Chi da bambino non si è mai procurato una bella ustione sull collo e sulle spalle, trascorrendo qualche ora ad indagare, testa bassa, il micromondo che popola le spaccature di roccia delle nostre scogliere mediterranee?
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Cala Sapone S.Antioco (CI) - Giugno. Nikon D800, ob Nikon Ais 16/2.8 Fisheye housing MDX D800+Dome 240 |
Certamente non io perché, da che ricordi, non c'è stata estate nella mia
gioventù in cui mia madre non abbia dovuto ricoprirmi la pelle, rossa come un
peperone, di fresca Vitamin Dermina. Oggi che son grandicello le cose son
cambiate di poco. Oggi la vera differenza è che non mi ustiono più come allora
(sostanzialmente ho meno tempo, quindi rischio meno) e mia moglie non ci pensa
proprio, nel caso, a ricorrere a certe delicatezze. E come darle torto, del
resto sarò ben conscio delle conseguenze delle azioni che compio. O no? Bah, a
guardare la mole di attrezzi che ho trasportato sulla scogliera di Cala
Sapone, qui a S. Antioco, direi che ci sono ancora ampi margini di
miglioramento. In effetti tutto quel materiale, pinne muta, maschera,
fotocamere, flash e varia e altra quantità di accessori, a guardarlo così
sembra l'accumulo di un trasloco. Eppure mi serve, mi serve ogni cavetto, ogni
vite di serraggio, ogni tappo, ogni vetro per poter indagare, guardare bene
negli occhi, quel micro mondo di esserini viventi che affolla le pozze di
marea di questo bellissimo scoglio sardo.
Il mar Mediterraneo non ci regala le spettacolari variazioni di marea degli
Oceani, inoltre è un mare chiuso che non è sottoposto a correnti potenti e non
è interessato a rimescolamenti con i freddi riflussi di acque polari. Questo
lo rende meno pescoso e meno ricco di vita bentonica, ma ciò nonostante le sue
rive sono popolate da una vastissima varietà di piccole creature che, oltre a
fare la felicità dei ragazzini vacanzieri, sono estremamente intriganti da
indagare con l'occhio di vetro della fotocamera. Qui a Cala Sapone, in Giugno,
una debole fonte d'acqua dolce, percolando tra i sassi di lava, scivola in
mare proprio a ridosso delle rocce più meridionali. Questo apporto di
nutrienti e di acqua non salata ha creato un paio di pozze salmastre in cui
alcune specie di alghe lamellari (lattuga di mare) proliferano. Questa
anomalia è l'ingrediente speciale per un acquario naturale altrettanto
speciale. Ho contato otto lepri di mare in poco più di due metri quadrati di
pozza. La lepre di Mare è forse il nudibranco più grande che popola il
Mediterraneo. Ebbene, tante così, tutte insieme, non mi era mai capitato di
vederne. Questi bei lumaconi dalla pelle del color del cuoio, si nutrono di
alghe e la lattuga di mare si vede che è molto gradita, perché nonostante mi
avvicinassi (fino alla minima distanza di messa a fuoco) questi gasteropodi
non hanno dato alcun segno di interrompere la brucata. Ovviamente oltre alle
appariscenti lepri di mare, le scogliere di S.Antioco ospitano tutta la
varietà di piccola e coloratissima vita che ci si può attendere di incontrare
sulle nostre scogliere. Dai piccoli gamberetti trasparenti, ai granchi di ogni
dimensione. Certo, qui siamo a Lilliput in confronto ai granchi giganti della
British Columbia o ai poderosi e velocissimi granchi verdi delle scogliere del
Costa Rica pacifico, ma (come dire) anche piccolo è bello.
