con l'oste, e qui l'oste è una catena montuosa (vulcanica) che divide a metà, per il lungo, la nazione. E' la Cordillera da Talamanca.
La foresta d'alta quota della Cordillera de Talamanca. PN de los Quetzales, Cordillera de Talamanca, Costa Rica - Agosto. Nikon D3, ob. Nikon AF-S 200-400/4 VR II, Gitzo GT3541LS, Arca B1. |
La spina dorsale del Costa Rica è una catena montuosa che raggiunge quote intorno ai 3500 metri. Dai Vulcani Arenal, Poas e Irazù scende in direzione sud est per proseguire poi nel Panama incastonando altri vulcani tanto alti quanto pericolosi. In Agosto le nubi che si formano nel Pacifico equatoriale, attraversano il piccolo Costa Rica per scaricare metri e metri di pioggia proprio su questa catena montuosa. Il terreno vulcanico, già fertile viene così abbondantemente innaffiato. Le temperature toccano lo zero solo raramente anche alle quote più alte, quindi anche qui la vegetazione esplode.
Coltivazioni a 3000 metri alle pendici del vulcano Irazù. Cartago, Costa Rica - Agosto. Nikon D300, ob. Sigma 8-16/5.6-5.6 HSM, photomerge di 6 scatti. |
Il fitto della foresta alla quota di oltre 2000m. PN de los Quetzales, Cordillera de Talamanca, Costa Rica - Agosto. Nikon D300, ob. Sigma 8-16/5.6-5.6 HSM, Gitzo GT3541LS, Arca B1. |
La curiosità ci ha guidato da Cartago su per la Cordillera de Talamanca. Seguendo la Caretera Interamericana, sulle sue curve strette, dietro a camion che arrancano scalando pendenze impegnative, siamo arrivati nel cuore della catena montuosa. L'altimetro dell'orologio è passato, in poche ore, dai 10m segnati a Limon agli oltre 2700m. Nuvole spesse, cariche di pioggia, sempre più vicine. Siamo arrivati su queste vette boscose per provare ad inquadrare nel binocolo un uccello quasi mitologico: lo splendido Quetzal il più spettacolare esponente della famiglia dei Trogoni. Questo volatile abita le foreste di alta quota del Costa Rica. Con le lunghe piume timoniere del maschio i re Incas ornavano i loro copricapi. Sono i colori del piumaggio del Quetzal a renderlo tanto magnifico, ma sono anche stati la ragione della sua quasi scomparsa. Oggi qui in Costa Rica è protetto, la sua popolazione è florida, e perché non provare ad incontrarlo?
Il fitto della foresta di montagna. Riserva Forestale di Los Santos, Costa Rica - Agosto. Nikon D300, ob. Sigma 8-16/5.6-5.6 HSM,Gitzo GT3541LS, Arca B1. |
Le foreste della cordillera ospitano, oltre al Quetzal, molte specie di uccelli e, tra queste, molte di Colibrì. Dal profondo buio della foresta i colibrì escono allo scoperto alla ricerca dei fiori del cui nettare devono cibarsi. Nel Giardino dell'hotel de Mirador de los Quetzales, dove abbiamo soggiornato per due notti, il via vai di Colibrì è incessante dall'alba al tramonto.
Colibrì [Archilochus culibris, femmina - probabile]. Mirador de los Quetzales, Riserva Los Santos Costa Rica - Agosto. Nikon D3, ob. Nikon AF-S 200-400/4 VR II + TC17, Flash, Gitzo GT3541LS, Arca B1. |
Colibrì [Heliodoxa jacula, probabile]. Mirador de Quetzales, Riserva Los Santos Costa Rica - Agosto. Nikon D3, ob. Nikon AF-S 200-400/4 VR II + TC17, Flash, Gitzo GT3541LS, Arca B1. |
E' stupefacente osservare come la vegetazione d'alto fusto riesca a resistere a quote così elevate. Solo sopra i 3000 metri diventa bassa e cespugliosa con solo qualche solitaria conifera a rompere la monotonia. Sotto una pioggia incessante abbiamo esplorato una pista in terra battuta che si stacca dalla Caretera Interamericana più o meno all'altezza del passo del Cerro Division. Altimetro alla mano, la quota rilevata ha superato i 3300 metri. La pista finisce presso un osservatorio meteorologico. E' evidente che nella giornata giusta in questo punto la vista può spaziare su entrambe gli oceani. Noi abbiamo ammirato solo nuvole basse, nebbia e un uccellino poco appariscente, salvo poi scoprire trattarsi del Junco vulcani un endemismo delle cime costaricane (!)
