contro- intestazione

AVVISO AI NAVIGANTI: GOOGLE IMAGES HA FATTO CASINO CON I LINK ALLE IMMAGINI QUINDI IL BLOG E' STATO SELVAGGIAMENTE PRIVATO DI UNA TONNELLATA DI FOTO. Piano piano risistemerò, ringrazio google del pensiero ma avevo già altro da fare.
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Scovolando nell'archivio 1.0

Credo che faccia più male che bene, comunque: siccome non ho tempo (non abbiamo tempo) per fare altro oltre al lavoro, ho giusto potuto "scovolare" nell'archivio per trovare qualche foto che  non ho mai pubblicato sul web perché non collegata ad una qualche storia oppure scartata in favore di altre più significative; mi sa che con questo post inizio un nuovo filone : le foto dimenticate. Ma dietro ad ogni foto c'è sempre e comunque una piccola storia e la metto qui a compendio di ogni immagine, tanto per chiacchierare un po' e dar segni di vita.
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Un Germano felice di stare al mondo.
Parco Lame Sesia - Maggio.
Nikon D300 ob. Nikon AF-I 300/2.8 ED-IF + TC17 II, Manfrotto 055 Arca B1.

Non è facile fotografare i germani selvatici, almeno: non è facile fotografare quei germani che hanno consuetudine con la doppietta. E qui, sulle rive del Sesia, le papere conoscono bene la voce del "cannone" perchè poco più a Sud del limite meridionale del Parco, c'è una riserva di caccia. Posso assicurare che nell'apice della stagione venatoria si sentono più scoppi lì che la notte di San Silvestro a Mergellina. Perciò i germani del Parco delle Lame stanno molto guardinghi, ma questo qui era proprio contento di stare al mondo e tronfio nel suo piumaggio primaverile, ha starnazzato per mezzo pomeriggio sulla riva del fiume. Più che un papero si atteggiava da galletto, poi, giacché nessuno lo filava, si è rassegnato ed è ripartito navigando allegro. Non ne ho più incontrati di paperi così sicuri di sè.
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Minilepre sullo stradino..
Minilepre, Parco Lame Sesia - Maggio.
Nikon D300 ob. Nikon AF-I 300/2.8 ED-IF + TC17II, monopode Manfrotto.

C'è questo stradino, che poi sarebbe la pista della processione del guado, che percorro entrando nel parco. Su questo stradino negli anni ho incontrato di tutto, dalla volpe all'automobile da autocross (!), dalle persone a cavallo all'airone rosso, dallo scoiattolo alla tartaruga, tutto lì in 250 metri. Quel giorno stavo usando per la prima volta la mia prima fotocamera digitale. Devo essermi fermato alla curva, forse perchè sentivo il peso dello zaino o forse perchè un qualche richiamo mi ha incuriosito, fatto sta che nel voltarmi vedo un leprotto saltar fuori dalle more, si ferma e si mette a brucare. Senza esitare ho sfilato il tele dallo zaino, l'ho agganciato al monopiede e scattato qualche foto. In archivio però c'è solo questa immagine ed è rimasta lì finchè non ho trovato un software in grado di salvaguardare le ombre del coniglio senza sfondare le alte luci dello sfondo. Con LightRoom, ci son riuscito, ma ce ne è andato di tempo! (la foto è del 2008). Il coniglietto dopo questo scatto s'è dato alla macchia.
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Gli aironi di San Nazzaro sono equilibristi.
Airone cenerino funambolico sul filo del telefono. San Nazzaro Sesia - Luglio.
Nikon D3, ob. Nikon AF-s 600/4 VR- G, car window.

Mi fermo, non mi fermo, ma sì provo a fermarmi e vediamo se vola via o resta lì. Uè non è volato via, strano. Mi capita di rado che non scappino quando fermo l'auto e ancor più di rado mi capita di imbattermi in aironi posati sui fili della luce o del telefono; quelle poche volte che li ho visti fare i funamboli è stato sempre qui a San Nazzaro. Evidentemente gli aironi di questa sponda del Sesia hanno il senso dell'equilibrio maggiormente sviluppato.
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L'appennino che non conosco.
Monte Moria Fidenza (PR) - Aprile.
Nikon D3 ob. Nikon AF-S 17-35/2.8 ED, tripod Manfrotto 055 Arca B1

I miei colleghi mi fanno notare che ci sono delle cassiere della S lunga che fanno più trasferte  di lavoro di quante ne faccia io e che le "mie" trasferte sono delle gite fuori porta. C'è del vero, il lavoro mi ha portato al più in Basilicata e, negli ultimi 10 anni, mi sono mosso solo tra i confini di Lombardia ed Emilia Romagna. Ed è appunto in una di queste missioni emiliane che, liberatomi ad ad un'ora ragionevole, ho approfittato delle ultime luci del giorno per fare due scatti appenninici. Seguendo una strada interminabile, sempre più stretta, che dalla pianura si inerpica sull'appennino tra Fiorenzuola e Fidenza, tornanti strettissimi di una tracciato tortuosissimo, mi trovai all'ingresso della riserva del monte Moria. Era quasi buio, ma avevo con me l'infaticabile treppiede Manfrotto 055 e la Nikon D3 con i suoi 1600 ISO da leccarsi i baffi, quindi qualcosa potevo ancora fare. Mi catturò la forma contorta di questo albero spoglio. La torsione delle fibre del tronco, ho letto da qualche parte, dovrebbe seguire l'accelerazione di Coriolis che nell'emisfero settentrionale induce rotazione oraria. Almeno, mi pare: per esserne certi basta osservare il senso di rotazione dell'acqua nel lavandino che si svuota a tappo levato. Se è la stessa dell'albero, allora il vegetale è "a norma", diversamente occorre fare intervenire l'agente Molder.