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Granchio. Cala Sapone S.Antioco (CI) - Giugno. Nikon D300, ob Nikon AF-s 60/2.8 micro in housing MDX D300+Macro Port, 2x strobe Sea&Sea YS120 hold TLC 8" arms. |
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Gamberetto trasparente. Cala Sapone S.Antioco (CI) - Giugno. Nikon D300, ob Nikon AF-s 60/2.8 micro in housing MDX D300+Macro Port, 2x strobe Sea&Sea YS120 hold TLC 8" arms. |
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Attinia.Cala Sapone S.Antioco (CI) - Giugno. Nikon D300, ob Nikon AF-s 60/2.8 micro in housing MDX D300+Macro Port, 2x strobe Sea&Sea YS120 hold TLC 8" arms. |
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Attinia e gasteropodi.Cala Sapone S.Antioco (CI) - Giugno. Nikon D300, ob Nikon AF-s 60/2.8 micro in housing MDX D300+Macro Port, 2x strobe Sea&Sea YS120 hold TLC 8" arms. |
Le acque basse di scogliera di S.Antioco sono ricoperte di anemoni e attinie
in quantità veramente notevole. I piccoli, flessuosi, tentacoli degli anemoni
sventolano nella corrente come capelli al vento. Difficile realizzare che si
tratta di animali e non di piante. Però la mia attenzione è caduta
maggiormente sui pesci, a cominciare dalle piccole "Bavose". Questi simpatici
pesciolini colorati appartengono alla famiglia dei Blennidi. A osservarli con
calma capisco perché per molti fotosub questi esserini sono diventati una vera
ossessione. Coloratissimi, dalle forme bizzarre, i Blennidi sono padroni a
casa loro e lo fanno capire bene a chi li osserva. Impettiti, con i loro
occhietti furbi, osservano il mastodontico intruso subacqueo senza
mostrare alcun timore. Li posso avvicinare fino al limite di fuoco
dell'obiettivo di turno, l'unico limite sono gli spazi ristretti tra le rocce
che spesso mi impediscono di piazzare i flash nel modo migliore. E' anche un
gioco di attenta ricerca perchè i Blennidi sono maestri di mimetismo e alle
volte solamente il loro movimento li rende individuabili. Oppure sono loro
stessi a farsi vedere, il che è quantomeno bizzarro.
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Bavosa gattorugine [Parablennius gattorugine]. Torre Cannai, S.Antioco
(CI) - Giugno. Nikon D300, ob Sigma HSM 8-16/4.5-5.6 housing MDX D300+240 Dome Port+ ER40 |
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Bavosa Sfinge [Aidablennius sphynx]. Cala Sapone S.Antioco (CI) -
Giugno. Nikon D300, ob Nikon AF-s 60/2.8 micro in housing MDX D300+Macro Port, 2x strobe Sea&Sea YS120 TLC 8" arms. |
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Bavosa Sfinge [Aidablennius sphynx]. Cala Sapone S.Antioco (CI) -
Giugno. Nikon D300, ob Nikon AF-s 60/2.8 micro in housing MDX D300+Macro Port, 2x strobe Sea&Sea YS120 TLC 8" arms. |
E poi ci sono tutti i pesci (pesci con le squame perché i blennidi ne sono
privi) che ci possono venire in mente, certo magari in versione baby perchè le
acque basse sono delle nursery naturali per saraghi, occhiate, ricciole e
lecce. Scorfani e ghiozzi, nonostante l'apparente espressione bonaria, sono
dei feroci cacciatori d'agguato. Tra i tanti pesci di queste rocce, qui in una
spanna d'acqua, c'è il piccolo Peperoncino Rosso. Pur comportandosi alla
stregua dei blennidi questo pesciolino appartiene alla famiglia ricca e
numerosa dei perciformi (persico e spigola ne fanno parte). Il suo colore
rosso vivo ,arricchito da minuscoli occhielli di un feroce blu intenso, ne
fanno un soggetto veramente interessante. L'ho incontrato due volte qui a
S.Antioco, entrambe le volte poco prima di uscire dall'acqua.
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Perciforme. Mangiabarche, S.Antioco (CI) - Giugno. Nikon D300, ob Nikon AF-s 60/2.8 micro in housing MDX D300+Macro Port, 2x strobe Sea&Sea YS120 TLC 8" arms |
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Perciforme. Mangiabarche, S.Antioco (CI) - Giugno. Nikon D300, ob Nikon AF-s 60/2.8 micro in housing MDX D300+Macro Port, 2x strobe Sea&Sea YS120 TLC 8" arms |
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Perciforme. Mangiabarche, S.Antioco (CI) - Giugno. Nikon D300, ob Nikon AF-s 60/2.8 micro in housing MDX D300+Macro Port, 2x strobe Sea&Sea YS120 TLC 8" arms |
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Peperoncino rosso [Trypterigion tripteronotum]. Cala Sapone,
S.Antioco (CI) - Giugno. Nikon D300, ob Nikon AF-s 60/2.8 micro in housing MDX D300+Macro Port, 2x strobe Sea&Sea YS120 hold TLC 8" arms |
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Peperoncino rosso [Trypterigion tripteronotum]. Cala Sapone,
S.Antioco (CI) - Giugno. Nikon D300, ob Nikon AF-s 60/2.8 micro in housing MDX D300+Macro Port, 2x strobe Sea&Sea YS120 hold TLC 8" arms |
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Ghiozzo paganello [Gobius paganellus]. Cala Sapone, S.Antioco (CI) -
Giugno. Nikon D300, ob Nikon AF-s 60/2.8 micro in housing MDX D300+Macro Port, 2x strobe Sea&Sea YS120 TLC 8" arms |
Sulle tarde ore del pomeriggio, le pozze di scoglio si preparano per la notte.