Vegetazione sopra i 3000 m al passo del Cerro Division, Cordillera de Talamanca, Costa Rica - Agosto. Nikon D300, ob. Sigma 8-16/5.6-5.6 HSM,Gitzo GT3541LS, Arca B1. |
Sopra i 3000 metri del passo del Cerro Division, Cordillera de Talamanca, Costa Rica - Agosto. Nikon D300, ob. Sigma 8-16/5.6-5.6 HSM,Gitzo GT3541LS, Arca B1. |
Junco vulcani un endemismo della alte quote. Passo del Cerro Division, Cordillera de Talamanca, Costa Rica - Agosto. Nikon D3, ob. Nikon AF-S 200-400/4 VR II + TC17, Gitzo GT3541LS, Arca B1. |
Nel 2005 il governo ha istituito il Parque Nacional de los Quetzales al fine di proteggere maggiormente la Riserva della Foresta di Los Santos che ospita una importante popolazione di Quetzal. Lungo la Caretera Interamenricana, nel cuore della Cordillera de Talamanca, è facile individuare questo giovane parco nazionale. I cartelli che raffigurano il mitico pennuto sono un po' ovunque. Dopo Salsipuedes, procedendo in direzione San Isidro, ci si imbatte per forza nel Mirador de Quetzales. Si tratta di un insieme di alberghi - bugalows. Nel prezzo di pernottamento, cena e prima colazione è compresa la visita guidata alla ricerca del Quetzal. E come dire di no?
Birdwatching! PN de los Quetzales, Cordillera de Talamanca, Costa Rica - Agosto. Nikon D3, ob. Nikon AF-S 200-400/4 VR II, Gitzo GT3541LS, Arca B1 e D300 ob. Sigma 8-16/4.5-5.6 HSM hands hold. |
Il risplendente Quetzal [Pharomachrus mocinno]. PN de los Quetzales, Cordillera de Talamanca, Costa Rica - Agosto. Nikon D3, ob. Nikon AF-S 200-400/4 VR II +TC17, Gitzo GT3541LS, Arca B1. |
Il signor Oscar Serrano, la nostra guida alla ricerca del Quetzal. PN los Quetzales, Costa Rica - Agosto. Nikon D300, ob. Sigma 8-16/5.6-5.6 HSM, hands hold. |
Confesso che quando siamo partiti dall'Italia alla volta del Costa Rica, tutto immaginavo, meno che di inquadrare nel mirino della fotocamera il Quetzal. Nonostante queste immagini non siano quel granché (ho visto molto, ma molto di meglio) per noi sono importantissime. Perché ci raccontano quanto possa essere terreno e reale qualcosa che nella nostra formazione è considerato lontano, lontanissimo, esotico e irraggiungibile. Invece eccolo lì, paffuto e tranquillo come un piccione nostrano. Oscar Serrano, la nostra preziosa guida, ci ha spiegato che il Quetzal si nutre essenzialmente di una bacca rotonda, verde, delle dimensioni di un'oliva media. Dove fruttifica la pianta che le produce, lì si trova il Quetzal. Serve solo un po' d'occhio, meglio un binocolo, e il gioco è fatto. Questa sua necessaria abitudine è stata la ragione che lo ha reso preda facile prima di arco e freccia, poi di doppietta. Lo sterminio qui in Costa Rica è finito da molti anni. Oscar ricorda d'averlo assaggiato da ragazzino, e sa di pollo...però più buono. Ma Oscar ha capito, e i suoi colleghi con lui, che un Quetzal vivo vale molto di più di un arrosto esotico.
L'albergo Mirador de Quetzales. Cordillera de Talamanca, Costa Rica - Agosto. Nikon D300, ob Sigma 8-16/4.5-5.6 HSM, Gitzo GT3541LS Arca B1. |
Il nostro soggiorno al Mirador de Quetzales, per quanto spartano, è stato estremamente piacevole e bello. Alla faccia del meteo piovoso e delle temperature alpine, il piccolo cabin di legno nel quale abbiamo trascorso due notti piacevoli, è stato un rifugio fondamentale! Qui al Mirador non solo si mangia bene, ma ci si sente a casa. Merito della famiglia Serrano che gestisce la struttura con grande attenzione al cliente e sincera empatia. Quindi se vi capita di passare per le cime della cordillera Costaricana e vi vien voglia di vedere il Quetzal, cercate questo posto, senza indugio.