Primavera sulle pendici delle valli piacentine, Fidenza (PR) - Aprile.
Nikon D3 ob. Nikon AF 70-180/4.5-5.6 ED car window.
Tronchi. Riserva Monte Moria (PR) - Aprile.
Nikon D3 ob. Nikon AF-I 300/2.8 ED-I, Manfrotto 055 Arca B1.
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Un fiume che scorre nel gesso (con la "G").
Il fiume Stirone tra Fiorenzuola e Fidenza (PC) - Maggio.
Nikon D3, ob Nikon AF-s 24-70/2.8 G, Gitzo GT5541LS Arca B1g (che mi han fottuto).
Il fiume Stirone tra Fiorenzuola e Fidenza (PC) - Maggio.
Nikon D3, ob Nikon AF-s 24-70/2.8 G, Gitzo GT5541LS Arca B1g (sempre quello che mi han fottuto).

A segnare il confine tra le province di Parma e Piacenza c'è il fiume Stirone. Si tratta di un torrente appenninico che scorre da Sud a Nord e 'sto fatto, per chi sta dall'altra parte del catino padano (io) non è "normale" anche se mi rendo conto che questa bizzarria è comune a tutti i fiumi appenninici che affluiscono al Po. Lo Stirone è poco più che un torrente ma a differenza dei torrenti alpini il suo letto non è fatto di ciottoli granitici bensì di rocce calcaree, gessose, rocce che si sgretolano al solo sfregamento con le mani. In queste pietre di sedimento mi hanno detto che ci sono un casino di fossili (io non ne ho trovati). Ho trovato invece delle acque azzurre che scorrevano su pietre bianche screziate di alghe brune. Le foto che metto qui son state scattate nel 2011 in primavera, quando il fiume porta ancora acqua (immagino che d'estate si riduca ad un rivolo) ed anche queste immagini, come il monte Moria, sono scatti del dopo lavoro in trasferta. E' un po' che non faccio la "settimana piacentina", un lune-venere di lavoro a testa bassa e cene a torta fritta e coppa dop. Mi mancano quasi (ho detto quasi).
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Gita fuoriporta di qualche tempo fa.
Bassa Val Sesia (VC) - Marzo.
Nikon D700 ob. Nikon AF-s 70-200/2.8 VR II hands hold.

Non sono mai andato matto per gli zoom di focale medio tele, ma il mio vecchio Nikon AF 180/2.8 metteva a fuoco dove gli pareva quindi, per sostituirlo, Nikon non mi ha dato modo di scegliere altro al di fuori del Nikon 70-200/2.8 VR II. In una delle prime gite in cui mi scarrozzai questo obiettivo  (2010? può essere) ci arrampicammo su per le alture della Val Sesia, vicino a Varallo. Di neve ce n'era quasi più, ma nei versanti in ombra un bel manto di 80 cm ricopriva ancora tutte le faggete spoglie. Il dosso ripreso in questa foto racconta una storia di disboscamento costante, e ora il faggio prova a riconquistare il versante. Queste valli sono poco battute, spero di ritornarci appena possibile.
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Ah che bel vedere la mattina andando al lavoro.
Alba invernale Sozzago (NO) - Novembre.
Nikon D3 ob Nikon AF-I 300/2.8 ED. Car Window.

E per chiudere un sano richiamo alla normalità: sulla strada del lavoro. Dalla nebbia del mattino sorge il sole giallo come un tuorlo, un contrasto che mi affascina sempre. Non viviamo in un bel posto noi "padani" o meglio, sarebbe pure bello se lo trattassimo come si dovrebbe, invece ce ne fottiamo e lasciamo che le cose vadano per i fatti loro. Poi però per le ferie ci piace il Trentino, le spiagge deserte della Sardegna o le distese selvagge del Nord.

Mavaffanc...
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Basta! Me ne vado scornacchiato.

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COMUNICATO STAMPA
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Da Sabato 2 Aprile 2016 le foto del Parco delle Lame del Sesia tornano in mostra al Mulino Vecchio di Bellinzago novarese sede del Parco del Ticino piemontese. Le immagini sono le stesse di San Nazzaro 2015, ho aggiunto solo 3 ingrandimenti e omesso alcuni 50x70 per mancanza di spazio. L'inaugurazione è per Sabato 2 Aprile 2016 alle ore 16.00 e le foto resteranno esposte per 3 settimane.
Ringrazio la Direzione del Parco e soprattutto la Società Fotografica Novarese che ha reso possibile questo evento.

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2 commenti:

  1. Ciao cugi! è sempre un piacere immenso guardare la natura con i tuoi occhi :-)
    in questo periodo, ad avere il tempo e a ricordare la macchina fotografica, su un tratto di strada che tu non fai (dovresti andare dritto alla rotonda della pubblicità del supermercato), prima di un magnifico cascinale sulla destrain direzione Milano, c'è un canalino strapieno di aironi. Me li godo in coda.
    baci!

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  2. Ciao Paola
    La segnalazione mi è già pervenuta da un amico che (anche lui) a quella rotonda va dritto. Appena riesco un salto lo faccio volentieri, ma in questi giorni non riesco proprio.
    Sto esagerando, in tutti i sensi.
    Un saluto a Massimo e a Matteo, m'racumandi!

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Sorry for the missing but I starting to manage all unsigned message as Spam. I hope that all folks can understand.