Con il buio entrano in scena molti predatori come il Polpo che qui sa che può
trovare i crostacei di cui va ghiotto. Ed eccone uno, un giovanotto delle
dimensioni di una mano, appostato proprio sotto alla roccia che ho usato per
calarmi nell'acqua del fiordo di Cala Sapone. E' piccolo e lo intimorisco, ma
si vede che è veramente curioso perché non si scompone più di tanto e dal suo
piccolo anfratto non si muove. Non si allontana da lì neppure quando me ne
vado per prendere un'altra fotocamera perché, pochi minuti dopo, al mio
ritorno, lo ritrovo nella stessa posizione guardinga, ma curiosa.
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Polpo [Octopus vulgaris]. Cala Sapone, S.Antioco (CI) - Giugno. Nikon D300, ob Nikon AF-s 60/2.8 micro in housing MDX D300+Macro Port, 2x strobe Sea&Sea YS120 TLC 8" arms |
Guardando il dettaglio di questa creatura, troppo spesso osservata solo in
compagnia di prezzemolo e patate lesse, non può non affascinare la stranezza
delle sue forme. La pelle che cambia colore e rugosità in un lampo,
quell'occhio dalle fattezze degne di un alieno di George Lucas, le ventose e
le sue otto braccia senza ossa sono caratteri di un'animale tra i più antichi
di questa terra. Mi sa che per un po' farò a meno della gustosa insalata di
polpo.
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Photo Notes
Giuro che la facevo più facile.Fotografare nelle pozze di marea significa avere poco spazio, moto ondoso di risacca e poca acqua. (o troppa acqua!) Anche la più piccola onda può trasformare la ripresa macro in un delirio di tentativi a vuoto. Se poi c'è corrente di risacca allora sono guai perché si finisce per sbattere a destra e a sinistra con gambe e braccia. Urtare una roccia è poca cosa, a meno che non sia decorata di ricci di mare: allora son dolori. Ma la vera frustrazione è avere un ottimo soggetto ad una profondità compresa tra io 70 e i 150 cm. Non c'è modo di piazzare il naso dietro la fotocamera perché non è possibile immergersi ad una profondità così scarsa; la "dispnea" (vuotare i polmoni per ridurre la galleggiabilità) è un modo veramente odioso di immergersi, ma spesso è l'unica soluzione, di fatto occorre zavorrarsi parecchio perché la muta comunque spinge verso la superficie; al contempo è bene non eccedere con i piombi se no si rischia di diventare negativi anche durante la fase di espirazione normale. Va bé, per farla breve, quattro chili non sono stati sufficienti e ho avuto un bel da fare a cercare di raggiungere certi pesciolini e molte di queste foto (il polpo con il grandangolo) sono state fatte senza guardare in macchina, ma allungando le braccia in profondità e stimando l'inquadratura a "occhio". Basta, serve un bombolino da 10 litri.
Giuro che la facevo più facile.Fotografare nelle pozze di marea significa avere poco spazio, moto ondoso di risacca e poca acqua. (o troppa acqua!) Anche la più piccola onda può trasformare la ripresa macro in un delirio di tentativi a vuoto. Se poi c'è corrente di risacca allora sono guai perché si finisce per sbattere a destra e a sinistra con gambe e braccia. Urtare una roccia è poca cosa, a meno che non sia decorata di ricci di mare: allora son dolori. Ma la vera frustrazione è avere un ottimo soggetto ad una profondità compresa tra io 70 e i 150 cm. Non c'è modo di piazzare il naso dietro la fotocamera perché non è possibile immergersi ad una profondità così scarsa; la "dispnea" (vuotare i polmoni per ridurre la galleggiabilità) è un modo veramente odioso di immergersi, ma spesso è l'unica soluzione, di fatto occorre zavorrarsi parecchio perché la muta comunque spinge verso la superficie; al contempo è bene non eccedere con i piombi se no si rischia di diventare negativi anche durante la fase di espirazione normale. Va bé, per farla breve, quattro chili non sono stati sufficienti e ho avuto un bel da fare a cercare di raggiungere certi pesciolini e molte di queste foto (il polpo con il grandangolo) sono state fatte senza guardare in macchina, ma allungando le braccia in profondità e stimando l'inquadratura a "occhio". Basta, serve un bombolino da 10 litri.
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Prima di entrare in acqua |
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Assistenza da bordo pozza |
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Scafandro sul fondo |
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ma cosa fanno questi matti ?? |