Calle. Mirador de Quetzales |
Note fotografiche
Questi 2 giorni (scarsi) trascorsi tra le nubi della Cordillera de Talamanca sono stati caratterizzati da pioggia battente; solo nel mattino del primo giorno le nuvole hanno dato tregua consentendoci il cammino sui ripidi sentieri della foresta, e di avvistare i Quetzal. Il cielo nuvoloso e la volta arborea facevano filtrare ben poca luce sui rami dove stavano appollaiati i Quetzal. Il ricorso agli alti iso della Nikon D3 è stata la chiave di volta che mi ha consentito di salvare qualche immagine di questo, quasi mitologico, trogone. Devo aggiungere che per riempire un poco l'inquadratura i 400mm del Nikon 200-400/4 VR II erano veramente insufficienti. Data l'occasione (quando ci torno ai piedi del Quetzal??) ho deciso, alla disperata, di ricorrere al moltiplicatore di focale Nikon TC17. Il tele zoom di Nikon non è un obiettivo pensato per essere accoppiato al moltiplicatore. Avevo fatto qualche prova in passato (qui sul blog trovate i risultati), ma niente di più. Qui sulla Cordillera non ho avuto scelta. Ebbene, se è pur vero che si perde un po' di definizione, l'accoppiata ha dimostrato di funzionare benissimo. I 680mm/6.8 si sono rivelati l'asso nella manica, la soluzione del problema. Il VR mi ha dato un grado di libertà in più, o se si preferisce, una garanzia in più di riduzione del micro-mosso. Insomma gli alti ISO (2000-3200) della D3, il VR e la qualità ottica di obiettivo e moltiplicatore sono stati, nell'insieme, la ricetta utile a fare quanto in passato era assolutamente impossibile: catturare i colori di un volatile elusivo nelle peggiori condizioni di illuminazione che si possano incontrare. Mica poco!
Questi 2 giorni (scarsi) trascorsi tra le nubi della Cordillera de Talamanca sono stati caratterizzati da pioggia battente; solo nel mattino del primo giorno le nuvole hanno dato tregua consentendoci il cammino sui ripidi sentieri della foresta, e di avvistare i Quetzal. Il cielo nuvoloso e la volta arborea facevano filtrare ben poca luce sui rami dove stavano appollaiati i Quetzal. Il ricorso agli alti iso della Nikon D3 è stata la chiave di volta che mi ha consentito di salvare qualche immagine di questo, quasi mitologico, trogone. Devo aggiungere che per riempire un poco l'inquadratura i 400mm del Nikon 200-400/4 VR II erano veramente insufficienti. Data l'occasione (quando ci torno ai piedi del Quetzal??) ho deciso, alla disperata, di ricorrere al moltiplicatore di focale Nikon TC17. Il tele zoom di Nikon non è un obiettivo pensato per essere accoppiato al moltiplicatore. Avevo fatto qualche prova in passato (qui sul blog trovate i risultati), ma niente di più. Qui sulla Cordillera non ho avuto scelta. Ebbene, se è pur vero che si perde un po' di definizione, l'accoppiata ha dimostrato di funzionare benissimo. I 680mm/6.8 si sono rivelati l'asso nella manica, la soluzione del problema. Il VR mi ha dato un grado di libertà in più, o se si preferisce, una garanzia in più di riduzione del micro-mosso. Insomma gli alti ISO (2000-3200) della D3, il VR e la qualità ottica di obiettivo e moltiplicatore sono stati, nell'insieme, la ricetta utile a fare quanto in passato era assolutamente impossibile: catturare i colori di un volatile elusivo nelle peggiori condizioni di illuminazione che si possano incontrare. Mica poco!
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Mensaje para los ladrones de Playa de la Ventana , Tamarindo.
Estimado señores, además de los valores que me han quitado, que no pretendo nada, entre mis papeles había un objeto de ningún valor para usted. Era la tarjeta de la obra de mi padre, el que ya no está con nosotros desde hace varios años. En la tarjeta està escrito: Luigi Brustia (que era el nombre de mi padre) Comune di Novara (donde trabajó durante cuarenta años). No cuesta nada enviarlo de forma anonima en el centro Parque de Las Baulas en Playa Grande. Sólo le pido un gesto de misericordia. Os saludo a vosotros, sin algun resentimientos.
Valerio Brustia.
Estimado señores, además de los valores que me han quitado, que no pretendo nada, entre mis papeles había un objeto de ningún valor para usted. Era la tarjeta de la obra de mi padre, el que ya no está con nosotros desde hace varios años. En la tarjeta està escrito: Luigi Brustia (que era el nombre de mi padre) Comune di Novara (donde trabajó durante cuarenta años). No cuesta nada enviarlo de forma anonima en el centro Parque de Las Baulas en Playa Grande. Sólo le pido un gesto de misericordia. Os saludo a vosotros, sin algun resentimientos.
Valerio Brustia.